giovedì 14 marzo 2013

14/03/13 - Vignale: «Fila, posti firmati»

«L’idea: poltroncine in vendita per completare la ricostruzione»
Vignale, della Regione: «I tifosi stiano sereni, per la parte sportiva gli 8 milioni sono certi. Mai così vicini!»
 
STEFANO LANZO
TORINO. Il riconoscimento giuridico della Fondazione Filadelfia permette di guardare al futuro con un rinnovato ottimismo, nonostante i passi da compiere siano ancora numerosi e nodali verso una ricostruzione anelata da anni. «Ma non siamo mai stati così vicini come ora», sottolinea Gian Luca Vignale , rappresentante della Regione Piemonte nel CdA della Fondazione e uno dei motori della rinascita.
E adesso?
«Abbiamo un CdA importante il 25 marzo. E poi dovremo definire la situazione, con valutazioni finanziarie e progettuali. In questo momento possiamo contare su 8 milioni, che ci permettono di realizzare il Filadelfia per la parte sportiva».
E quella commerciale?
«Bisogna trovare le risorse necessarie per colmare il gap».
Come?
«Ci sono varie strade, tutte percorribili. La prima è il finanziamento, peraltro già garantito, degli enti pubblici, come il Comune, la Regione e poi come il Torino Fc. La seconda è un intervento condiviso presso le Fondazioni bancarie piemontesi. La terza, a mio avviso, è un reperimento economico attraverso la tifoseria, organizzata e non».
Con quale formula possibile?
«Premesso che i tifosi sono rappresentati già nel CdA e che non mi permetterei di scavalcare nessuno, la mia è una proposta squisitamente personale, che poi può essere valutata dal CdA della Fondazione. Detto ciò, un esempio sarebbe quello di individuare il costo di una poltroncina del nuovo Filadelfia. La struttura avrà duemila posti a sedere su poltrona e altrettanti sui gradoni. Si potrebbe, sempre in via ipotetica, decidere di mettere il nome su mille seggiolini, ognuno al prezzo di tremila euro: si raccoglierebbero tre milioni, fondamentali per avvicinare una cifra necessaria a portare a termine anche l’area commerciale. Coinvolgendo i club sarebbe più semplice: perché ogni socio potrebbe mettere una quota in modo da arrivare alla cifra necessaria per un posto. E’ qualcosa di più di un gesto simbolico: sarebbe un autentico coinvolgimento nella ricostruzione. Magari invece si può decidere di assegnarne solo cento, mettendo però ogni poltroncina a più di diecimila euro: per dire, il Chiambretti di turno, tanto per citare una personalità granata conosciuta, potrebbe aderire. E’ giusto provare a mettere in campo ogni soluzione possibile».
A qualcuno questa idea potrà ricordare quella del mattone ai tempi di Novelli.
«Niente di più lontano. Noi vogliamo recuperare non solo un tempio calcistico, ma anche una risorsa per la comunità. Ci si potrebbe rivolgere anche a finanziamenti privati. Sarebbe importante sfruttare i 4 mila metri quadrati su via Giordano Bruno, che sarebbero fruibili per 365 giorni all’anno, anche quando l’area prettamente sportiva resta chiusa: così si libererebbero anche spazi interni da sfruttare per la parte calcistica. Ripeto, è il momento di mettere in campo idee e possibilità per non lasciare nulla di intentato. So che i tifosi, tra i quali mi inserisco anch’io, crederanno nella ricostruzione solo quando apriremo i cancelli, ma ripeto che non siamo mai stati così vicini alla ricostruzione. Abbiamo tutti gli elementi per portare a termine il lavoro: non è una speranza, è una certezza».
Un aspetto sul quale l’opinione pubblica granata è sempre sensibile riguarda le tempistiche: quando?
«L’obiettivo più che realistico è inaugurare il nuovo Filadelfia per il 4 maggio del 2015».
E i bandi di concorso?
«Nei prossimi mesi, appena ci saranno tutti i tasselli al loro posto. Anche quelli che possono sembrare dettagli sono determinanti per la buona riuscita della realizzazione. La gente deve sapere però che tanti passi concreti sono già stati fatti: in due anni la Fondazione è andata molto più in là rispetto al passato. Stiamo lavorando e presto ci saranno ulteriori novità».
Foto: Una delle numerose manifestazioni di popolo al Filadelfia


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