giovedì 17 marzo 2011

17/03/11 - Fila: Cairo segreto


Il Torino deve risolvere pure la questione stadi

Dialoghi e incontri con Chiamparino, anche per l’Olimpico
Però in Comune c’è chi lo accusa: «Ci prende solo in giro»


Il presidente della Commissione Sport, Cassiani: «Lo inseguiamo invano da mesi, non si fa vedere e neanche ci risponde. La smetta di vendere fumo»

MARCO BONETTO

TORINO. Urbano Cairo non si smentisce: e di nascosto dal­l’opinione pubblica tratta con il sindaco di Torino. Evidente­mente non aveva interesse a svelare le proprie mosse. Ha invocato discrezione. E l’ha ot­tenuta, coinvolgendo quasi in esclusiva Sergio Chiampari­no, nonché alcuni tecnici del Comune: chiamati dal primo cittadino a partecipare a questi dialoghi, chiamiamoli così, che da alcuni mesi stanno andan­do avanti più o meno sottotrac­cia tra i vertici del Municipio e del Torino. Cairo ha formulato richieste in sequenza: docu­menti di varia natura sullo sta­dio Olimpico, sul Filadelfia e sulle potenzialità commerciali connesse. I vertici della Città stanno fornendo da tempo car­te e delucidazioni. Il momento storico è particolare. Da un la­to c’è Cairo, nel fuoco della con­testazione e della critica e con la squadra a metà classifica in B. Sull’altra sponda, invece, il mandato di Chiamparino sta per esaurirsi e il sindaco pun­ta a chiudere il suo lungo ciclo alla guida del Comune sfor­nando in extremis (quanto al tema stadi-società di calcio) una piattaforma contrattuale e programmatica il più possibi­le positiva e benaugurante: una piattaforma su cui appog­giare il futuro dello stadio Olimpico, il destino del Filadel­fia e nuovi rapporti tra la Città e il Torino. Rapporti riveduti e corretti: mentre è risaputo co­me i dialoghi tra il Municipio e l’altra squadra cittadina siano più che mai buoni e costruttivi, da anni. L’obiettivo di Cairo si sposa dunque con quello del sindaco, concettualmente: ma dove coincidono i punti? Su un compromesso utile a tutti: stendere una bozza di preac­cordo tra la Città e il club gra­nata, relativamente alle nuo­ve condizioni di affitto dell’O­limpico a partire dalla prossi­ma stagione. Cioè quando la Juventus lascerà l’impianto di corso Sebastopoli per emigrare nel nuovo Delle Alpi.

STRATEGIE
Cairo e Chiam­parino non si sono parlati solo per telefono più di una volta, in questi ultimi mesi. Si sono anche incontrati. E i contatti stanno proseguendo da tempo pure tra dirigenti e tecnici del­la Città e alcuni collaboratori di Cairo. Il tutto senza darne pubblicità, si diceva prima: Cairo vuole sorprendere la piazza che lo contesta e non crede più in lui, spera di gam­bizzare le forti critiche sul suo immobilismo esponendo un giorno (a mo’ di colpo di scena) atti, accordi, concreti passi in avanti. Come un giocatore che all’improvviso appoggi sul pan­no verde le proprie carte, con­fidando di colpire a sorpresa gli avversari, sparigliando il gio­co. La sensazione è questa, fino a prova contraria. Ma la do­manda chiave non concerne la strategia, bensì la sostanza. Non sarebbe certo un gran col­po di coda, per Cairo, trovare un’intesa economica col Comu­ne per l’affitto dello stadio, di proprietà della Città. Ci man­cherebbe che non si arrivasse al più presto a tutto ciò: altri­menti dove giocherebbe il Tori­no nella prossima stagione? La vera cartina di tornasole porta l’effigie del Filadelfia: e dopo tutte le promesse di Cairo dal 2005 in poi, non basta sedersi davanti a un notaio a fine me­se per sancire l’ingresso del To­rino tra i numerosi soci fonda­tori della nuova Fondazione Fi­ladelfia. Il succo è un altro: quanti soldi intende tirar fuo­ri Cairo per la costruzione di un centro sportivo per gli alle­namenti della prima squadra e le partite Primavera? E quan­do? Promise solennemente, anni fa, di investire tanto quanto il Comune (3,5 milio­ni). Ordunque: è finalmente pronto ad aprire il portafoglio e a farsi motore primo dell’Operazione Filadelfia?
«D’altronde a chi deve innanzi tutto interessare un Filadelfia ricostruito, oltreché alla Città e ai tifosi, se non al Torino stes­so, che utilizzerà e gestirà la nuova struttura?». Se lo chiede l’assessore allo Sport, l’avvoca­to Giuseppe Sbriglio. «E mi auguro che il Torino garanti­sca il contributo più importan­te, fermo restando che gli enti pubblici faranno il loro dove­re ». Sempre per Sbriglio sarà «un’ottima occasione l’audizio­ne di Cairo fissata per merco­ledì prossimo in Comune», alle 11 davanti alle commissioni Patrimonio e Sport. «Un’otti­ma occasione per comprendere in quali termini il Torino parte­ciperà alla rinascita del Fila».

CONVITATO DI PIETRA
In Comune solo un’élite appare al corrente dei contatti tra Cairo e Chiamparino. In tale conte­sto, allora, possiedono una loro verità anche le accuse di un po­litico cittadino, Luca Cassiani, presidente della commissione Sport: «Sì, Cairo è stato convo­cato per mercoledì prossimo. Nello stesso giorno, in serata, si giocherà il derby delle Vecchie Glorie per raccogliere fondi per la lotta alla Sla. Ma per ora non sappiamo se Cairo si pre­senterà in Municipio. Un paio di mesi fa gli ho scritto, invi­tandolo a comunicarci una da­ta in cui avrebbe potuto essere a Torino. Non mi ha nemmeno risposto. Poi gli abbiamo di nuovo scritto io e Gioacchino Cuntrò( presidente della com­missione Patrimonio, ndr), con­vocandolo per il 9 marzo: e Cai­ro non ci ha di nuovo degnati di una risposta. Menefreghismo totale: non si è presentato e l’audizione è stata annullata. Ora attendiamo il convitato di pietra per mercoledì prossimo: verrà, non verrà? Vai a saper­lo. Finora con il suo comporta­mento si è mostrato scorretto e irrispettoso nei confronti del Comune, dei cittadini, dei tifo­si. Sta prendendo in giro pure le istituzioni, per quel che mi riguarda: e nessuno se lo può permettere. Quando la finirà? Quando chiarirà il suo impe­gno economico per il Fila, smettendo di vendere fumo?».

1 commento:

  1. Uno scandalo d'uomo, che dire... è riuscito a vendere fumo in quantità industriali e nonostante tutto c'è ancora qualcuno che si fida di lui

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