TS - pag. 17
Il sindaco di Torino e gli impegni del neogovernatore del Piemonte
CHIAMPARINO «Servono soldi dei privati per ricostruire il Filadelfia»
«Io sono pronto a collaborare anche con lui: in Comune abbiamo già creato le condizioni per la rinascita dell’area.
Nell’attesa si può fare un giardino»
MARCO BONETTO
TORINO. Un po’ per caso, un po’ per scelta, il sindaco Chiamparino è riuscito nell’impresa di saltare da Ogbonna a Cota, passando per il Filadelfia e dribblando il caso Cairo. Simpaticamente, oppure per motivi politici, sono in tanti a tirare per la giacchetta il primo cittadino di Torino. Alla prima sfera appartiene il difensore granata, che ha avuto l’avventura di pranzare nello stesso ristorante frequentato dal sindaco. Il quale non ha perso l’occasione per complimentarsi con lui per la sua «ottima prova con l’Ascoli» (a Reggio Calabria Ogbonna era assente per colpa di una contrattura) e per tutta risposta si è sentito invitare in... tribuna. «E’ vero, tifo Toro ma per tanti motivi non mi reco più allo stadio, vi guardo giocare alla tv. Però per la partita che potrebbe sancire la matematica promozione potrei tornare anch’io all’Olimpico», si è lasciato scappare il sindaco. Chiamparino ha rotto ieri un silenzio postelezioni subito giudicato assordante e si è trovato a disquisire anche di Filadelfia, parlando di Cota e dei suoi impegni. E proprio da qui si parte, dalle parole del neogovernatore di centrodestra, che ha sconfitto la presidente uscente Bresso, appartenente al centrosinistra come Chiamparino. «La Regione può, attraverso il Comune, il Torino e altri soggetti interessati, creare un tavolo per organizzare un progetto concreto. Finora non c’è stata la volontà di dialogare: Nel passato sul Filadelfia si sono sentite solo tante parole e buone intenzioni, nonostante possano essere molti i soggetti interessati a un recupero del Fila»: così aveva dichiarato Cota a Tuttosport, prima delle elezioni, in un faccia a faccia giornalistico con la Bresso. Chiamparino gli ha risposto a distanza. Il sindaco, con la sua nota verve dialettica, ha mostrato anche qualche artiglio, pur sottolineando la sua «naturale disponibilità a collaborare con Cota per il bene della collettività», così come in passato aveva «ragionato costruttivamente su molte cose con Ghigo », predecessore della Bresso e anch’egli (come Cota) del centrodestra.
APERTURE. Il sindaco si è detto «pronto a discutere anche di Filadelfia con Cota, purché non si immagini di usare i soldi pubblici per riqualificare l’area. Sarebbe un affronto, di questi tempi. Mi sembrerebbe immorale, con la crisi generale che c’è, spendere il denaro pubblico per un terzo stadio che oltretutto non servirebbe per giocarci partite di campionato». Quando si parla di nuovo Filadelfia, come noto, si allude a un centro sportivo per gli allenamenti del Torino. «Cota si presenti con 10, 12 milioni di euro di soggetti privati... che sono i soldi che mancano... e il Fila lo ricostruiamo assieme già domani », è stata la battuta. Il Comune si è da anni impegnato a stanziare una cifra («intorno ai 3,5 milioni», hanno più o meno sempre ribadito i vertici di Palazzo Civico), frutto dell’escussione delle garanzie ipotecarie rilasciate dall’ex patron granata Cimminelli. Escussione che però non mai partita, incomprensibilmente. Chiamparino ha poi ricordato «quanto fatto dal Comune. Abbiamo già posto in essere tutte le condizioni perché il Fila possa rinascere, nel momento in cui si trovassero i soldi dei privati» (in primo luogo del Torino, ovviamente). «I terreni non sono più privati ma pubblici, dunque più garantiti, protetti. Inoltre abbiamo creato una Fondazione chiamata a coinvolgere i vari soggetti e a convogliare le risorse » (deve però essere ancora creata ufficialmente davanti a un notaio). E le ipoteche sul Fila che hanno bloccato ogni altro iter? «Stiamo verificando con l’Agenzia delle Entrate (il 9 aprile il prossimo incontro, ndr) le condizioni necessarie per estinguerle»: fosse la volta buona! «Nell’attesa» di quei benedetti fondi privati, il sindaco si è detto anche «disposto a fare qualcosa provvisoriamente, per mettere quell’area a disposizione di tutti i cittadini, in primo luogo quelli del quartiere: bambini, famiglie, giovani, anziani. Penso per esempio alla creazione temporanea di un giardino, realizzabile con piccoli investimenti. Così il Fila tornerebbe a vivere per il bene della collettività, in attesa che diventi realtà un vero centro sportivo». L’area, da tempo recintata, è da oltre 10 anni ridotta a una discarica a cielo aperto, ripulita quando possibile soltanto dai tifosi. Chiamparino o non Chiamparino, Cota o non Cota, la situazione scandalosa, vergognosa del Filadelfia non può perdurare ancora a lungo. Servono urgentemente fatti, non parole: a cominciare dall’estinzione di quelle ipoteche, su cui da anni si registrano passi in avanti degni soltanto di una lumaca.
Sotto la foto:
Urbano Cairo, 52 anni, quando dai ruderi del Filadelfia prometteva la ricostruzione (LaPresse)
Il sindaco di Torino e gli impegni del neogovernatore del Piemonte
CHIAMPARINO «Servono soldi dei privati per ricostruire il Filadelfia»
«Io sono pronto a collaborare anche con lui: in Comune abbiamo già creato le condizioni per la rinascita dell’area.
Nell’attesa si può fare un giardino»
MARCO BONETTO
TORINO. Un po’ per caso, un po’ per scelta, il sindaco Chiamparino è riuscito nell’impresa di saltare da Ogbonna a Cota, passando per il Filadelfia e dribblando il caso Cairo. Simpaticamente, oppure per motivi politici, sono in tanti a tirare per la giacchetta il primo cittadino di Torino. Alla prima sfera appartiene il difensore granata, che ha avuto l’avventura di pranzare nello stesso ristorante frequentato dal sindaco. Il quale non ha perso l’occasione per complimentarsi con lui per la sua «ottima prova con l’Ascoli» (a Reggio Calabria Ogbonna era assente per colpa di una contrattura) e per tutta risposta si è sentito invitare in... tribuna. «E’ vero, tifo Toro ma per tanti motivi non mi reco più allo stadio, vi guardo giocare alla tv. Però per la partita che potrebbe sancire la matematica promozione potrei tornare anch’io all’Olimpico», si è lasciato scappare il sindaco. Chiamparino ha rotto ieri un silenzio postelezioni subito giudicato assordante e si è trovato a disquisire anche di Filadelfia, parlando di Cota e dei suoi impegni. E proprio da qui si parte, dalle parole del neogovernatore di centrodestra, che ha sconfitto la presidente uscente Bresso, appartenente al centrosinistra come Chiamparino. «La Regione può, attraverso il Comune, il Torino e altri soggetti interessati, creare un tavolo per organizzare un progetto concreto. Finora non c’è stata la volontà di dialogare: Nel passato sul Filadelfia si sono sentite solo tante parole e buone intenzioni, nonostante possano essere molti i soggetti interessati a un recupero del Fila»: così aveva dichiarato Cota a Tuttosport, prima delle elezioni, in un faccia a faccia giornalistico con la Bresso. Chiamparino gli ha risposto a distanza. Il sindaco, con la sua nota verve dialettica, ha mostrato anche qualche artiglio, pur sottolineando la sua «naturale disponibilità a collaborare con Cota per il bene della collettività», così come in passato aveva «ragionato costruttivamente su molte cose con Ghigo », predecessore della Bresso e anch’egli (come Cota) del centrodestra.
APERTURE. Il sindaco si è detto «pronto a discutere anche di Filadelfia con Cota, purché non si immagini di usare i soldi pubblici per riqualificare l’area. Sarebbe un affronto, di questi tempi. Mi sembrerebbe immorale, con la crisi generale che c’è, spendere il denaro pubblico per un terzo stadio che oltretutto non servirebbe per giocarci partite di campionato». Quando si parla di nuovo Filadelfia, come noto, si allude a un centro sportivo per gli allenamenti del Torino. «Cota si presenti con 10, 12 milioni di euro di soggetti privati... che sono i soldi che mancano... e il Fila lo ricostruiamo assieme già domani », è stata la battuta. Il Comune si è da anni impegnato a stanziare una cifra («intorno ai 3,5 milioni», hanno più o meno sempre ribadito i vertici di Palazzo Civico), frutto dell’escussione delle garanzie ipotecarie rilasciate dall’ex patron granata Cimminelli. Escussione che però non mai partita, incomprensibilmente. Chiamparino ha poi ricordato «quanto fatto dal Comune. Abbiamo già posto in essere tutte le condizioni perché il Fila possa rinascere, nel momento in cui si trovassero i soldi dei privati» (in primo luogo del Torino, ovviamente). «I terreni non sono più privati ma pubblici, dunque più garantiti, protetti. Inoltre abbiamo creato una Fondazione chiamata a coinvolgere i vari soggetti e a convogliare le risorse » (deve però essere ancora creata ufficialmente davanti a un notaio). E le ipoteche sul Fila che hanno bloccato ogni altro iter? «Stiamo verificando con l’Agenzia delle Entrate (il 9 aprile il prossimo incontro, ndr) le condizioni necessarie per estinguerle»: fosse la volta buona! «Nell’attesa» di quei benedetti fondi privati, il sindaco si è detto anche «disposto a fare qualcosa provvisoriamente, per mettere quell’area a disposizione di tutti i cittadini, in primo luogo quelli del quartiere: bambini, famiglie, giovani, anziani. Penso per esempio alla creazione temporanea di un giardino, realizzabile con piccoli investimenti. Così il Fila tornerebbe a vivere per il bene della collettività, in attesa che diventi realtà un vero centro sportivo». L’area, da tempo recintata, è da oltre 10 anni ridotta a una discarica a cielo aperto, ripulita quando possibile soltanto dai tifosi. Chiamparino o non Chiamparino, Cota o non Cota, la situazione scandalosa, vergognosa del Filadelfia non può perdurare ancora a lungo. Servono urgentemente fatti, non parole: a cominciare dall’estinzione di quelle ipoteche, su cui da anni si registrano passi in avanti degni soltanto di una lumaca.
Sotto la foto:
Urbano Cairo, 52 anni, quando dai ruderi del Filadelfia prometteva la ricostruzione (LaPresse)
Nessun commento:
Posta un commento