lunedì 28 marzo 2011

28/03/11 - Fila, quanto saresti bello!

http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?numart=YJW0X&annart=2011&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0

Giorno storico per i tifosi granata: nasce la Fondazione Stadio Filadelfia

E’ il progetto per ricostruirlo così come era ma con due campi, palestra, sede e museo

Ovviamente non è l’unico studio architettonico per l’opera, però l’idea della fedeltà all’originale ha pregi sia affettivi sia ambientali e rispetta i vincoli della Sovrintendenza.

ALBERTO MANASSERO

TORINO. Cinquemilaeuno giorni fa si compiva lo scempio, tra il disinteresse anche di chi dovrebbe vigilare e proteggere i patrimoni artistici e storici: cominciava la veloce demolizione del Filadelfia. Era il 18 luglio 1997. Oggi si consuma un atto che deve rappresentare un altro inizio, quello del ritorno. Quello che dallo zero, dalla tabula rasa fatta all’angolo tra via Filadelfia e via Giordano Bruno, dal cratere nelle coscienze degli incoscienti e nel cuore dei tifosi granata, riporta in vita il Filadelfia. Ore 16.30, nel salone principale del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, verrà firmato l’atto costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia: in parole povere, l’associazione che riunisce enti istituzionali e tifosi, il Torino e gli ex calciatori e che dovrà portare avanti il lavoro, il tanto lavoro che ci sarà da fare per arrivare finalmente e concretamente alla ricostruzione. E’ un giorno storico, non c’è dubbio. Ma la storia non è niente, se non la sappiamo utilizzare guardando avanti, cercando e costruendo il futuro. Allora proviamo subito a farlo, gettiamo l’occhio oltre i tanti giorni di fatica e di difficoltà da superare che aspettano la Fondazione e i suoi componenti, e sbirciamo. E’ uno sprone, è un sostegno ai sacrifici fatti e in arrivo. E’ anche un monito, un “vietato tergiversare” sbattuto in faccia a chi, come Cairo, si attacca alla manfrina del fatto che non c’è nulla di concreto, che quando ci sarà un progetto si potrà parlare di soldi. Un progetto c’è. Anzi, secondo il nostro modesto parere c’è “il” progetto. La soluzione migliore: rifare il Filadelfia così com’era, con metodi e materiali adeguati ai tempi. BUONSENSO E’ possibile? Certo, grazie al minuzioso rilievo eseguito dall’architetto Andrea Gaveglionel 1994 per la sua tesi di laurea in architettura. Da questo e dall’amore per il Toro, è nato il progetto portato avanti proprio da Gaveglio con gli architetti Stefania Ferrero e Michelangelo Taliano, tutti accomunati dal medesimo tifo. In questa pagina potete vedere alcune delle ricostruzioni grafiche che mostrano come dovrebbe presentarsi l’opera realizzata. Alla base, la più semplice delle linee guida: rifare ciò che c’era. Che non ha soltanto il sostegno affettivo, quello del cuore, ma anche quello del buonsenso: il Fila ricostruito, infatti, garantirebbe il rispetto dell’impatto ambientale precedente, dunque non rischierebbe di “invadere” gli spazi delle case che lo circondano; inoltre il progetto in questione tiene conto dei vincoli apposti dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali sui ruderi sopravvissuti alla demolizione. L’impianto ovviamente li ingloba laddove erano: nelle due curve dalla parte della storica tribuna in legno, il terzo moncone, quello d’ingresso, fa parte dell’atrio. Immaginiamo che non esista tifoso del Torino al quale non piacerebbe rivedere il Filadelfia come era realmente. Certo, la possibilità di impianti spaziali e futuristici può magari essere altrettanto allettante, però la gente granata amerebbe un Fila spaziale e futuristico o il Fila e basta? Pure perché dubitiamo che la ricostuzione possa permettersi, sul piano economico, la ricercatezza, in fondo fine a se stessa. Il progetto Gaveglio-Ferrero-Taliano invece rispetta anche l’aspetto della parsimonia: una valutazione dei costi prevede un’ipotesi di spesa tra gli undici e i dodici milioni di euro. Il progetto è minuzioso e dettagliato e utilizza al meglio tutti gli spazi, nell’ottica del Filadelfia casa del Toro. Due campi, spalti con capienza a novemila posti, spogliatoi, palestra, sede della società, sede di alcune associazioni (di tifosi ed ex calciatori), atrio con bar, una piccola zona commerciale, il Museo che corre lungo tutto il perimetro, al primo piano sotto gli spalti. Un gioiello. Comunque quello che serve al Torino. Proprio da questo progetto è nata l’associazione Ri.Fila ( http://www.ri-fila.it/ ), che si propone la raccolta di fondi (al momento sono impegni di contributo) per supportare il finanziamento dell’opera. SCELTA POPOLARE Ovviamente di progetti ne arriveranno altri, tutti degni di valutazione e la scelta dovrà essere quanto più ponderata ma anche più popolare possibile. Ma da oggi, giorno storico, la cosa più importante assieme all’impegno, alla volontà, al sacrificio di tutti sarà l’unità. Unità nella vivacità delle opinioni che si confrontano, delle idee che gareggiano, l’unità portata da un unico comune obiettivo: ricostruire il Filadelfia. Stavolta davvero, sul serio e in fretta.


PER L’OPERA SERVONO TRA 10 E 13 MILIONI

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