giovedì 10 maggio 2012

1999 - Mario Gerbi ex Presidente del Torino Calcio visita i resti del Filadelfia



Dal gruppo su Facebook  Rivogliamo lo Stadio Filadelfia

Manlio Collino :

 Gerbi: il presidente-gentiluomo che salvò il Fila dalle grinfie di Borsano... Vi racconto un po' di storia del Fila ante-Calleri. Dato che l'erosione delle gradinate continuava, nell'86 anche Rossi aveva pensato di abbatterle, commissionando all'architetto Ossola un progetto che prevedeva il restauro della tribuna in legno e delle "curvette" di nord e sudovest (capienza 6000 posti), con demolizione del resto, cioè di tre lati su quattro, ma non ne fece nulla.
Nel 1987 a Rossi succedette Mario Gerbi, che rimase alla presidenza del Toro fino al marzo del 1989, quando gli subentrò Borsano con la squadra già sull'orlo della B. Fu Gerbi, a commissionare all'architetto Zavanella un altro progetto che prevedeva per lo stadio la conservazione, dopo accurato e rispettoso restauro di tutti e quattro i lati per una capienza totale di 14.000 posti a sedere. Il costo dell'intervento, pensate, era di 4 miliardi di Lire. Anche se erano Lire del 1989 (prima della grande svalutazione del 1992 di Giuliano Amato) erano pur sempre poche. Magari Gerbi l'avesse fatto! Invece fu travolto dalla crisi della squadra, si ritirò, e il Fila restò com'era.

Nel 1989 era giunto a maturazione anche il mutuo federale sul Fila, e Gerbi l'aveva potuto riscattare dalla Federcalcio per la cifra simbolica di trenta milioni. Nelle more dell'operazione, però, Gerbi aveva ceduto la presidenza a Borsano e costui, all'atto della voltura, voleva intestarlo alla Gima, cioè intestarselo. Fu ancora Gerbi ad opporsi fieramente allo scippo, anche se era già fuori dalla Società. Fece pervenire una diffida della Federcalcio al nano cammellato, che rinunciò all'insana idea. Così il glorioso impianto poté finalmente diventare proprietà effettiva del Torino, attraverso la Società Civile Campo Filadelfia, di cui era amministratore delegato l'ex arbitro (e grandissimo tifoso granata) Piero Bonetto. Dopo bip sciupacammelli venne Goveani, e il notaio ye ye fu l'ultimo a investire grani nel Fila, costruendo la nuovissima lavanderia ultramoderna, che però lavorò due sole stagioni. I macchinari erano ancora come nuovi quando Novelli demolì l'impianto. Dopo Goveani arrivò Calleri, lo sceriffo-killer che smantellò il vivaio granata e chiese la dismissione del Fila. Fu la condanna.



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