domenica 23 ottobre 2011

23/10/11 - Ecco come sarà il nuovo Fila!

IL BANDO DI GARA IN ANTEPRIMA
Due campi, tribuna simile a quella storica
Il problema adesso riguarda i resti del ’26

Obbligatorie le gradinate su ogni lato: capienza di 3.500 spettatori.
Dovranno esserci il museo del Toro e la foresteria del vivaio
MARCO BONETTO
TORINO. Due campi in erba regolamentari con sistema di riscaldamento, destinati agli allenamenti e alle amichevoli della prima squadra e alle par­tite più importanti del vivaio. Spalti su tutti e 4 i lati del cam­po principale. Una tribuna centrale il più possibile simile a quella originale, all’epoca in legno, che rappresentava una pietra preziosa in quel gioiello che era lo stadio realizzato ne­gli Anni 20 e poi ampliato. Una capienza complessiva di 3.500 spettatori. Un sottopassaggio spogliatoi-campo chiamato an­ch’esso a riprodurre quello sto­rico. Realizzazione di un corti­le tra i due campi con libero ac­cesso per il pubblico, i tifosi. Creazione di un museo dedica­to alla storia del Torino. Uffici per le esigenze della società granata (sede o anche solo di­staccamenti operativi). Spazi riservati per associazioni di tifosi. E anche una foresteria per ospitare i ragazzi del setto­re giovanile granata.
 SALVATE I RUDERI!
Sem­bra il vecchio Filadelfia, a rac­contarla così. Nessuna illusio­ne, ci mancherebbe. Ma quan­to si è scritto fin qui costituisce i paletti fondamentali cui do­vranno attenersi tutti i proget­tisti che parteciperanno al bando di gara. O meglio, al con­corso di idee (questa la deno­minazione corretta) che verrà diffuso ufficialmente entro la prima metà di novembre: un concorso stilato con tutti i cri­smi dei bandi pubblici a carat­tere internazionale. L’imposta­zione prevede che i progettisti puntino a presentare relazioni e planimetrie (non siamo an­cora al progetto finale, ma a una sua prima elaborazione sintetica) il più possibile fun­zionali alle esigenze del Torino (che ha indicato con cura le proprie necessità) e rispettose della storia del luogo. In ballo un centro sportivo da 10, 12 milioni, secondo le prime proie­zioni di massima: ma dovrà es­sere ciascun partecipante al concorso a indicare i costi di realizzazione della propria pro­posta e di gestione dell’impian­to. Di certo questi paletti mes­si nero su bianco nella bozza del concorso, che sarà riveduta e corretta in minime parti for­mali nei prossimi giorni, do­vrebbero garantire la condizio­ne che alla fine sia scelto un progetto preliminare non solo all’altezza della modernità, ma anche in linea con la sensibi­lità dei tifosi, dei cittadini: nel­la tradizione del Fila. Uno sta­dio da 30 mila spettatori tra i palazzi non potrà più essere realizzato, date le leggi in ma­teria urbanistica: si sa. Ma poi c’è modo e modo per realizzare un centro sportivo. E il fatto che i componenti della nuova Fondazione Filadelfia abbiano lottato, ottenuto e stabilito che il nuovo impianto dovrà ispi­rarsi a quanto esisteva fino a 3 lustri fa è sicuramente confor­tante. Specie se si pensa che meno di 10 anni fa c’era chi (in Giunta come ai vertici della so­cietà granata) progettava la realizzazione di un supermer­cato esattamente sul prato do­ve giocava il Grande Torino.
 COSA E’ RIMASTO.
Il proble­ma concerne i resti dell’im­pianto del ’26 ancora in piedi: parti delle curve e di una bi­glietteria, monconi di tribuna, ingresso. Il concorso di idee la­scia campo libero: i progettisti potranno scegliere se mettere in sicurezza tutti o una parte dei resti storici, inserendoli ar­monicamente nel nuovo im­pianto. Sarebbe la soluzione migliore: recupero doveroso dei resti gloriosi, a perenne memo­ria di quello che fu (e della scia­gurata demolizione), con la realizzazione di un funzionale centro sportivo. Il dibattito è già aperto. I progetti prelimi­nari (da presentare entro 90 giorni dalla pubblicazione del concorso) saranno esaminati da una commissione di 5 “giu­dici” (tra cui ingegneri o archi­tetti) nominata dal CdA della Fondazione. Entro 2 mesi la commissione giudicante sti­lerà poi la graduatoria dei pro­getti, valutando i vari aspetti (estetica, funzionalità, mate­riali, originalità, fattibilità, tempi e costi) e assegnando a ciascuno un punteggio. Anche tutti questi nodi decisivi per la trasparenza del concorso (ivi compreso il fatto che i “giudici” potranno visionare solo proget­ti preliminari anonimi) saran­no delineati nel dettaglio nel bando. Tutto il resto lo dirà il tempo: insieme con la lotta ci­vile dei tifosi per un nuovo Fi­ladelfia all’altezza. Cioè real­mente degno, non solo com­mercialmente funzionale.
Sotto la foto:
Una veduta del campo principale del Filadelfia, di parte del cortile e dei ruderi del 1926

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