venerdì 19 marzo 2010

19/03/10 - Il Fila unisce i grandi rivali (Bresso e Cota)

TS - pag. 17

Botta e risposta tra i due candidati alla presidenza della Regione Piemonte

TORINO. Un braccio di ferro politico che si accende anche sul piano sportivo. Da una parte Mercedes Bresso, presidente di Regione uscente e candidata per il centrosinistra; dall’altra il novarese Roberto Cota, candidato alla Regione per il centrodestra. Un botta e risposta che si articola sugli argomenti che stanno maggiormente a cuore agli sportivi piemontesi: lo sfruttamento e la gestione degli impianti olimpici, il futuro di Juventus e Torino, la piaga sempre aperta del Filadelfia sono alcuni dei temi sollevati da Tuttosport e di cui i candidati hanno discusso, stagliandosi su posizioni a volte divergenti, in altri casi simili. Su un aspetto Bresso e Cota però sono d’accordo: la questione Filadelfia, per troppo tempo rimandata, deve essere risolta in via definitiva. Al più presto, aggiungiamo noi.

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Le otto domande

1) Preoccupati per il futuro dello sport piemontese? L’eredità olimpica ha lasciato tanti impianti, però le squadre non ci sono.
2) Juventus e Torino attraversano un momento delicato: cosa può fare la politica per lo sport?
3) Cairo ha messo in vendita il Torino: le istituzioni come si pongono nei confronti di questa notizia?
4) Chi può essere il proprietario ideale per il Torino?
5) La Regione cosa può fare per risolvere l’annosa que­stione Filadelfia?
6) Tifosi di...?
7) Una promessa ai tifosi del Toro.
8) Una promessa agli sportivi piemontesi.


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BRESSO

« Siamo con i tifosi Voglio il Toro in A»

STEFANO LANZO

1) «No, non sono particolarmente preoccu­pata per il futuro dello sport piemontese. La realtà nelle varie discipline sportive non è negativa: a Novara, Biella, Cuneo, ma anche a Casale, Omegna, Torre Pellice... Mi pare, anzi, che ci sia una notevole vitalità che sconta - in questo periodo, ma vale per tutti e dovunque ­anche in questo settore le ricadute della crisi. A Torino la situazione è più difficile complessa, ma anche qui la vitalità della base è notevole. Per dirla tutta: 10-15 anni fa la situazione era, in generale, molto peggiore. Ma andiamo con ordi­ne. Vorrei ribadire e ricordare con orgoglio quan­to è emerso anche dal confronto con i Giochi di Vancouver, appena terminati: la nostra espe­rienza è stata straordinaria, per qualità dell’e­vento, dei luoghi, dei costi, del post-olimpico che non ha distrutto economicamente il territorio ma che, anzi, contribuisce al suo rafforzamento. In tutti questi settori, siamo citati ad esempio nel mondo! Capisco che siamo abituati a lamen­tarci, però dovremmo anche imparare ad apprezzare i miglioramenti quando ci sono... Non per niente, in questi anni abbiamo ottenu­to l’organizzazione di molti grandi eventi e manifestazioni di altissimo livello: proprio per­ché credibili e affidabili. Ci sono problemi, ovvia­mente, come in tutte le questioni serie e com­plesse. Gli investimenti per garantire la vita degli impianti sono indispensabili, ma tutto questo ha senso solo in un’ottica di sistema e di sempre nuove candidature del Piemonte come sede di eventi sportivi internazionali: noi lo stia­mo facendo, con successo. Il binomio sport-turi­smo è diventato un traino determinante che ha contribuito al traguardo di 11,5 milioni di pre­senze nel 2009, in crescita perfino sull’anno olimpico: siamo gli unici che sono cresciuti in campo turistico nell’anno top della crisi. E i grandi eventi hanno anche la potenzialità di far crescere la base degli sportivi praticanti, di sti­molare eventuali investitori a entrare nello sport, a crederci: per l’attività di alto livello ser­vono questi, serve il denaro. Noi, sistema istitu­zionale dallo Stato ai Comuni, possiamo creare le condizioni perché l’attività funzioni (e in que­sto senso i risultati ci sono), ma certo non possia­mo creare le società di vertice.»

2) «La politica per lo sport può, anzi deve fare molto: promozione dell’attività di base e nelle scuole, sostegno alle associazioni sportive, promozione della cultura sportiva e dello sport pulito, creazione e manutenzione di impianti di base, ecc... Per lo sport. Juventus e Torino non sono “lo sport”, neppure il calcio è “lo sport”. Che le due squadre stiano attraversando delle diffi­coltà sportive, o che le attraversi chiunque altro non può e non deve cambiare gli atti della politi­ca. I risultati negativi fanno parte dello sport, non possiamo certo decidere di far vincere qualcuno... C’è già, in questo Paese, chi cambia le regole se il risultato, non sportivo in quel caso, non gli piace. Mi sembra che basti e avanzi».

3) «Come nei confronti di qualunque imprenditore che metta in vendita la propria azienda: in questo caso non parliamo di centinaia di posti di lavoro in ballo, ma parliamo del valore sociale che il Toro, lo sport in genera­le e il calcio in particolare, hanno. Ci interessa seguire la vicenda, comprenderne gli eventuali sviluppi per le ricadute che possono avere sulla società e quindi sui tifosi. Ma si tratta di un imprenditore che annuncia di essere disposto a cedere una sua “azienda”, per noi molto partico­lare ma un’azienda. Noi siamo attenti perché il bene “sociale” rappresentato da quella realtà venga difeso. Interventi diversi a me sollevano sempre qualche sospetto e qualche diffidenza. Mi spiego: che un amministratore o gruppi di parlamentari possano sensibilizzare l’opinione pubblica e alcuni possibili investitori sull’impor­tanza della realtà sportiva in ballo è giusto, anzi spesso è essenziale perché la visibilità maggiore può far giungere più rapidamente ed efficace­mente il messaggio a eventuali interessati. Ma ogni altro intervento rappresenterebbe pura speculazione, perché è chiaro che nel momento della gestione ordinaria sarà la società in questione e quindi il referente economico a dover far quadrare conti e risultati. Non potrà essere un’amministrazione, qualunque essa sia, a intervenire. Tanto più in momenti di difficoltà finanziaria mondiale, come quello che stiamo vivendo».

4) «Una persona ricchissima, ambiziosa, appassionata di calcio. Ma, soprattutto, una persona capace di smuovere la passione esi­stente attorno a questa squadra, che non è una squadra qualunque. Nel bene e nel male, il Toro è realtà che va trattata con attenzione particolare».

5) «Noi, come i tifosi sanno, abbiamo già da tempo deliberato la nostra partecipazio­ne alla Fondazione. Abbiamo anche cercato di capire se fosse possibile sciogliere la questione legata all’ipoteca e ai problemi con il fisco, ma non siamo direttamente coinvolti e quindi non abbiamo modo di intervenire su quel fronte».

6) «Simpatizzante Rubentus».

7) «Il punto 6 del nostro programma, a pro­posito di sport, dice: “concertare con il Comune di Torino il recupero dell’area Filadelfia”. Questo è l’impegno che abbiamo volu­to prendere già nella scrittura dell’impegno prin­cipale, più serio e ufficiale che un politico possa prendere con i suoi elettori: il programma. Abbiamo dimostrato, concedendo gratuitamente gli spazi della Regione in piazza Castello per la mostra del Centenario, di avere presente le esi­genze dei tifosi e di avere la volontà di soddisfar­le. Posso promettere, perché già lo faccio, di tifare per il Torino perché conquisti la promozione: sono una di quelle piemontesi non abbastanza appas­sionate di calcio da gustarsi un intero campiona­to senza derby! Non ho l’abitudine di promettere cose che non posso fare perché non rientrano tra le mie funzioni. Altri avranno questa abitudine. Ma bisogna vedere, poi, cosa si realizza...».

8) «Proseguiremo nel lavoro avviato per la creazione di una diffusa rete di impianti sportivi, con grande attenzione alla riqualifica­zione delle strutture esistenti per renderle effi­cienti e più sicure. E poi andremo avanti nell’affermazione della Carta etica dello sport piemon­tese quale base per la diffusione di buone prati­che che impegnino le istituzioni, il mondo della scuola, della comunicazione, dell’impresa e tutte le altre componenti economiche e sociali, per creare nei cittadini una cultura sportiva reale. Infine, approveremo la nuova legge per lo sport, che rafforzi il ruolo di programmazione e di indi­rizzo della Regione in questo settore. E conti­nueremo nel sostegno ai club e agli atleti di ver­tice, nelle varie discipline».


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COTA

«Basta promesse Servono i fatti»

PIERO VENERA

1) « Per quanto concerne il post- olimpi­co, credo occorra dire basta con i contributi a pioggia che hanno lasciato cattedrali nel deserto, non legate ad un progetto globale e che non hanno portato ricadute positive sul territorio. E trovo davvero assurdo che il Piemonte abbia magari tanti impianti sportivi, ma poche società che li utilizzino. Questo significa in modo evidente che negli ultimi anni si è privilegiata l’immagine rispetto alla sostanza, che si è preferito usare lo sport per fare altro e non si sono aiutate vera­mente le società e le associazioni sportive a crescere. Il mio impegno sarà ovviamen­te per un’inversione di rotta radicale, per­ché lo sport sia di nuovo messo al centro delle iniziative sociali della Regione » .

2) Su questo tema occorre essere one­sti e guardare a quanto la Regione può realmente fare per sostenere lo sport e nella fattispecie il calcio. Ribadisco che il mio impegno sarà indirizzato ad un serio sostegno e aiuto alle tante società e associazioni sportive che, nonostante le difficoltà e il periodo di crisi, ancora ani­mano la nostra Regione. Lo sport rappre­senta un patrimonio a cui il Piemonte non può rinunciare, e questo per la sua valen­za sociale, perché è una palestra di vita che insegna a perseguire obiettivi attra­verso il lavoro di squadra e il sacrificio. Inoltre lo sport insegna l’importanza della disciplina, del rispetto delle regole e anche aiuta a sviluppare un senso di appartenenza alla propria comunità. Infine lo sport svolge un ruolo fondamen­tale per la salute dei nostri giovani, sia fisica sia psicologica. Quindi non investire su questo ambito sarebbe un vero delitto per la nostra Regione » .

3) « Penso siano scelte private, da rispettare. Cairo mi pare abbia fatto molto per far funzionare le cose, ma la for­tuna non è stata dalla sua parte. Le istituzioni penso debbano mettere in campo iniziative in favore dello sport giovanile, dei vivai, ecc... E’ giusto che ognuno faccia la propria parte » .

4) « Una persona che abbia voglia di investire sulla società a 360 gradi e che abbia anche un pizzico di fortuna, che nel calcio non guasta. Sinceramente non ho una figura particolare in mente » .

5) « La Regione può, attraverso il Comune di Torino, il Toro e altri sog­getti interessati, creare un tavolo di discussione per organizzare un progetto concreto intorno a questo luogo storico. Io penso siano molti i potenziali interessati ad un recupero del Filadelfia, ma finora non c’è stata la volontà di dialogare, come purtroppo accade nella cattiva politica. Io penso invece che il dialogo, anche con chi non la pensa esattamente nel tuo stesso modo, sia un valore. Nel passato, sul Filadelfia, si sono soltanto sentite tante parole e buone intenzioni, nulla di più. Alla fine tutte queste proposte non si sono mai concretizzate » .

6) « Sono un appassionato- praticante di basket, e sogno il ritorno di una grande squadra di pallacanestro di Serie A in Piemonte, magari proprio a Torino che si unisca a Biella. Questa mia passio­ne mi ha portato oggi ad essere presiden­te onorario di LegaDue. Per centrare l’o­biettivo del ritorno della grande pallaca­nestro di serie A a Torino dichiaro fin da ora il mio massimo impegno. Calcistica­mente parlando, invece, sono tifoso del Novara, che sta facendo davvero bene, e nutro una spiccata simpatia per il Torino. Ma credo che per il bene del Piemonte tutte e due le squadre torinesi più blaso­nate, Toro e Juve, dovrebbero stare al ver­tice del calcio non solo nazionale, ma anche europeo. Mi inorgoglisce infatti vedere i tifosi di squadre straniere riem­pire il centro di Torino in occasione delle partite di livello europeo. Questo è tra l’al­tro anche un ottimo modo per far conosce­re la nostra Regione e la nostra bellissima città oltre confine. E poi è pure un modo per dare una mano al nostro commercio » .

7) « Credo che l’ultima cosa di cui abbiano bisogno i tifosi del Toro sia l’ennesima promessa. Ne hanno già sen­tite troppe in questi anni, per cui io posso semmai pronunciarmi per un impegno per il sostegno e lo sviluppo di tutte le società sportive piemontesi, Torino compresa » .

8) « Anche qui voglio essere onesto e non fare le solite promesse che in tanti utilizzano durante le elezioni. Piuttosto mi sento di garantire un mio impegno concreto per il sostegno di tutti gli sport piemontesi, anche di quelli minori e soprattutto di quelli che hanno una particolare connotazione storica locale, come ad esempio la palla pugno nel cuneese o l’hockey ghiaccio nelle valli pinerolesi. Sul sostegno dello sport, soprattutto quello giovanile, mi pare che la Regione abbia fatto davvero poco in questi anni: si fanno sempre grandi discorsi, grandi promesse, programmi elettorali di pagine e pagine promettendo di tutto e di più. E poi, a conti fatti, si scopre che nulla è stato fatto, che nulla è rimasto. Eppure di sprechi la cattiva politica ne fa molti e un mio impegno sarà nel tagliarli pesantemente per investire nel sociale. E lo sport farà parte di questa mia strategia: investen­do “ dal basso”, sono sicuro che molti sport possano tornare ad essere delle eccellenze regionali. Ho sempre preferi­to la politica delle poche parole, cercan­do di dedicare ogni energia ai progetti concreti e al conseguimento di risultati. Penso sia anche per questo che il movimento che ho l’onore di rappresentare negli anni ha guadagnato non solo con­sensi, ma anche simpatie. Torino e il Piemonte dalle Olimpiadi del 2006 hanno avuto davvero molto, ma troppo si è perduto in feste, lustrini e immagi­ne fine a se stessa. Io da presidente di Regione voglio riprendere in mano la questione del post- olimpico e dare anche qui una svolta a quella che rischia di essere una grande occasione mancata per il rilancio del Piemonte » .



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