martedì 30 marzo 2010

Chi è il padrone del Fila?

A cura della sorella Valeria
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Eccomi dinuovo qui, ad accendere mille sigarette davanti allo schermo bianco del mio pc, cercando di riacciuffare il sottile filo rosso dei miei pensieri, interrotti bruscamente dieci mesi fa.
Sono finalmente tornata pienamente padrona della mia fede, sebbene anche oggi, i miei toni, saranno decisamente polemici.

Lavorando nella zona di via Giordano Bruno mi capita spesso di voler fare una passeggiata in pausa pranzo. Per una TOROMANTICA come me non c'è posto migliore del caro e vecchio Fila.

Qui però mi tocca subito fare una premessa. Purtroppo, per i miei limiti d'età, non ho mai potuto godere della gloria di quell'impianto sportivo un po' liberty. Mio papà, da piccina, mi portò qualche volta per seguire gli allenamenti, certo; però ho tanti ricordi del Fila come è oggi e pochissimi di com'è stato. Nonostante questo, è indubbiamente uno dei posti della città che più ho nel cuore. Quando sei all'interno senti l'essenza, il profumo del Toro. E' come se fosse il brodo primordiale della fede di ciascuno di noi, anche se all'apparenza assomiglia più a Ground Zero...

Ebbene, da troppi mesi ormai non è più possibile entrare. Il Filadelfia è infagottato in un recinto di lamiere ondulate come se fosse il reattore numero 4 di Chernobyl.

Non c'è un varco da cui si possa passare, al cancello c'è un lucchetto del peso di 5 Kg e il portoncino accanto l'hanno chiuso a chiave e hanno accuratamente rimosso la maniglia. Nel tratto tra via Tunisi e via Spano, dove non ci sono le lamiere, hanno tappato i buchi del muro di cinta che era crollato, da cui ci si sarebbe potuti tranquillamente introdurre.

Come anticipato prima, mi capita spesso in pausa dal lavoro, di farmi un giretto attorno alle mura, nella perenne speranza che qualche uomo di buon cuore abbia fatto saltare anche solamente uno di quegli odiosissimi pannelli. Ma nemmeno oggi mi è stato possibile raggiungere le gradinate deserte che hanno sentito ruggire la tromba di Bolmida.

Chiunque ci sia entrato non può non aver avvertito quello strano senso di soggezione che, solo calpestare il prato su cui ha giocato Mazzola, ti può far provare. Amo il suo silenzio ovattato che fa sembrare la città caotica così lontana. Ci si sente al sicuro tra le mura amiche custodite gelosamente dai gatti del Fila. Oppure come dimenticare il 4 maggio 2006 con tutto lo stadio vestito a festa e tutti noi a sentirci più fratelli del solito....

Perchè negare così brutalmente il permesso di entrare ai padroni di casa? Badate bene il Fila è nostro e ribadisco solamente nostro! O mi vorrete forse far credere che il proprietario è quell organo non pensante che è il Comune di Torino, che l'ha distrutto nel 1998 e da dodici lunghissimi anni, attende che finisca di crollare da solo? Siamo i custodi indiscussi della nostra fede, perchè non possiamo vivere una parte di essa, indissolubilmente legata a quel posto meraviglioso?

Terminata la mia ispezione a 360° attorno al Filadelfia, oggi è spuntato il sole e un leggero luccichio mi ha abbagliato. Il grande portone accanto alle biglietterie è stato ridipinto da qualche bravo e meritevole cittadino. E mentre il Comune di Torino si dimenticava della nostra casa, lui ha dipinto d'oro i due torelli in rilievo.... Allora ditemi, chi è il padrone del Fila?


http://lnx.torcidagranata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1469:chi-e-il-padrone-del-fila&catid=74:pensieri-granata&Itemid=125

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