sabato 5 maggio 2012

05/05/12 - Fassino e Cairo: «Ricostruiamo il Filadelfia»

Patto Fassino-Cairo: «Abbiamo preso un impegno solenne»Il presidente del Toro: «Trattiamo il rinnovo dell’affitto all’Olimpico, ma prima viene il Fila».
 Il sindaco e la gaffe sul Grande Torino

STEFANO LANZO
TORINO. Nel giorno della memoria granata, della riflessione, della preghiera, della costante attesa di una rinascita auspicabile e auspicata, il Municipio di Torino indossa il suo vestito da cerimonia per celebrare con i massimi onori, per la prima volta ufficialmente, il Grande Torino a 63 anni da quel tragico pomeriggio che si portò via un «simbolo di un’Italia che voleva uscire dalle sofferenze della guerra», estrapolando un passaggio del discorso del presidente del Consiglio comunale, Giovanni Maria Ferraris , in apertura della commemorazione istituzionale. Ma piangere Superga non deve significare guardarsi indietro, rimpiangere un passato che non tornerà più: è progettare e costruire un futuro migliore. Un futuro granata che non può prescindere dalla ricostruzione del caposaldo dell’universo del Toro: il Filadelfia. E allora è vitale che le parole spese ieri dal sindaco di Torino, Piero Fassino , e dal presidente del club granata, Urbano Cairo , non finiscano nel vento, ma siano la concreta spinta alla rinascita. «Adesso ci sono delle condizioni riguardo il Filadelfia, attraverso il lavoro della Fondazione, che prima non si erano mai concretizzate», è la premessa di Cairo: accelerare, dunque, deve essere l’imperativo assoluto.
LA STRETTA DI MANO Sorrisi, cordialità, una calorosa e significativa stretta di mano nella Sala Rossa gremita, per poi rinnovare l’intesa in una stanza di Palazzo di Città, lontano da occhi e orecchie indiscreti: l’unità di intenti traspare nelle parole di Fassino e Cairo che risuonano all’unisono. Annuisce il patron granata: «Sì, abbiamo la possibilità di svoltare sul Filadelfia, a 15 anni dalla sua demolizione. Abbiamo unità di intenti e assoluta concordia con tutti i soggetti presenti nella Fondazione: noi del Torino Fc, il Comune, la Regione, le associazioni dei tifosi. Siamo pronti a dare un impulso determinante alla ricostruzione e il Torino Fc c’è, pronto a fare la sua parte anche dal punto di vista economico. In una giornata come questa, con tutti i significati che si porta dietro, ci prendiamo un impegno solenne: nel concreto, diamo velocità alla Fondazione Filadelfia, ora con il vaglio dei 34 progetti e poi con i prossimi passi nell’immediato futuro, anche attraverso l’intervento finanziario del Credito sportivo. Con il sindaco Fassino permane una grande intesa: la collaborazione è proficua e sul Filadelfia la vediamo allo stesso modo». E l’Olimpico? «Stiamo trattando con il Municipio per il rinnovo del contratto di affitto, ma ciò non esclude altre situazioni, come ad esempio il comodato d’uso per 99 anni. Ma l’Olimpico, in questo momento, non è una priorità assoluta per noi: la precedenza deve averla il Filadelfia».
LUSTRO ALLA STORIA Le riflessioni di Fassino non sono differenti: «Abbiamo il dovere di trasmettere questa memoria alle generazione future, anche per questo motivo ho intenzione di arrivare a una felice conclusione nel progetto di ricostruzione del Filadelfia, che sia allo stesso tempo luogo di sport e di memoria. E’ una parte importante del nostro programma elettorale e dunque è nostra intenzione portare a termine l’obiettivo, perché la Città vuole dare ancora più lustro al Torino e alla sua storia unica». Il sindaco ha sottolineato come «la tragedia di Superga sia uno di quegli eventi che non si possono dimenticare e ciascuno di noi ha cristallizzato nella memoria ciò che i nostri genitori ci hanno raccontato. Il Torino ha reso onore allo sport italiano e dunque il nostro sentimento è di gratitudine, augurandoci che la società possa cogliere quel successo auspicato da tutti noi». Un ricordo sincero e sentito, non senza una gaffe, quando Fassino ha evidenziato come «il Grande Torino poteva vantare nove giocatori su undici nella Nazionale italiana». In realtà sono stati anche dieci, ma è un peccato veniale per chi non ha mai nascosto la propria fede juventina.
LA PROPOSTA DI LEGGE Il giorno della memoria granata il 4 maggio è diventato evento ufficiale, a livello locale, soltanto da quest’anno, ma non tutti sanno che esiste una proposta di legge per istituirlo anche a livello nazionale. L’ha presentata l’onorevole, torinese e granata, Davide Cavallotto , Lega Nord (che aveva presentato la mozione comunale a Torino per il 4 maggio), qualche mese fa e da allora è rimasta “sepolta” tra le carte di una delle commissioni parlamentari. Un peccato, perché il Grande Torino è stato un simbolo dell’Italia intera. «Sarebbe bellissimo - è il pensiero di Cavallotto - se la ricostruzione del Filadelfia andasse di pari passo con l’iter parlamentare, anche piuttosto breve, per riconoscere il 4 maggio come giorno di commemorazione dei Caduti di Superga. La proposta di legge c’è, adesso serve soltanto la volontà politica di rendere omaggio a un patrimonio della nostra storia, ovvero il Grande Torino».


TS - 05/05/12 - pag. 17
Don Aldo: «Cairo, si può dare di più»

Nella predica una stoccata anche al mondo del calcio: «Continueremo a esistere: ma ci sarà consentito?»

SUPERGA. Ogbonna , Coppola , Franco Ossola declamano le letture sacre dal pulpito. Don Rabino li guarda con trasporto. La predica è intessuta come sempre di molti richiami sportivi, la basilica anche stavolta risuona, il cappellano del Toro fa sempre breccia. Saluta i presenti, i parenti delle vittime, porta idealmente in braccio «i tanti giovani, la speranza, la garanzia del futuro». Saluta tutto il Toro. I suoi sono atti di accusa. O inviti pressanti. E memorie da proteggere. Per Cairo : «Caro pres, hai fatto molto, lo confermano i fatti, ma una bella canzone dice che si può dare di più. Hai fatto 30, fai 31!». Applaudono tutti, anche tanti giocatori. Si coglie un sorriso in Cairo, chissà se e quanto tirato. Don Aldo lo guarda fisso, la parlata è carica di carisma: «Sono 3 o 4 i grandi presidenti del Toro. Puoi diventarlo anche tu, ma devi fare una cosa. E sai bene quale». Il Filadelfia, senza dubbio. Il gioco di parole è per « Ventura , cui auguro che l’avventura finisca in gloria». Quindi, ai giocatori: «Deponete ogni paura. Siete bravi ragazzi. Raccogliete il sangue versato a Superga. Imparate a capire, qui, cosa significa indossare la maglia del Toro». Altri applausi. «Senza distinzioni, invito i tifosi a stare uniti. La forza dei poveri ottiene risultati solo se tutti remano verso la medesima meta. Vogliamo tutti vincere la sfida. Il senso della marcia dei 50 mila non si è perduto, è quassù. Non si è fermata quella fiumana. Continua a vivere, procede. Ognuno faccia la sua parte. Non so per chi tifa il Padreterno, ma don Bosco era granata. Questo è certo. Perché era dalla parte dei poveri». Applausi. «Ricordiamo anche le vittime dell’Heysel, le loro famiglie. Noi saremo anche i parenti poveri, ma siamo ricchi di sentimenti». Applausi. Mani che si stringono.
CIMMINELLI «Ritempriamo le energie morali. Ricordiamo anche Cimminelli », il patron del fallimento, scomparso nei mesi scorsi. Pietà umana e giustizia invoca don Aldo: «Uomo troppo schietto e sincero, Cimmi, per poter stare in un sistema che fa della menzogna l’arma migliore. Obbligato a entrare in un mondo non suo, ha pagato tutto, colpito dalla giungla del calcio e da cattivi consiglieri. Eppure, lui, aveva forgiato un Toro cresciuto per molti elementi nel vivaio, che oggi vediamo giocare anche in Nazionale. Incappò in un fallimento premeditato. Che brutta pagina». Il crescendo: «La coscienza di appartenere alla storia granata si è un po’ smarrita, sopita in questi anni per promesse mai realizzate. Che fatica proporre un progetto che apra alla speranza. Ci sono spaccature tra i tifosi: è brutto. Vedo circolare strani personaggi. Vedo partite e fatico a capire strane decisioni arbitrali. Vedo violenze verbali e fisiche. Vedo sentenze e controsentenze (black out di Padova, ndr). Fino a quando? Qualcuno pesca nel torbido? Chi ci marcia sopra? E’ solo merce di scambio tra calcio, tv spezzatino e giustizia sportiva? Continueremo a esistere: ma ci sarà consentito? Che futuro ha il Toro, questa realtà unica e storica? Ma voglio trasmettere speranza: siamo sempre in marcia. E Superga è il patrimonio più forte del Toro. La cassaforte del Toro. La sua coscienza». Dirà Cairo, a posteriori: «Mi piace molto la canzone citata da don Aldo. “Si può dare di più” è quella che canto più volentieri, è la mia preferita».
BALICE-BONETTO
Foto: SUPERGA. Don Aldo con Ferri, Ventura, Comi e Cairo prima della funzione (LaPresse)

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