Si è chiuso un 2009 disastroso: adesso si deve ricominciare
Cinque buoni propositi per l’anno nuovo: il primo è il ritorno in A
E’ il momento di pianificare mercato e futuro. Cairo ha garantito di rinforzare la struttura societaria e per il vivaio serve programmazione
STEFANO LANZO
TORINO. Di motivi per essere allegri, in casa Toro, ce ne sono davvero pochini. Stilare un bilancio del 2009 nell’ultimo giorno dell’anno sarebbe quantomeno impietoso, sicuramente indelicato (per non dire scontato). Perché da salvare non c’è praticamente niente: una retrocessione, decimo posto in serie B, aria tesa. E allora è giusto guardare al 2010, provando per una volta a essere ottimisti, senza lacerarsi nell’autolesionismo in cui troppo spesso si cade quando si parla di Toro. E allora cerchiamo di elencare cinque buoni propositi, cinque obiettivi per un anno nuovo sotto il segno del Toro.
NON SOLO PER SOLDI. Si comincia dalla base per il rilancio granata: la promozione in serie A. Missione tutt’altro che scontata, specialmente con i tempi che corrono. Però obiettivo da centrare a ogni costo, per il bene del Toro che non può sopportare un’altra stagione di serie B: sarebbe un disastro e non solo sotto l’aspetto economico. E allora la campagna di rivitalizzazione granata non può prescindere dal ritorno in serie A. Per tagliare il traguardo e riappropriarsi della categoria che gli spetta, il Torino deve muoversi in fretta: saranno decisivi i primi giorni del 2010, quando con il mercato si decideranno le sorti sportive della stagione.
DODICI ANNI DI PROMESSE. Un altro è poi il pensiero fisso del popolo granata: il Filadelfia che giace nella desolazione e nella vergogna da 12 anni e mezzo. L’anno nuovo deve essere decisivo: pensare che nei prossimi dodici mesi possa essere ricostruito è auspicabile quanto utopistico. Sarebbe positivo che anche solo venisse risolto una volta per tutte l’annoso problema delle ipoteche che gravano sull’area: dopo anni di omissioni e promesse, qualcosa si era mosso nelle ultime settimane. Ma evidentemente, ancora non abbastanza per trovare una soluzione: Comune e Agenzia delle Entrate devono ancora arrivare a un accordo. E anche in fretta, perché il Filadelfia è fondamentale per il Toro, perché non può essere vero Toro senza il Fila. E non si tratta di banale retorica.
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Cinque buoni propositi per l’anno nuovo: il primo è il ritorno in A
E’ il momento di pianificare mercato e futuro. Cairo ha garantito di rinforzare la struttura societaria e per il vivaio serve programmazione
STEFANO LANZO
TORINO. Di motivi per essere allegri, in casa Toro, ce ne sono davvero pochini. Stilare un bilancio del 2009 nell’ultimo giorno dell’anno sarebbe quantomeno impietoso, sicuramente indelicato (per non dire scontato). Perché da salvare non c’è praticamente niente: una retrocessione, decimo posto in serie B, aria tesa. E allora è giusto guardare al 2010, provando per una volta a essere ottimisti, senza lacerarsi nell’autolesionismo in cui troppo spesso si cade quando si parla di Toro. E allora cerchiamo di elencare cinque buoni propositi, cinque obiettivi per un anno nuovo sotto il segno del Toro.
NON SOLO PER SOLDI. Si comincia dalla base per il rilancio granata: la promozione in serie A. Missione tutt’altro che scontata, specialmente con i tempi che corrono. Però obiettivo da centrare a ogni costo, per il bene del Toro che non può sopportare un’altra stagione di serie B: sarebbe un disastro e non solo sotto l’aspetto economico. E allora la campagna di rivitalizzazione granata non può prescindere dal ritorno in serie A. Per tagliare il traguardo e riappropriarsi della categoria che gli spetta, il Torino deve muoversi in fretta: saranno decisivi i primi giorni del 2010, quando con il mercato si decideranno le sorti sportive della stagione.
DODICI ANNI DI PROMESSE. Un altro è poi il pensiero fisso del popolo granata: il Filadelfia che giace nella desolazione e nella vergogna da 12 anni e mezzo. L’anno nuovo deve essere decisivo: pensare che nei prossimi dodici mesi possa essere ricostruito è auspicabile quanto utopistico. Sarebbe positivo che anche solo venisse risolto una volta per tutte l’annoso problema delle ipoteche che gravano sull’area: dopo anni di omissioni e promesse, qualcosa si era mosso nelle ultime settimane. Ma evidentemente, ancora non abbastanza per trovare una soluzione: Comune e Agenzia delle Entrate devono ancora arrivare a un accordo. E anche in fretta, perché il Filadelfia è fondamentale per il Toro, perché non può essere vero Toro senza il Fila. E non si tratta di banale retorica.
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I ruderi del Filadelfia, lì dove sorgeva lo stadio del Grande Torino: una situazione inaccettabile che si protrae da oltre 12 anni (Marchisciano)
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