martedì 5 marzo 2013

05/03/13 - Fila, corsa ai soldi e contro il tempo

Ieri il CDA della Fondazione
Caccia a nuovi finanziatori. «Bando per maggio»
Il presidente del Cda, Chiabrera, confida di rispettare l’ultimatum del sindaco. Beccaria: «Progetto in 2 fasi? La parola spetta al Collegio Fondatori»

 MARCO BO
TORINO. Sul Filadelfia ancora un rinvio. Non è il primo e non sarà l’ultimo. I tempi per lanciare il bando del progetto finanziario per la ricostruzione non sono maturi. Innanzitutto perché non è ancora stato stabilito se si costruirà il Filadelfia da 8 milioni, che nel Cda della Fondazione di ieri è emerso senza equivoci che non prevede l’area da edificare di via Giordano Bruno, oppure quello da 12-14 che invece è “completo”, con tanto di area commerciale da circa 4000 metri quadrati dove dovrebbe trovare sede anche il Museo granata. Il tutto è stato aggiornato al prossimo lunedì 25 marzo quando si riunirà un nuovo Cda che dovrà valutare come i diversi soci della Fondazione intenderebbero utilizzare l’area di pertinenza del lato via Giordano Bruno e se nel frattempo qualcuno ha saputo individuare nuove fonti di finanziamento. Già, perché al momento, sempre sulla carta visto che si tratta di intendimenti e non di bonifici andati buon fine, nelle casse della Fondazione si possono, potrebbero, contare 8 milioni: 3.5 a testa tra Comune e Regione, 1 del Torino attraverso la Fondazione Mamma Cairo. Bene, se dovessero spuntare partner che sinora sono stati nell’ombra, in teoria potrebbe decollare il progetto “all inclusive”. Nel frattempo si sta ancora lavorando su come articolare il bando in maniera tale da poterlo rendere appettibile a un numero più allargato possibile di soggetti interessati, magari proprio grazie alla natura giuridica stessa del bando che è ancora sotto esame. Sulla tempistica del lancio Luigi Chiabrera , presidente del Cda della Fondazione Filadelfia, dice: «Credo che per metà-fine maggio potremo indire il bando per il progetto finanziario della ricostruzione del Filadelfia». Proprio al limite rispetto al tempo massimo indicato dal sindaco di Torino che in una recente lettera ha scritto: «Quale socio principale della Fondazione ho sollecitato il presidente Chiabrera a che la Fondazione presenti il progetto definitivo e il relativo piano finanziario entro il 15 maggio per passare così successivamente al più rapido avvio delle procedure operative». Dunque è iniziata una nuova lotta contro il tempo, anche se in questa vicenda iniziata nel 1997 con l’abbattimento dello stadio del Grande Torino, pare che i limiti fissati siano destinati a essere spostati sempre un po’ più in là.
SOLDI CERCASI In ogni caso se da una parte è scattata questa corsa contro il tempo, dall’altra è iniziata, di fatto, una sorta di caccia al... tesoro. O meglio a soggetti terzi che potrebbero essere interessati alla ricostruzione dello stadio per svariate ragioni intervenendo anche economicamente. Interessi che non potranno concretizzarsi nel vero senso della parola sino a quando non saranno chiariti i margini che offrirà il bando. Detto in parole più semplici, appena sarà concordato nel Cda come eventualmente verrà utilizzata l’area, o meglio, il volume, che verrà licenziato in via Giordano Bruno, ecco che si potrebbero registrare “aiuti” economici esterni. Una cosa, però, pare certa. L’eventuale ingresso di soggetti nuovi dovrebbe avvenire in maniera rispettosa dello statuto della Fondazione, che ha come finalità quella di riconsegnare al Torino e alla città un unicum, seppur integrato, destinato a rappresentare la nuova cittadella granata. Ieri, al termine del Cda che si riunirà nuovamente tra tre settimane, Domenico Beccaria , consigliere in rappresentanza del Gruppo dei tifosi, si dichiarava fortemente deluso: «Mi par di capire che si possa andare verso una realizzazione in due tempi diversi della ricostruzione: solo in un secondo momento si andrebbe a realizzare il quarto lato, quello di via Giordano Bruno. Se così fosse, ricordo che esclusivamente il Collegio dei Fondatori ha il potere di valutare ed eventualmente deliberare lo scorporo su due differenti lotti».
Foto: Bambini tifosi del Toro mentre giocano sull’ex prato del Grande Torino. Quando tornerà un campo?
 
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LA STAMPA Cronaca di Torino  
FILA TRA TIFOSI E COMUNE SI ALLARGA LA FRATTURA
 
 
 
Fondazione senza pace
Scintille in cda sui nuovi costi, ribassati, del futuro progetto

Gianluca Oddenino Torino
È bagarre sulla rinascita del Filadelfia. Dopo il CdA della Fondazione, svoltosi ieri nell’assessorato allo sport, la frattura tra la rappresentanza dei tifosi granata e il Comune rischia di diventare insanabile. Tutta colpa dei soldi promessi dal sindaco Fassino e non ancora versati alla Fondazione, ma soprattutto del progetto preliminare che rischia di non vedere la luce tra i tagli richiesti per rendere sostenibile la ricostruzione dello stadio del Grande Torino e l’ipotesi di due differenti lotti per il Fila. Il tema è delicato e datato, visto che da anni enti pubblici, Toro e associazioni granata si confrontano su come ridare vita all’impianto sciaguratamente abbattuto nel luglio 1997. «Si continua a perdere tempo – è il duro sfogo di Domenico Beccaria, consigliere della Fondazione Filadelfia -, procrastinando sine die la data del conferimento dei soldi, il vero motivo per cui la ricostruzione del Tempio granata non ha ancora avuto inizio. E’ una situazione vergognosa. Come cittadino e come tifoso, mi sento preso in giro da una amministrazione pubblica che promette a piene mani in tempo di elezioni e poi non mantiene quando è ora». I 3,5 milioni di euro che il Comune ha promesso di versare per il Fila nell’arco di tre anni sono ancora bloccati dalla mancanza di un progetto e un piano finanziario («Un pretesto per far slittare un pagamento di cui non c’era ne la volontà ne le risorse per far fronte», spiega Beccaria), ma è sul come rifare lo stadio che lo scontro è ancora più forte. L’idea di restare in un progetto che possa costare 8 milioni, in pratica i soldi promessi da Comune, Regione e Urbano Cairo, fa a pugni con i lavori portata avanti dalla commissione di architetti e ingegneri che avrebbe calcolato una spesa sui 12 milioni. «Questa differenza è dovuta al costo del lato su via Giordano Bruno – aggiunge il tifoso-consigliere -, che oscilla tra i 4 e i 6 milioni di euro e di cui non s’è voluto tener conto. I progettisti, su indicazioni provenienti da soggetto diverso al Collegio del Fondatori o del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, hanno ritenuto di ipotizzare lo scorporo su due differenti lotti della realizzazione dell’opera. Però esclusivamente il Collegio dei Fondatori ha il potere di valutare ed eventualmente deliberare una soluzione del genere». Probabilmente nel prossimo Cda del 25 marzo la questione verrà affrontata insieme alle modifiche dello statuto, anche se il timore dei sostenitori granata è che vengano cambiate le carte in tavola e la Fondazione possa perdere il controllo dell’opera. «Ci stiamo attivando per un progetto definitivo e finanziario - è la replica che arriva da Luigi Chiabrera, presidente del Cda della Fondazione -: il lavoro procede e possiamo fare un bando con i soldi che ci sono già. Allo stesso ci attiviamo per trovare altri fondi per il Fila». 
 
http://www.lastampa.it/2013/03/05/cronaca/sport/fila-tra-tifosi-e-comune-si-allarga-la-frattura-EXTtakki8ptck8ySx6L5QJ/pagina.html

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