martedì 12 marzo 2013

12/03/13 - Filadelfia, c’è la carta che può sbloccare tutto

Ora lo statuto della Fondazione è stato riconosciuto e così si può finalmente lanciare il bando di concorso
Il CdA presieduto da Chiabrera è chiamato a valutare pure la situazione dell’area commerciale
 
 STEFANO LANZO
TORINO. Solo con un poderoso sforzo di fantasia quella di ieri potrebbe venir definita una notizia clamorosa, anche perché semmai vale il contrario: era attesa, senza la certezza granitica della data. Ma la giornata è ugualmente storica, in un certo senso. E il passo avanti non assume soltanto una valenza simbolica, ma ha bensì una sostanziale valenza pratica. Perché è arrivata l’ufficialità: la Fondazione Filadelfia è stata riconosciuta dalla legge e di conseguenza dallo Stato italiano. Dettagli, potrà replicare qualcuno. E invece no: perché finora la Fondazione ha giustamente e legittimamente agito da fondazione, per portare avanti la pachidermica macchina burocratica, senza però possedere il crisma della classificazione giuridica. Conditio sine qua non , sottolineano i membri del CdA in coro, senza la quale non si sarebbe concretamente potuti partire nel processo di ricostruzione. Le fondazioni un tempo venivano certificate solo attraverso un procedimento effettuato dalle Prefetture: potevano anche trascorrere anni. Adesso in aiuto c’è anche uno specifico ufficio regionale che appunto in queste ore ha staccato il lasciapassare alla Fondazione Filadelfia, che nel frattempo aveva pure dovuto qua e là aggiustare lo Statuto e l’atto costitutivo per adeguarli alle normative vigenti (come ad esempio il numero dei membri del CdA, inizialmente previsti in 13 e poi ridotti a 5 come previsto dalla legge).
ECCO IL SIGILLO Il sigillo di fatto può a tutti gli effetti lanciare la Fondazione Filadelfia verso la ricostruzione e far crollare anche gli ultimi alibi. Ogni minuto perso, a questo punto, sarebbe sanguinoso dopo che di anni ne sono stati buttati a bizzeffe, dall’estate del 1997. Posto l’avallo formale ed essenziale, adesso comincia la parte succosa: e da qui in avanti si vedrà davvero chi ha a cuore la rinascita del Filadelfia e chi no. A tal proposito diventerà a questo punto delicato e fondamentale il prossimo CdA, il primo dopo il riconoscimento ufficiale, fissato in calendario il 25 marzo. Perché ora non esistono più vincoli: si può partire con bando di concorso e gara d’appalto, compatibilmente con le tempistiche previste. Dunque a giugno, magari anche maggio, quando sul conto della Fondazione verranno versati i soldi necessari per partire.
LA DISPUTA Si comincia a fare sul serio, insomma. E’ non sono casuali i contatti, sempre più intensi e frequenti, tra i membri del CdA, i progettisti e i tecnici. Si lavora per non avere rimpianti, posto che in questo momento la Fondazione avrebbe le teoriche risorse per completare solo l’area sportiva del Filadelfia. E i quattromila metri quadrati di area commerciale? E’ un aspetto nodale, che andrà discusso e sviluppato su due fronti. Uno è strutturale, con l’inevitabile aumento dei costi. E il CdA sta effettivamente cercando di capire se sia possibile contenere ulteriormente il prezzo. L’altro aspetto è strettamente collegato alla situazione economica: ci si scervella per trovare soluzioni volte al reperimento di risorse e fondi, tramite il coinvolgimento di privati o iniziative correlate alla ricostruzione. E sono partiti i sondaggi per provare a comprendere quanti e quali sarebbero i ricavi rispetto ai costi in caso di costruzione e sfruttamento anche dell’area commerciale. Il 25 marzo ci sarà qualche risposta. Almeno si spera.
Foto: La Fondazione Filadelfia è stata costituita due anni fa

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