mercoledì 7 marzo 2012

07/03/12 - Antenucci: «Sogno la festa al Filadelfia»

Abbiamo in mano la A, ormai dipende solo da noi: cercheremo di raggiungere la promozione prima possibile, con la ferocia tipica di una grande squadra
Dobbiamo crescere: ogni tanto in partita accusiamo cali di concentrazione. Sono a metà con il Catania, ma voglio restare qui: e non cambierò idea
ANTENUCCI «Se conquistiamo la serie A sarebbe il massimo godersela lì con i tifosi»
MARCO BONETTO

TORINO. «Uno si può chiedere che cosa significhi il Filadelfia per noi che non l’abbiamo visto in piedi e non siamo nemmeno cresciuti a Torino. Nonostante questo, anche per noi è importante. Abbiamo imparato a conoscerne la storia dai tifosi, ci parlano degli allenamenti che si svolgevano al Filadelfia con la gente davvero al fianco. Oppure di quando ci giocava il Grande Torino. Sono loro ad averci insegnato i significati, trasmesso le emozioni. Ecco perché pure noi vogliamo bene al Fila, anche se non ci abbiamo mai messo piede».
Antenucci, un po’ lei ci stupisce.
«Bene: è l’anno delle sorprese».
Nel 2014 il Filadelfia dovrebbe ospitare un nuovo centro per gli allenamenti del Toro. A patto che i politici e Cairo mantengano le promesse, ovviamente.
«Lo so, l’ho letto tante volte. Speriamo. Per la storia del Toro e la felicità dei tifosi sarebbe importante ricostruirlo. E per noi sarebbe bello allenarci lì».
In questi anni i vostri predecessori vi hanno celebrato l’anniversario di Superga o le promozioni in A. Anche Cairo ci ha portato la squadra in passato.
«Allora sarebbe emozionante festeggiare lì anche noi una promozione in mezzo ai tifosi. Godersela al Fila sarebbe il massimo. Però dobbiamo ancora andarci, in A. E non c’è nulla di scontato. L’obiettivo è quello, sappiamo cosa fare, ma per ora è bene tenere i piedi per terra. E pensare a come battere il Verona».

Solo voi potete perdere la A.
«Speriamo di no».
Traduzione: avete la promozione in mano.
«Questo è vero. Abbiamo in mano la A e dipende solo da noi. Ma in fondo è fin dall’estate che dipende solo da noi. Perché toccava a noi uscire dagli incubi dell’anno scorso. Trovare il modo. Andare oltre, dimenticare e far dimenticare. Lo spogliatoio ha un chiodo fisso: conquistare prima possibile la promozione. Con la ferocia tipica di una grande squadra».
Giusto: vietato speculare.
«I distacchi sono minimi. Anche col Verona sarà così. Avremo un obiettivo chiaro: batterli. Non sarà facile, sono una delle sorprese dell’anno col Pescara. Una squadra ben organizzata, pericolosa. Conterà innanzi tutto la personalità. L’atteggiamento con cui li affronteremo. La fame di vittoria di una grande, come dicevo».
Una vittoria potrebbe lanciare la vostra fuga.
«Una partita molto importante. Ma non ancora decisiva».
Ad agosto col mercato aperto vedeva poco il campo. Ma mese dopo mese è diventato un giocatore insostituibile.
«Però non ero preoccupato, non avevo dubbi. Sapevo che sarebbe arrivato il mio momento».
E’ a metà col Catania.
«Ma voglio restare qui, l’ho sempre detto».
Perché in Sicilia ha avuto dei problemi?
«No, assolutamente. Io posso solo ringraziarli, il Catania e i catanesi. Non ho nulla contro di loro. Mi hanno pescato in C e portato in A, conosco la gratitudine. Non è che non mi piaccia l’idea di tornare a Catania. Molto più semplicemente, è perché mi piace troppo restare al Toro. Ma è prematuro. Andiamo in A, ora. E poi sarei contento di restare. Speriamo. Dipenderà anche dalle società».
In ballo c’è pure il rinnovo del contratto oltre la scadenza del 2014.
«Possibile. Ma è un film ancora da girare».
Avete riportato la gente allo stadio: record di spettatori, 100 mila biglietti venduti in 14 partite in casa.
«Noi non prendiamo in giro la gente e la gente risponde. Hanno toccato con mano quanta voglia e determinazione ci stiamo mettendo per portare il Toro dove merita. Per noi i tifosi sono determinanti. Difatti speriamo di vedere l’Olimpico ancor più pieno. Che già è bello ricco».
Il Pescara ha appena vinto nel recupero, vi bracca.
«Dobbiamo continuare a conquistare più punti che si può, non possiamo cambiare testa».
A proposito di punti: basta arrivare a quota 80 o sarebbe meglio 85? Nel Toro c’è chi la pensa diversamente.
«In matematica non sono mai stato forte...».
Bel dribbling.
«Ventura ci spinge ad andare oltre i nostri limiti. Pretende sempre miglioramenti. E’ il sistema giusto per crescere. E per vincere».
Ora cosa sta dicendo?
«Che vorrebbe vedere meno cali di concentrazione. Ogni tanto ci capita e becchiamo un gol. Se togliamo pure questo difettuccio, diventiamo quasi perfetti. Questo è Ventura».
Un grande tecnico per voi.
«Un grande allenatore, un grande spogliatoio. E un grande spirito dentro e attorno a noi. Sullo, Ferri, i vari preparatori, tutti i collaboratori... Anche grazie a loro si può puntare alla A. C’è un gran bel clima, tra noi non ci sono quasi mai stati problemi. Anche tutta questa unità è la nostra forza. E poi ci divertiamo sempre. In allenamento, pure in ritiro. Stiamo bene assieme. Riuscire a divertirci tutti i giorni è la prova che siamo un ottimo gruppo. Ed è la nostra arma in più. Significa tanto, non si vince solo con la preparazione atletica e tattica. Il cuore viene prima di tutto, certe volte».
E’ ispirato. Sono i 7 gol? Nessuno ha segnato quanto lei.
«Spero di farne qualcun altro».
Pure Bianchi.
«Li segnerà. Si è sbloccato a Grosseto, ora è più sereno, è come se fosse un giocatore nuovo. Molto importante per noi».
Un nuovo acquisto. A marzo.
«Sì, ci sta come immagine per Rolando».
Foto: Mirco Antenucci, 27 anni: con Ventura 7 gol in 28 presenze, molte da esterno. Milita nel Toro da gennaio dello scorso anno (Pegaso)

Nessun commento:

Posta un commento