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I tifosi: vediamo i progetti e facciamo un referendum
Ecco i piani per la ricostruzione dello storico campo dei granata
GIANLUCA ODDENINO
TORINO
Saltato il tappo delle ipoteche sono caduti anche gli alibi per chi in questi anni ha tergiversato sulla rinascita dello stadio del Grande Torino, anche se allo stesso tempo si è aperta «la battaglia per il Fila». La vicenda dei 36 milioni di ipoteche, esplosa nell’ultimo anno e mezzo un po’ ad orologeria, ha gelato una situazione che giocoforza ora si scongelerà con la nascita della Fondazione e nomina degli organi previsti. La «road map» per il Fila è già stata tracciata nel 2008 con lo statuto e i paletti per costruire i due campi, che dovranno ospitare gli allenamenti della prima squadra del Torino e della Primavera, più spogliatoi, sede del museo e 2250 mq di spazi commerciali per incentivare i privati e garantire fondi certi al Filadelfia. E sono proprio tali metrature ad aver scatenato la lotta tra chi difendeva la purezza del Fila da potenziali speculatori.
Ora il Comune dovrà farsi garante, soprattutto attraverso la Fondazione pubblica (insieme a Provincia e Regione), di trovare il miglior progetto che possa accontentare tutte le anime granata che hanno fatto parte del tavolo del Fila. Qualche candidato c'è. Marco Cena, ex lodista, che punta all'azionariato popolare con «Ri-Fila» per ricostruire il Filadelfia: con lui sono presenti alcuni ex calciatori (come Lentini) e tifosi storici (Bellino degli «Angeli del Fila»). L'imprenditore romano Forieri un anno fa incontrò Chiamparino con un progetto articolato, ma nessuno l'ha mai più richiamato ed ora potrebbe rifarsi vivo attraverso il neopresidente Cota. Poi ci sono gli ex calciatori che avevano pronte tutte le carte, ma furono bloccati a fine 2007. «Fummo trattati malissimo - dice Angelo Cereser -, ma il nostro progetto costava zero. Senza commerciale può essere solo il pubblico o il Torino a farlo».
Difficilmente, però, Cairo si impegnerà in prima persona. Ieri il presidente non ha voluto fare commenti sulla vicenda, ma ha richiamato il suo pensiero alla lettera aperta scritta all'assessore Sbriglio ai primi di marzo. «Sul Fila c'è chi ci ha guadagnato, anche molto. Io ho sempre dichiarato - scrisse Urbano Cairo - che avrei partecipato alla sua rinascita, riportando la prima squadra ad allenarsi lì e dando, se necessario, anche un contributo economico». Per l'assessore Sbriglio, però, la speranza è che «l'addio alle ipoteche sblocchi gli investitori, in primis il Torino di Cairo, anche perché il Fila al Toro costerà meno di un giocatore». I costi parlano, infatti, di 10 milioni con 3,5 già previsti dal Comune.
I progetti, presto verranno tirati fuori. «E i migliori - spiega Davide Virano, ieri in piazza per il Fila e gestore della pizzeria «Toro Amore Mio» - dovranno essere visibili e votabili dai tifosi. Un progetto scelto dal popolo granata». Magari come quello dell'Associazione Memoria Storica Granata. «Richiama il Fila alla perfezione - garantisce Domenico Beccaria -, ma adesso dobbiamo sbloccare il tutto». L'eliminazione delle ipoteche ha sbloccato il processo. «E’ stata posta una pietra miliare - commentano coordinamento Toro Club e curve Maratona e Primavera - ma ora auspichiamo che anche tutte le altre parti rompano gli indugi». Volere è potere.
http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/quitoro/201004articoli/26259girata.asp
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