sabato 30 marzo 2013

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STORIA FONDAZIONE

Le premesse


Il 25 febbraio 2008, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato lo Statuto della Fondazione Filadelfia. Le ipoteche sui terreni hanno comportato uno stop di oltre due anni, ma alla fine, grazie alle pressioni dei tifosi e all’impegno dell’Assessore Sbriglio, a fine dicembre 2010 il problema è stato risolto attraverso una transazione tra Comune di Torino e Agenzia delle Entrate.
In questi giorni, dopo la cancellazione delle ipoteche che gravavano sull’area, il confronto sulla ricostruzione del Filadelfia è febbrilmente ripreso.
In particolare, dopo l’incontro del 21 gennaio u.s., il cammino per la ricostruzione dello Stadio Filadelfia può finalmente ripartire, sperando nel modo più intenso e serrato possibile.

Con queste poche righe vogliamo provare a raccontare come sia nata l’idea del Tavolo per il Filadelfia e come il lavoro di questo si sia svolto nel corso degli anni.
Questo capitolo della storia del Fila inizia il 19 luglio del 2006, quando un gruppo di visionari (in rappresentanza dei Gruppi Organizzati, del Comitato Dignità Granata, dell’Associazione Memoria Storica Granata, del Centro Coordinamento Toro Clubs e una trasversale rappresentanza granata della Circoscrizione IX), si riunisce con un obiettivo che in quel momento avrebbe potuto sembrare folle. Rompere il vincolo di contemporaneità tra l’edificazione del supermercato (attualmente collocato in Via Giordano Bruno) e i lavori di ricostruzione del Fila. Questo vincolo, pensato per evitare colpi di mano da parte della proprietà Cimminelli, risultava ormai un’arma a doppio taglio. La proprietà del supermercato premeva (giustamente, in fin dei conti) per poter costruire, pertanto il rischio che pur di andare avanti, sul Fila venisse perpetrato un altro scempio era ormai imminente e molto elevato. Quindi la scelta, seppur molto difficile, di far proseguire i “mercanti” e proteggere almeno ciò che ancora restava del Tempio.
Contestualmente però, il 24 di quello stesso luglio, nello stesso documento consegnato nelle mani del sindaco Chiamparino e di tutti gli assessori e consiglieri comunali, oltre a rescindere il vincolo, si ribadiva la richiesta di bloccare ogni tipo di edificazione nel quadrilatero. Per quanto riguarda i palazzi, va necessariamente ricordata la petizione al Consiglio Comunale, che vedeva come primi firmatari, Luisa Bergoglio, Lorenzo Armando e Roberto Barbieri, che di fatto ha rappresentato la prima scintilla per tutto quanto successivamente si è verificato.
Lo stesso giorno, l’assessore Viano incontrava i tifosi firmatari del documento e si impegnava a considerarne attentamente le richieste.
Nel settembre 2006, alla luce della decisione della Città di spostare i diritti edificatori dei palazzi previsti sul quadrilatero del Fila in altra area, i visionari tornano all’attacco, richiedono all’amministrazione comunale di convocare un “Tavolo” di lavoro che raccogliesse la partecipazione della Città, della Circoscrizione IX, del Torino Fc e dei tifosi. Il Tavolo avrebbe dovuto essere quell’organismo destinato a cercare la strada migliore per ricostruire il Filadelfia restituendo così la giusta dignità alla memoria di quel luogo.
La richiesta viene accolta da Montabone, all’epoca assessore allo sport, che incontra i tifosi e accetta di farsi promotore del Tavolo di lavoro, comincia così l’avventura del “Tavolo per il Filadelfia”.
Tavolo per il Filadelfia - i primi incontri
Il 14 novembre del 2006 si svolge il primo incontro, vede la partecipazione della Città, del Torino Fc rappresentato da Cairo, della Circoscrizione IX e dei rappresentanti dei tifosi. Questi ultimi, per la prima volta, ammessi a partecipare a decisioni che riguardano, in primo luogo, proprio loro. In questo primo incontro si stabilisce che l’unica strada praticabile per accomunare pubblico e privato sia quella della Fondazione. Già in questo incontro vengono fissati i primi “paletti” che affinati, integrati e definiti saranno quelli che si attesteranno nel cuore dello Statuto a fissare i confini che nessuno dovrà mai superare a tutela della “sacralità” del luogo Filadelfia.
L’incontro successivo viene fissato a distanza di ben tre mesi dal precedente. Il 6 febbraio del 2007. In questa fase i tifosi si rivelano sicuramente i più attivi della compagine “tavolesca”, infatti si presentano direttamente con una bozza di Statuto che in questo incontro viene consegnata all’amministrazione. Su questo impianto, con notevoli sforzi e incredibili equilibrismi di mediazione, sarà costruita quella che è diventata la bozza definitiva, approvata dal Consiglio Comunale il 25 febbraio 2008 e di conseguenza da tutte le associazioni presenti al Tavolo.
In questi mesi, tra l’altro, il gruppo dei tifosi si arricchisce di una nuova componente, il Circolo Soci del Torino Calcio.
Le scelte fondamentali
I mesi che intercorrono tra il febbraio e l’aprile del 2007 sono sicuramente i più intensi e tormentati dell’intero cammino, proprio in questa fase si sviluppano i maggiori contrasti tra le varie componenti e si collocano i maggiori rischi di una prematura e fallimentare conclusione del lavoro.
In primo luogo, all’interno del gruppo di lavoro, sono presenti due linee di pensiero sulle priorità da seguire.
Da un lato i tifosi, che dall’inizio sostengono che la priorità assoluta riguardi la stesura di uno Statuto chiaro, anche rigoroso, forse persino un po’ rigido, ma adeguato a definire il campo e le regole del gioco.
Dall’altra parte l’Associazione ex Calciatori, all’epoca rappresentata da Cereser e Rampanti, i quali ritengono prioritario cercare immediatamente un potenziale investitore e poi, soltanto successivamente, insieme con questo nuovo soggetto, scrivere le regole.
La linea proposta dagli ex calciatori è ritenuta particolarmente rischiosa dai tifosi temendo che un soggetto investitore, pesantemente coinvolto, prima di aver stabilito un quadro di regole ben definito sarebbe stato praticamente impossibile da controllare.
Un altro punto di intenso dibattito è quello della scelta migliore per quanto riguarda il processo di ricostruzione-gestione dell’impianto e dell’area nel suo complesso.
Anche in questo caso, la diatriba vede schierarsi da un lato i tifosi, che propendono per la ricerca dei fondi necessari a coprire le spese di ricostruzione e con questi pagare un costruttore che abbia il mero compito di eseguire i lavori, un soggetto che però, non sia coinvolto anche attraverso forme di investimento di capitali. La ragione che spinge i tifosi a perorare questa linea è la volontà di mantenere la gestione dell’area e dell’impianto sportivo saldamente nelle mani della Fondazione.
Sull’altro fronte, ancora gli ex Calciatori Cereser e Rampanti, che propongono di seguire la strada di un appalto di costruzione e gestione, da affidarsi ad un costruttore/finanziatore che avrebbe recuperato quanto investito gestendo l’impianto e l’area per qualche decennio.
Questa opzione, dal punto di vista dei tifosi, presenta dei rischi troppo elevati, in quanto una gestione affidata per lunghissimo tempo ad un soggetto terzo, non avrebbe lasciato, su questo soggetto, alcun adeguato margine di controllo da parte della Fondazione.
La città, in questa fase, si mantiene sostanzialmente in una posizione intermedia tra gli “schieramenti”, senza palesi prese di posizione a favore dell’uno o dell’altro.
Le prime crisi

Tanto per rendere ancora più calda questa fase, si scatena la questione “del progetto”, il sindaco Chiamparino, nel corso di una intervista rilasciata nei primi giorni di febbraio, dichiara l’esistenza di un progetto in avanzato stato di definizione, destinato alla ricostruzione del Filadelfia. Questa dichiarazione risulta in aperto contrasto con quanto sempre sostenuto, anche in conseguenza di palesi richieste, all’interno del Tavolo, ove più volte l’assessore Montabone aveva dichiarato che la Città non disponesse di alcun progetto di ricostruzione. In seguito a questa intervista i tifosi diramano un comunicato di fuoco ove richiedono in modo esplicito un incontro con il sindaco Chiamparino e gli assessori Montabone e Viano.
L’incontro viene accordato, i tifosi richiedono spiegazioni, in merito al progetto, alla partecipazione della Città alla Fondazione, alla necessità della massima trasparenza tra i componenti il Tavolo. Il sindaco presenta uno studio di fattibilità dichiarando sia l’unico documento in possesso della Città, inoltre conferma la volontà della Città stessa di ricostruire uno stadio sull’area del Filadelfia e la certa partecipazione della Città alla costituenda Fondazione. Infine viene garantita la trasparenza dell’attività del Tavolo, che viene esplicitamente riconosciuto come unico organo legittimato e condiviso a lavorare per la ricostruzione.
Aprile e maggio


Con l’incontro successivo del Tavolo, il 2 aprile 2007, comincia una fase in qualche modo meno tormentata del lavoro.
Nei mesi di aprile e maggio vengono definiti i passaggi che porteranno allo spostamento dei diritti edificatori dei palazzi previsti sul quadrilatero in altra area reperita dalla Città. Inoltre lo Statuto della Fondazione viene definito in modo sempre più preciso, i paletti già identificati vengono scritti in modo definitivo, anche con l’importante contributo del Torino Fc, rappresentato ormai da mesi da Giuseppe Ferrauto, che definisce tutte le esigenze tecniche della società, esigenze che saranno inserite nella bozza definitiva di Statuto.
La città si impegna a redigere uno studio di fattibilità che attesti la possibilità di inserire nel quadrilatero tutto quanto necessario al Torino Fc, inoltre uno spazio museale adeguato alle esigenze dell’Associazione Memoria Storica Granata. Detto studio, consegnato nei mesi successivi, attesterà la possibilità di collocare all’interno del quadrilatero, tutto quanto necessario.
Nell’incontro dell’ 8 maggio si licenzia una bozza già molto avanzata dello Statuto.
Le nuove crisi

Dopo questa fase “tranquilla” si sviluppano le ultime tensioni del Tavolo, che coincidono con la presentazione alla stampa da parte di Angelo Cereser di un progetto di ricostruzione del Filadelfia. Questo porta i tifosi ad esprimere pubblicamente il loro biasimo per l’inopportunità della scelta, nei tempi e nei modi. In particolare alla luce del lavoro comune ormai molto avanzato. Palesando la volontà di mettere ancora una volta in discussione il lavoro del Tavolo. Fortunatamente per tutti, in particolare per il Fila, il progetto Cereser non riceve consenso alcuno e il lavoro può proseguire.
L’ultimo scoglio da superare, tra i mesi di giugno e luglio, è determinato da una serie di modifiche che la Città propone alla struttura dello Statuto dettate, secondo i legali comunali, da esigenze di forma. Queste modifiche portano alla necessaria, ennesima, presa di posizione pubblica da parte dei tifosi ed a una nuova analisi delle modifiche proposte, sino ad una forma condivisa.
Nonostante le difficoltà e le crisi, fortunatamente superate grazie alla comune volontà di portare a termine il lavoro, in questi ultimi due mesi vengono definitivamente sancite la priorità del documento Statutario come primo atto del Tavolo e dell’opzione della ricerca di fondi da privilegiare rispetto alla via dell’appalto di costruzione e gestione. Questa via viene lasciata come seconda opzione nel caso non fosse possibile reperire i fondi.
E’ necessario sottolineare che, raggiunto questo risultato, tutte le componenti abbiano apertamente dichiarato che il risultato ottenuto è condiviso da ciascuna, in ogni sua parte.
Le fasi conclusive


Con i mesi di settembre ed ottobre vengono apportate le ultime, minime, limature. Intanto hanno termine le procedure inerenti la variante al PRG destinata allo spostamento dei palazzi in altra area.
Dopo oltre un anno di lavoro la bozza definitiva dello Statuto del Filadelfia viene finalmente approvata e pubblicata.
Negli ultimi mesi la bozza di Statuto segue l’iter di avvicinamento alla discussione in Consiglio Comunale. Passa una prima volta in Commissione Comunale per la preparazione alla delibera di Giunta. Successivamente transita ancora in Commissione Consiliare e, nel frattempo, riceve il parere favorevole della IX Circoscrizione. L’ultimo passaggio in Commissione è proprio quello del 22 febbraio, che precede la discussione in Consiglio Comunale che, come accennato, avviene lunedì 25 febbraio 2008.
Dopo l’approvazione consiliare la bozza è tornata alle Associazioni che hanno contribuito alla stesura, per l’approvazione da parte dei loro direttivi. Ogni associazione ha fatto pervenire all’Assessore il proprio documento comprovante l’approvazione.
Successivamente, nell’ottobre 2008, quando ormai si è prossimi a recarsi dal notaio per Costituire la Fondazione, l’Assessore Viano convoca le parti componenti il Tavolo informandole della sussistenza di ipoteche insistenti sull’area.
La presenza di queste ipoteche rende di fatto impossibile il lavoro della Fondazione, pertanto si decide di procrastinare la costituzione della Fondazione al momento in cui le ipoteche fossero cancellate.

Purtroppo, la questione delle ipoteche si è protratta per oltre due anni, soltanto alla fine di dicembre del 2010 si è conclusa la lunga trattativa tra l’Assessorato allo sport (che nel frattempo era passato da Montabone a Sbriglio) e l’Avvocatura della Città di Torino, da una parte e l’Agenzia delle Entrate dall’altra.
Questo lunghissimo tempo ha comportato una sorta di “pausa tecnica” tanto sgradita, quanto necessaria, dal momento che, come detto, non era assolutamente considerabile l’ipotesi di costituire la Fondazione con l’area del Fila ancora gravata dalle ipoteche.
Successivamente alla cancellazione delle ipoteche, la Regione Piemonte, confermando la volontà già espressa negli scorsi anni di entrare come socio fondatore nella Fondazione Filadelfia, dichiarava di essere pronta a versare una cifra compresa tra i due e i tre milioni di euro, in tre anni, quale proprio conferimento, aggiungendo di avere preso accordi con le Fondazioni bancarie San Paolo e Unicredit, per un contributo di due milioni di euro da parte di ciascuna di esse.
Questi fondi, insieme ai tre milioni e mezzo di euro messi a bilancio dal Comuna di Torino (confermati nel corso dell’incontro del 21 gennaio), e ai cinquecentomila euro prospettati dalla Provincia di Torino, la quale, negli scorsi anni ha anch’essa dichiarato la propria volontà di partecipazione, sembrano essere una base di partenza decisamente adeguata e in grado di fornire le garanzie necessarie per addivenire alla ricostruzione.
Confidando che tutti i soggetti istituzionali mantengano gli impegni assunti, si resta in attesa di una presa di posizione definitiva da parte del Torino FC ad una sua partecipazione alla Fondazione e all’entità del conferimento che intenderà effettuare.
Oggi, gennaio 2011, la costituzione della Fondazione, fortemente voluta dai tifosi, diventa finalmente imminente.

E poi… Che Fare?



Venerdì 21 gennaio 2011, nel corso di un incontro presso l’assessorato (fortemente richiesto dai tifosi), le parti al Tavolo, l’Assessore Sbriglio e i tecnici comunali dottoressa Arena e dottor Ferrari, hanno calendarizzato i passi necessari per poter firmare l’Atto Costitutivo della Fondazione Filadelfia entro il marzo 2011.
Da quel momento potrà iniziare il lavoro vero, dare alla Fondazione un suo Consiglio Direttivo, bandire un concorso per la ricerca di un progetto adeguato e rispondente ai rigorosi dettami statutari, cercare i fondi eventualmente ancora necessari alla ricostruzione (oltre ai conferimenti degli Enti Fondatori), appaltare la ricostruzione e, una volta espletata, gestire l’impianto e l’area.

La Fondazione avrà di fronte mesi di lavoro duro ed intenso, che richiederanno il sostegno di tutti i tifosi Granata.

Siamo certi però, che chiunque abbia rispetto per i valori dello sport, della storia e della memoria, prescindendo dalla propria fede calcistica, sarà felice di dare il suo sostegno ad un progetto di questa importanza e portata.
Crediamo che quanto è stato costruito in questi anni abbia un valore particolare, un valore che sta al di sopra di ogni altro. I tifosi granata, uniti e compatti, per la prima volta si sono assunti la responsabilità di essere partecipi della determinazione del loro destino e di quello di uno dei loro luoghi sacri. Se il Fila sarà ricostruito ciascun tifoso del Toro saprà che un pezzetto del merito è suo e niente e nessuno potrà privarlo di questa certezza.

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