lunedì 14 maggio 2012

14/05/12 - Dal Politecnico di Berlino per studiare il Filadelfia

TORINO. La storia è bella, pure evocativa, poetica. Impartisce anche una lezione: a chi ha ridotto il Filadelfia in questo stato, nel ’97, e a chi non ha fatto nulla, in 15 anni. Sette professori del Politecnico di una capitale dell’architettura come Berlino, guidati dall’architetto Matthias Graf von Ballestrem, hanno trasformato il concorso internazionale di idee lanciato dalla Fondazione Filadelfia per la riqualificazione dell’area (in ballo la costruzione di un moderno centro sportivo) in un corso per 50 studenti. Nelle scorse settimane la “classe” ha raccolto informazioni e documentazione innumerevole sul Grande Torino e sul Filadelfia, quindi una delegazione di professori e studenti si è recata apposta a Torino per un meticoloso sopralluogo al Fila: venerdì scorso. Ora torneranno in Germania, divulgheranno al gruppo di lavoro quanto appreso e si metteranno in azione per produrre tesi, elaborati e progetti per il loro corso di laurea. Una bella storia, certo. Tutto questo è accaduto anche grazie all’entusiastica collaborazione delle associazioni di tifosi presenti nella Fondazione Filadelfia, che hanno accolto e aiutato professori e studenti (una mano l’ha data anche il Comune, sugli aspetti legati alla sicurezza). L’architetto (granata) Beatrice Pecchenino ha messo a disposizione del Politecnico tedesco anche copie del progetto originario del 1926. I tifosi del Fila (uno giunto apposta da Roma per l’evento) si sono trovati di fronte professori e studenti ben documentati. Ma che ora hanno scoperto anche l’orgoglio di chi lotta da anni per la rinascita del Fila. E per una città più civile e rispettosa della propria storia.
M.BON.

Fila, progetti made in Deutschland

Sopralluogo degli architetti del Politecnico di Berlino: sarà il loro caso-studio

A margine del concorso di idee che si è concluso con la consegna di ben 34 progetti (più altri 7 pervenuti fuori tempo), che la commissione nominata dalla Fondazione Filadelfia sta esaminando per dare il via alla fase definitiva di realizzazione, la componente dei tifosi nella stessa Fondazione ha portato avanti un'iniziativa molto interessante: una classe di architettura del Politecnico di Berlino, infatti, capitanata dal professor Mathias Ballestrim, è venuta in trasferta sino a Torino per effettuare un sopralluogo in quello che ormai resta del tempio degli Invincibili.

Misurazioni, fotografie e parecchie domande hanno caratterizzato la visita sul terreno di gioco degli studenti che, istruiti sulla storia del Filadelfia e sulla leggenda della squadra che vi giocò, hanno poi provato a capire i perchè dei tanti vincoli imposti per la ricostruzione. ''Siamo venuti a conoscenza del concorso di idee tramite il bando della Fondazione - ha raccontato in buon italiano lo stesso professor Ballestrim ai microfoni di TN - ed abbiamo pensato di cogliere l'occasione per proporre ai nostri studenti questo tema per i loro lavori''.

La classe intera è infatti rimasta molto incuriosita dalla vicenda e, dopo aver ascoltato attentamente le condizioni alle quali attenersi per la progettazione, ha proposto molti quesiti tecnici relativi all'orientamento del terreno di gioco, al riscaldamento artificiale del prato, al tipo di partite che si vorrebbero giocare sul campo e persino all'abbassamento del suo livello per aumentare la capienza e ragionare sul settore ospiti: "L'impianto deve essere ricostruito come era l'originale - ha spiegato il prof. Ballestrim ai giovani architetti - e questo sarà uno stimolo per voi, perchè dovrete trovare le soluzioni giuste per fare un buon progetto nei limiti previsti, ma usando al massimo la vostra creatività e inventiva''.

Il discorso si è poi spostato più in generale sul mito e la leggenda che circondano il Filadelfia: ''Ci pare di aver capito - ha concluso lo stesso illustre insegnante, traducendo i pensieri dei propri studenti - che questo stadio deve rinascere più per il significato racchiude in sè, per la storia che ha scritto e che conserva, piuttosto che per ospitare le partite di calcio: questo sarà un ingrediente molto importante da aggiungere ai progetti che verranno fuori da questa nostra esercitazione".

Ancora una volta, quindi, capitan Valentino e compagni, a distanza di anni, sono riusciti a commuovere, stupire e farsi ammirare ben al di fuori delle quattro gradinate che delimitano l'anima ed il cuore dei colori granata; ma oltre alla loro influenza "celeste" c'è voluto l'impegno "terreno" dei tifosi (superfluo aggiungere "e non delle istituzioni") perchè l'interesse per questo piccolo quadrilatero varcasse i confini cittadini e nazionali, arrivando lontano.

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