I pennoni del Filadelfia verranno abbattuti e portati nel museo di Grugliasco
TORINO - Una vittoria di Pirro. È questo la beffarda sensazione che provano i tifosi del Torino che la scorsa settimana sono rientrati in possesso delle lapidi che, prima della demolizione, facevano bella mostra di sé all’interno dello stadio Filadelfia. Dopo 12 anni d’attesa ristringere tra le mani le targhe che ripercorrono la storia del Torino non provoca, però, solo sentimenti favorevoli, ma anzi fa crescere la rabbia ed il rammarico. Non solo per lo stato di degrado a cui è ancora abbandonata la casa del popolo granata, ma anche perchè all’appello mancano ancora delle targhe. Insieme alle lapidi dedicate a Giovanni Secondi, uno dei fondatori del club, ai giocatori del grande Torino ed ai giornalisti periti a Superga e a quella lasciata nel 1949 dagli atleti argentini del River Plate, all’appello ne dovrebbero rispondere altre due: una a ricordo delle vittime della prima guerra mondiale, l’altra lasciata dalla squadra argentina del Racing Avellaneda che negli anni ’50 era giunta in pellegrinaggio sulla tomba del grande Torino. Come se non bastasse, dopo il passaggio delle ruspe del luglio del 1997 si sono perse le tracce di altri importanti simboli che caratterizzavano l’impia nto sportivo di via Filadelfia. Non si sa più, infatti, che fine abbiano fatto le sculture dei grossi palloni da gioco che erano posizionate al fondo delle scalinate che portavano alle tribune. Nella giornata di ieri, dopo un incontro negli uffici dell’assessorato allo Sport, è stato anche deciso l’abbattimento dei 3 pennoni ancora presenti all’interno della struttura sportiva. Le basi dei pali, alti circa 20 metri, su cui era collocato l’impianto d’illuminazione del campo sono, infatti, corrosi dalla ruggine e quindi pericolosi. Nelle prossime settimane tecnici del Comune si adopereranno per rimuovere i pennoni, restaurarli e quindi trasportarli presso il museo del grande Torino di Grugliasco.
Alessandro Maldera
http://www.cronacaqui.it/news-le-reliquie-del-grande-torino-sparite-senza-lasciare-traccia_31849.html
TORINO - Una vittoria di Pirro. È questo la beffarda sensazione che provano i tifosi del Torino che la scorsa settimana sono rientrati in possesso delle lapidi che, prima della demolizione, facevano bella mostra di sé all’interno dello stadio Filadelfia. Dopo 12 anni d’attesa ristringere tra le mani le targhe che ripercorrono la storia del Torino non provoca, però, solo sentimenti favorevoli, ma anzi fa crescere la rabbia ed il rammarico. Non solo per lo stato di degrado a cui è ancora abbandonata la casa del popolo granata, ma anche perchè all’appello mancano ancora delle targhe. Insieme alle lapidi dedicate a Giovanni Secondi, uno dei fondatori del club, ai giocatori del grande Torino ed ai giornalisti periti a Superga e a quella lasciata nel 1949 dagli atleti argentini del River Plate, all’appello ne dovrebbero rispondere altre due: una a ricordo delle vittime della prima guerra mondiale, l’altra lasciata dalla squadra argentina del Racing Avellaneda che negli anni ’50 era giunta in pellegrinaggio sulla tomba del grande Torino. Come se non bastasse, dopo il passaggio delle ruspe del luglio del 1997 si sono perse le tracce di altri importanti simboli che caratterizzavano l’impia nto sportivo di via Filadelfia. Non si sa più, infatti, che fine abbiano fatto le sculture dei grossi palloni da gioco che erano posizionate al fondo delle scalinate che portavano alle tribune. Nella giornata di ieri, dopo un incontro negli uffici dell’assessorato allo Sport, è stato anche deciso l’abbattimento dei 3 pennoni ancora presenti all’interno della struttura sportiva. Le basi dei pali, alti circa 20 metri, su cui era collocato l’impianto d’illuminazione del campo sono, infatti, corrosi dalla ruggine e quindi pericolosi. Nelle prossime settimane tecnici del Comune si adopereranno per rimuovere i pennoni, restaurarli e quindi trasportarli presso il museo del grande Torino di Grugliasco.
Alessandro Maldera
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