sabato 15 ottobre 2011

14/10/11 - A Cairo il “pacchetto stadi”

TORO PRIMO IN B RETROSCENA: I PIANI DEL COMUNE
Sarà offerto al patron anche il business dei parcheggi per dare l’Olimpico al Toro e ricostruire il Filadelfia

Fassino proporrà a Cairo di inserire lo stadio e il Fila in un’unica trattativa: non solo 14 mila metri quadrati di aree commerciali

MARCO BONETTO

TORINO. Lo chiamano il pac­chetto per Cairo. Nelle inten­zioni non dovrebbe essere una fregatura. Per la precisione, Fassino accarezza l’idea del pacchetto integrato. Un insie­me coordinato di programmi destinati alla risoluzione di problemi diversi: ma il vocabo­lario soccorre solo fin qui. Il re­sto, che nei fatti è tutto, coinci­de con il contenuto. Starà al sindaco riempire la cesta di of­ferte «per rendere l’Olimpico accattivante» (sindaco dixit, su Tuttosport di ieri). Fassino e Cairo dovrebbero incontrarsi nella prossima settimana. Lo schema di partenza sarà dise­gnato dal primo cittadino. Verrà calata la prima carta: in­tenzione del Comune è da­re in gestione al Torino lo stadio Olimpico con allegato il Fila­delfia (nuovo cen­tro sportivo per gli allenamen­ti). La proposta del sindaco prevede di in­serire le due aree in un’uni­ca trattativa volta a «garanti­re al club granata condizioni sosteni­bili, ad hoc. Cioè che non lo penalizzino». In ballo, di conseguenza, non solo le aree commerciali già og­getto di delibere (10 mila metri quadrati all’Olimpico e 4 mila al Fila), finora giudicate insuf­ficienti per originare un equili­brio tra costi e introiti. E co­munque non rispondenti al principio di pari trattamento con la Juventus: principio in­vocato da anni dai tifosi grana­ta, da Cairo stesso e da una ge­nerale e assolutamente condi­visibile esigenza di giustizia. Non stupisce, allora, che il sin­daco e l’assessore allo Sport Gallo stiano già pensando an­che a soluzioni non alternative, ma aggiuntive, accendendo i riflettori sul corridoio urbani­stico che corre dall’Olimpico al Filadelfia. Come, ad esempio, l’area delle ex Dogane, appun­to dietro al Fila. Un primo bu­siness (ma anche un problemo­ne da risolvere) sono i parcheg­gi. La possibilità di far fruttare non meno di 500 parcheggi sot­terranei alle Dogane sarà una delle prime proposte che la Città potrà fare a Cairo. Li rea­lizzerebbe e li gestirebbe in esclusiva il Torino: una parte finirebbe in vendita, un’altra parte in affitto. Chiaramente non può essere solo questa pro­posta a produrre per miracolo l’agognato equilibrio. Ma vale l’esempio per rendere lo spiri­to costruttivo con cui Fassino intende risolvere il problema stadi. Nelle loro chiacchierate il sindaco e Gallo si sono già ri­petuti una formuletta miste­riosa. Il quesito dei quesiti: «Ma esattamente cosa vuole fare Cairo?». Lo sottolineano senza polemica. Al contrario sono rimasti fin sorpresi dal fatto che di recente il patron granata si sia offerto di pagare un conto: la consulenza giuridi­ca dell’Università sul bando che sta per essere varato per il Fila (il concorso di idee).
GRAVI COLPE. L’Olimpico, ristrutturato nel 2006, resta uno stadio sbagliato per le esi­genze del calcio moderno. Men­tre il Filadelfia fu sciagurata­mente demolito 14 anni fa e abbandonato dopo vergognose speculazioni edilizie e commer­ciali. In entrambi i casi le re­sponsabilità non sono di Cai­ro. L’ex sindaco Chiamparino si disse comunque scottato dal patron: da suo ondivagismo su­gli stadi, “faccio-non faccio”. Fassino e Gallo vogliono azze­rare il passato: i messaggi sono improntati alla «massima di­sponibilità ». E’ da capire come potranno e vorranno arricchire il pacchetto integrato. A Cairo, per cominciare, chiederanno di condividere alcuni punti di partenza (le sue volontà, le sue esigenze) per restringere il ventaglio di ipotesi e comincia­re una trattativa. In Comune, a priori, non si esclude nemme­no la possibilità che Cairo vo­glia ristrutturare radicalmen­te lo stadio per migliorarne la funzionalità e le possibilità di business: «Sta a lui», ripete il sindaco. Il tutto con il coinvol­gimento della Fondazione Fi­ladelfia. Le spese di gestione annuale dell’Olimpico ballano sui 750 mila euro. Fassino vuo­le interrompere la strada del-l­’affitto annuale. A Cairo può fare gola mettere le mani sul­l’impianto e su un business al­l’altezza delle necessità: creare patrimonio per il Torino signi­fica costruire il futuro e arric­chire il valore e i conti del club. L’appoggio di società specializ­zate nel realizzare e far frutta­re l’edilizia sportiva è un’opzio­ne. Basta volerlo. Vale per Cai­ro, ma sta alla Giunta garanti­re nuove condizioni. Non solo sostenibili. Realmente accatti­vanti. Cairo sa bene far di con­to: quando entrerà in Munici­pio, dovrà poter sentire le mo­nete tintinnare. Esattamente come quando ci entrava Gi­raudo.
E poi Blanc.
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Prima mossa: via le ipoteche

TORINO. Fassino ha già messo in moto l’avvocatura del Comune e gli uffici dell’urbanistica e dello sport per arrivare a un doppio obiettivo: cancellare le ipoteche poste sull’Olimpico (da 38 milioni) e spianare la strada per consegnare lo stadio in gestione al Torino, curando la collaborazione del Credito sportivo non solo per la riqualificazione del Filadelfia (mutui a tassi iperagevolati, tendenti - questo l’auspicio - allo zero). Di concerto, con un alto valore innanzi tutto simbolico, le manovre burocratiche poste in essere col concorso della commissione toponomastica affinché l’area dietro alla curva Maratona venga intitolata al Grande Torino.
M.BON.

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