lunedì 4 gennaio 2010

03/03/05 - Chiamparino risponde a Gramellini

Tratto dal forum TN ... http://forum.toronews.net/viewtopic.php?t=54350&start=0

http://www.chiamparino.it/forum.php [ peccato che il link non funziona più ]

Massimo Gramellini - Giornalista

Caro Sindaco,
da innamorato di Torino e del Toro reputo avvilente che un monumento di interesse storico sia stato e sia ancora un deposito di erbacce e siringhe. Trovo poi addirittura incredibile che in questi anni nessun imprenditore, a cominciare dal proprietario del Torino Calcio, abbia colto la straordinaria opportunità economica rappresentata da un Quartiere Granata nel cuore della città. Fra stadi, palestre, bar, negozi e ristoranti a tema, la zona che va dal Comunale al Filadelfia potrebbe diventare un luogo di innumerevoli iniziative sportive e commerciali. L'avessero avuta i milanesi, un'opportunità simile, ci avrebbero costruito sopra un'epopea. Noi invece siamo sempre in attesa di qualcosa o di qualcuno, però sempre bravissimi a lamentarci e a criticare.
Fine del lamento e della critica. Vorrei adesso spiegarti perché certi tifosi sono così fissati con il Filadelfia.
La personalità del Toro è talmente legata al vecchio stadio che, abbattuto lo stadio, è crollato anche il Toro. L'unicità del Filadelfia consisteva nella possibilità per un ragazzino e per un pensionato di passare i pomeriggi infrasettimanali a contatto con i giocatori della prima squadra, con i giovani della Primavera e con i luoghi del Mito. Da questo impasto unico, a portata di autobus e tram, nasceva lo spirito granata, quel tremendismo che non era retorica, ma esercizio quotidiano che accomunava calciatori e tifosi di tutte le generazioni. Ricordo certi miei giovedì pomeriggio da bambino, passati ad ascoltare nel cortile dell'antistadio le storie di Valentino Mazzola dalla viva voce dei tifosi, mentre in campo la squadra dei Puja e dei Ferrini si allenava sotto gli occhi ammirati di un ragazzo della Primavera: Paolino Pulici...
Non è mai esistito nulla di simile al mondo, neppure in Inghilterra, dove gli stadi e i campi di allenamento sono sì dentro le città, ma non hanno alle spalle una leggenda paragonabile a quella del Grande Torino.
Disperdere questo patrimonio sarebbe un'idiozia assoluta e credo che il sindaco abbia il compito di impedirlo, facendo tutto quanto è in suo potere, e anche un po' di più, affinché il Filadelfia riviva con le stesse caratteristiche di un tempo: magari con spalti un po' meno ampi, ma di sicuro con due campi di calcio (non solo uno!) per gli allenamenti della prima squadra e della Primavera, in modo da riprodurre la magia dell'impasto originale.
Non vorrei sembrare patetico, ma rifare il Fila nel modo giusto è anche un servizio sociale. Per me e per tanti altri quello era l'Asilo Nido, così come per tanti nonni era il sostituto della Bocciofila e del Centro Anziani. Restituiamoglielo.
Massimo Gramellini

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Risposta di Chiamparino :

Parliamo dello stadio Filadelfia del Torino calcio

Cronistoria recente del "Fila"

1995 - il presidente granata Gian Marco Calleri decide di abbandonare il Filadelfia come sede degli allenamenti della prima squadra e cede il vecchio stadio gratuitamente alla Fondazione Filadelfia, presieduta da Diego Novelli, che nel frattempo si è costituita.

1997 - La Fondazione fa radere al suolo quasi interamente lo stadio e lancia una sottoscrizione con la vendita ai tifosi dei famosi "mattoni".

22 giugno 1998 - Il Consiglio Comunale approva una mozione che prende atto delle proposte di giu***tus e Torino per realizzare stadi di proprietà e impegna sindaco e giunta a vincolare la Fondazione Filadelfia al ridimensionamento significativo del progetto presentato, pur salvaguardando le esigenze della società.

2000 - La Fondazione cede il terreno alla SIS di Franco Cimminelli, neoproprietario del Torino Calcio, per l'importo di 140 milioni di lire.

18 novembre 2002 - Il Consiglio Comunale delibera la variante parziale al PRG concernente l'area dello stadio Filadelfia tra le vie Spano, Tunisi, Filadelfia, Giordano Bruno.

28 febbraio 2003 - Viene siglato un protocollo d'intesa tra la Città di Torino e il Torino Calcio per disciplinare il recupero delle aree Comunale e Filadelfia.

25 giugno 2003 - Il Consiglio Comunale trasferisce al Torino Calcio il diritto di superficie dell'area Stadio Comunale. Il Torino Calcio si impegna a realizzare nell'area Filadelfia un impianto sportivo regolamentare con servizi, tribuna e museo della memoria granata.

9 dicembre 2003 - In Consiglio Comunale viene approvata la variante.

17 maggio 2004 - Il Consiglio Comunale approva il trasferimento dell'aera Filadelfia e dell'area ex-Chinino tra la Città di Torino e il Torino Calcio.

20 dicembre 2004 - Il Consiglio Comunale approva la variante sull'area delimitata dalle vie Taggia, Montevideo, Giordano Bruno, Madonna delle Rose.

24 febbraio 2005 - Via libera in commissione al piano per l'area Filadelfia. Quattro lotti: area ex-Chinino (centro commerciale), due lotti per edifici residenziali, nuovo stadio Filadelfia

La cronistoria evidenzia l'infondatezza di tutte le sciocchezze che sono state dette sulla distruzione del Fila da parte della Giunta. Adesso vorrei porre una domanda a cui nessuno finora ha risposto: perché andava bene (2000 - 2001) un progetto che prevedeva la costruzione del nuovo stadio sull'area dogana e lo scavalcamento di via Giordano Bruno con l'occupazione di circa metà del terreno su cui preesisteva il Filadelfia per attrezzature di servizio, anche commerciali (supermercato)? Eppure quello era il progetto che, fino a quando si pensava potesse essere finanziato con i fondi olimpici, era sostenuto non solo dalla Società, ma anche da tutti i gruppi di tifosi, ultras vari compresi.
La nostra strada è di dare al Torino (come alla giu***tus con il Delle Alpi) la possibilità di costruire una sorta di "quartiere granata" nell'area compresa fra il Comunale (che diventerà lo stadio per il campionato) e il Fila (che sarà lo stadio per allenamenti, partite amichevoli ecc.) con sede, museo e tutela della memoria nei monconi residui e restaurati del Fila.
Una possibile alternativa è quella proposta da alcune "vecchie glorie": ricostruire il Fila come museo e gestirlo come tale. Lo spazio c'è. Ostacoli tecnici da parte nostra non ve ne sono salvo che non potrebbe essere utilizzato per il calcio, se non per allenamenti a porte chiuse.

Problemi ve ne sono pure:

a) chi mette i soldi per la costruzione e la gestione?
Non la Città, sia perché non li ha, sia perché ha altre priorità (dalla metropolitana ai servizi sociali)

b) ha senso un monumento che comunque sarebbe finto ?

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