TS - pag. 19
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Cairo e il Filadelfia: tante promesse.
«E nessun atto concreto. In 5 anni non ha fatto praticamente nulla per cercare una soluzione. Se ne è lavato le mani. Certi giornali... come il vostro... se ne occupano quasi ogni giorno. E da anni i tifosi organizzano manifestazioni e lanciano iniziative continue per salvare il Fila. Cairo invece si è sempre nascosto. Comodo. Troppo comodo. Non ha mai mostrato una vera volontà di sedersi al tavolo anche solo per ragionare con spirito costruttivo».
Costruttivo: è davvero il caso di dirlo, parlando del Filadelfia.
«Vi faccio un solo esempio, credo che renda l’idea. Il sindaco Chiamparino non lo sente dallo scorso luglio. E io gli ho parlato solo due volte dall’estate a oggi. Ma solo perché l’ho cercato io, per provare a organizzare anche con il Torino, oltreché con la Juventus, una partita con finalità benefiche a favore della lotta alla Sla. Non appena sono diventato assessore, Blanc mi ha chiamato per dirmi che aveva piacere di incontrarmi per discutere del Delle Alpi. E fin da subito si è presentato in ufficio con una sua delegazione. Cairo, invece, non ha mai mostrato un reale interesse. Solo parole. O polemiche inutili. E poi manda i suoi rappresentati alle riunioni per il Fila: ma non hanno potere, possono solo tornare a Milano a riferire... E dire che il Comune fin da subito gli aveva assicurato il massimo della collaborazione per trovare una soluzione. Per il Filadelfia e l’Olimpico, intendo dire».
Ora potreste farlo di fronte a un candidato acquirente.
«Certo. Purché però sia serio e all’altezza dell’impegno. Siamo pronti a garantire disponibilità e ogni strumento utile per la rinascita del Filadelfia e perché, volendo, il Torino torni in possesso dello stadio Olimpico. Nonché per valutare le possibili aree commerciali connesse più o meno limitrofe. Insomma, una collaborazione a 360 gradi anche per il bene della collettività. Il sindaco ha già dimostrato nel 2005, durante l’estate del fallimento del Torino, che è pronto anche a scendere in campo con molta decisione, se necessario. Le potenzialità del Toro sono enormi pure per quanto riguarda gli stadi. Intanto, come sapete, per il Filadelfia stiamo trattando con l’Agenzia delle Entrate per estinguere le ipoteche».
Pure l’Olimpico è ipotecato.
«Ma di fronte a un Torino disposto ad acquistare lo stadio ci metteremmo subito in azione per risolvere anche questo problema. Dico di più: il Comune è pronto pure a svolgere un ruolo di mediatore, se dovesse servire, tra un candidato acquirente e Cairo, sempre per un evidente pubblico interesse. Fatico a individuare un altro mediatore super partes e più credibile del Municipio. Anche l’eventuale uscita di scena di Cairo verrebbe gestita in modo tale da garantire all’attuale presidente un addio più che onorevole. Cioè nel pieno rispetto di ciò che Cairo ha fatto per il Toro, seppur tra mille errori uno più evitabile dell’altro».
Cairo e il Filadelfia: tante promesse.
«E nessun atto concreto. In 5 anni non ha fatto praticamente nulla per cercare una soluzione. Se ne è lavato le mani. Certi giornali... come il vostro... se ne occupano quasi ogni giorno. E da anni i tifosi organizzano manifestazioni e lanciano iniziative continue per salvare il Fila. Cairo invece si è sempre nascosto. Comodo. Troppo comodo. Non ha mai mostrato una vera volontà di sedersi al tavolo anche solo per ragionare con spirito costruttivo».
Costruttivo: è davvero il caso di dirlo, parlando del Filadelfia.
«Vi faccio un solo esempio, credo che renda l’idea. Il sindaco Chiamparino non lo sente dallo scorso luglio. E io gli ho parlato solo due volte dall’estate a oggi. Ma solo perché l’ho cercato io, per provare a organizzare anche con il Torino, oltreché con la Juventus, una partita con finalità benefiche a favore della lotta alla Sla. Non appena sono diventato assessore, Blanc mi ha chiamato per dirmi che aveva piacere di incontrarmi per discutere del Delle Alpi. E fin da subito si è presentato in ufficio con una sua delegazione. Cairo, invece, non ha mai mostrato un reale interesse. Solo parole. O polemiche inutili. E poi manda i suoi rappresentati alle riunioni per il Fila: ma non hanno potere, possono solo tornare a Milano a riferire... E dire che il Comune fin da subito gli aveva assicurato il massimo della collaborazione per trovare una soluzione. Per il Filadelfia e l’Olimpico, intendo dire».
Ora potreste farlo di fronte a un candidato acquirente.
«Certo. Purché però sia serio e all’altezza dell’impegno. Siamo pronti a garantire disponibilità e ogni strumento utile per la rinascita del Filadelfia e perché, volendo, il Torino torni in possesso dello stadio Olimpico. Nonché per valutare le possibili aree commerciali connesse più o meno limitrofe. Insomma, una collaborazione a 360 gradi anche per il bene della collettività. Il sindaco ha già dimostrato nel 2005, durante l’estate del fallimento del Torino, che è pronto anche a scendere in campo con molta decisione, se necessario. Le potenzialità del Toro sono enormi pure per quanto riguarda gli stadi. Intanto, come sapete, per il Filadelfia stiamo trattando con l’Agenzia delle Entrate per estinguere le ipoteche».
Pure l’Olimpico è ipotecato.
«Ma di fronte a un Torino disposto ad acquistare lo stadio ci metteremmo subito in azione per risolvere anche questo problema. Dico di più: il Comune è pronto pure a svolgere un ruolo di mediatore, se dovesse servire, tra un candidato acquirente e Cairo, sempre per un evidente pubblico interesse. Fatico a individuare un altro mediatore super partes e più credibile del Municipio. Anche l’eventuale uscita di scena di Cairo verrebbe gestita in modo tale da garantire all’attuale presidente un addio più che onorevole. Cioè nel pieno rispetto di ciò che Cairo ha fatto per il Toro, seppur tra mille errori uno più evitabile dell’altro».
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