domenica 2 ottobre 2011

01/10/11 - Grande Torino? Piccolo stadio

Ecco perché l’Olimpico non attrae Cairo
NOSTRO INVIATO
MARCO BONETTO
GENOVA. Oggi è un mirag­gio immaginare un Torino proprietario dello stadio in cui gioca (da quest’anno sen­za più la Juventus come coin­quilino). L’Olimpico - così com’è - non può certo costitui­re una particolare attrattiva. E i motivi sono essenzial­mente due. Punto primo: la situazione contrattuale-lega­le. Punto secondo: le caratte­ristiche dello stadio e la sua area commerciale. Quanto al primo punto, occorre ricorda­re che - dai tempi del Torino di Cimminelli, poi fallito - lo stadio è ipotecato per 38 mi­lioni. L’ex assessore allo Sport, l’avvocato Sbriglio, aveva anche dato mandato all’avvocatura del Comune affinché cominciasse un com­plesso iter burocratico-legale volto a inseguire la cancella­zione delle ipoteche in Tribu­nale, ma poi tutto si è blocca­to. Non sono soltanto le ipote­che a costituire un problema: ogni anno il Municipio è chia­mato a versare circa un paio di milioni, così come riferisco­no fonti comunali, per far fronte al mutuo acceso per la ristrutturazione dello stadio in vista delle Olimpiadi in­vernali del 2006. E il punto secondo? L’impianto ristrut­turato per le Olimpiadi ha conservato lo spazio della vecchia pista d’atletica, non è uno stadio realizzato propria­mente per il calcio, contiene solo 25 mila posti, nella con­cezione resta desueto, inoltre vanta appena 10 mila metri quadri di aree commerciali: un’inezia rispetto all’affare Delle Alpi-Juventus. Potreb­be invece avere una ragion d’essere anche economica un eventuale accordo a largo raggio che contempli pure il Filadelfia (da costruire un centro sportivo per gli allena­menti) e che partorisca aree commerciali ben più ampie, eventualmente anche in al­tre zone della città più “libe­re”.
SBRIGLIO SPIEGA. Restan­do in tema stadio, proprio l’ex assessore Sbriglio ha appena chiesto al presidente della quinta commissione, Cassia­ni, la convocazione della com­missione stessa per conosce­re novità e intendimenti del nuovo assessore allo Sport Gallo quanto alla situazione e ai destini dell’Olimpico e del Filadelfia. I tifosi, nell’attesa, sono in azione perché il Co­mune, proprietario dello sta­dio, lo intitoli al Grande Tori­no. «Anche a me farebbe enormemente piacere questa soluzione - dice Sbriglio, criti­cato perché durante il suo mandato era stata decisa la possibile vendita del nome dell’impianto a uno sponsor ­. La mia iniziativa, legata a tutti i grandi impianti sporti­vi della città, era un modo in­novativo e al passo coi tempi per recuperare denaro even­tualmente utile anche per la riqualificazione del Filadel­fia. Il Comune inoltre ha il di­ritto di non accettare la pro­posta (nome e offerta econo­mica, ndr) eventualmente portata dalla Reset Group. Insomma, quel bando di gara era un’opportunità in più. Peccato che sia stato inter­pretato in modo solo negati­vo ». Il sindaco Fassino ha co­munque deciso di sospendere la vendita del nome. Si chia­merà per davvero stadio Grande Torino, un giorno? Di certo Cairo dovrà nuova­mente trattare, nei prossimi mesi. L’affitto una tantum dello stadio scadrà a giugno.


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