lunedì 28 marzo 2011

28/03/11 - Oggi nel Museo del Grande Torino attese le firme di 10 soci fondatori

Appuntamento alle 16.30 a Villa Claretta: la nuova Fondazione avrà un CdA provvisorio e soltanto tra 4 mesi potrà diventare a tutti gli effetti operativa


MARCO BONETTO

TORINO. La giornata è storica: e in una storica sede, Villa Claretta a Grugliasco, hinterland di Torino, si celebrerà la nascita della nuova Fondazione Filadelfia. Che nulla ha a che vedere (per fortuna) con l’ex Fondazione di Diego Novelli e con i suoi contestati mattoni. Oggi pomeriggio, in assenza di sorprese clamorose legate alla definizione in mattinata degli ultimi dettagli, sarà firmato l’atto costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia: associazione che ha quale fine la rinascita dell’area leggendaria. E, come noto, gli accordi già prevedono la realizzazione di un centro sportivo per gli allenamenti del Torino e le partite della Primavera. Appuntamento per le 16,30 nel salone principale del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, davanti al notaio Francesco Vaglienti. I NOMI IN BALLO I soci fondatori saranno 10, toccherà ai loro rappresentanti firmare i documenti ufficiali: Regione Piemonte, Comune di Torino, Torino Fc, Comitato Dignità Granata, Associazione Memoria Storica Granata, Tifosi della Curva Primavera per il Filadelfia, Centro Coordinamento Toro Clubs, Tifosi della Curva Maratona per il Filadelfia, Circolo Soci Torino Fc 1906 e Associazione Ex Calciatori Granata. Assente la Provincia di Torino, nonostante le promesse e gli impegni formali degli anni scorsi: nella migliore delle ipotesi entrerà in azione in un secondo tempo, quando si apriranno anche le liste dei soci sostenitori ( stesso destino procrastinato pure per le Fondazioni bancarie). Ogni socio fondatore è tenuto a versare almeno 2.500 euro. Oltre a dar vita alla nuova Fondazione, oggi verrà definito anche il primo CdA della stessa (pro tempore: scadrà il 31 luglio). Il presidente dovrebbe essere l’assessore allo Sport della Città di Torino, l’avvocato Giuseppe Sbriglio; la presidenza andrà al Comune anche perché di proprietà municipale è il terreno del Filadelfia, conferito in diritto di superficie per 99 anni con un valore riconosciuto in oltre 1,4 milioni; faranno parte del primo CdA provvisorio anche un rappresentante della Regione (stamane il governatore Roberto Cota assegnerà il mandato a un suo uomo), il Torino Fc (che anche oggi al tavolo dovrebbe essere rappresentato dal consigliere Giuseppe Ferrauto, se non ci sarà lo stesso Cairo) e 2 rappresentanti dei tifosi soci fondatori, Marco Montiglio e Domenico Beccaria. I SOLDI IN BALLO Compito del CdA sarà aprire un conto corrente per depositare i primi fondi trovati, nonché chiedere il riconoscimento giuridico della Fondazione stessa. Il via libera dovrà arrivare dagli Uffici della Regione che regolano la vita delle Fondazioni: i tempi tecnici parlano di circa 4 mesi, dunque si slitterà a fine luglio. A quel punto la Fondazione diventerà operativa con tutti i crismi e potrà scattare il conto alla rovescia: 18 mesi per trovare il denaro necessario e scegliere il progetto migliore. Serviranno probabilmente tra 10 e 13 milioni, dipenderà ovviamente dalle caratteristiche dell’opera. Il Comune si è impegnato a stanziarne 3,5 milioni, da versarsi nell’ultima parte dei lavori. La Regione ha stanziato 3 milioni complessivi, da spalmarsi nell’arco di 3 anni. Tra 3 e 4 milioni potrebbero poi garantire due Fondazioni bancarie. E si attende sempre di conoscere anche l’entità degli investimenti che effettuerà il Torino. Dopo il 31 luglio il CdA (che in questi mesi provvederà essenzialmente all’ordinaria amministrazione) potrà essere rimodellato proprio in considerazione dei diversi impegni economici garantiti dalle parti. Nell’attesa, i tifosi ribadiscono: «Il primo passo di un lungo cammino sta per essere mosso. Ora le istituzioni hanno il gravoso dovere legale e morale di saldare il debito che la Città di Torino, il Piemonte e l’intera Nazione hanno nei confronti dei Campioni Immortali scomparsi a Superga il 4 maggio del 1949. Ai tifosi coinvolti spetta l’altrettanto gravoso onere di fare da garanti morali della trasparenza di tutta l’operazione, nei confronti di tutta una tifoseria che per troppe volte in passato è stata ingannata e tradita». Proprio così.


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