http://forum.toronews.net/viewtopic.php?t=150862&start=0
Vedi : http://purple66.blogspot.com/2009/03/210506-filadelfia-novelli-su.html e
http://purple66.blogspot.com/2009/06/proposito-di-novelli-e-del-fila-delenda.html
Diego Novelli: “Ora basta, ecco la verità sul Filadelfia” – Granatissimo
21/05/06 Di Alessandro Colombo
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ilverozeus ha scritto :
Salve, sono Manlio Collino. Ho passato a Libero materiale sufficiente (che spero metterà in linea presto) per sbugiardare quel Novelli da me battezzato "Faccia da loculo", e al colore della cui faccia s'ispira quello del mio intervento.
Vi anticipo solo due o tre cose, en passant, per non rovinarvi la lettura del resto.
1) Bravo colui che ha scritto "inagibile non vuol dire pericolante"
2) La tettoia di eternit? TUTTA MIRAFIORI (centinaia di migliaia di mq.) è ancora coperta di tetti in Eternit. Sicuro che Guariniello abbia chiamato faccia da loculo perché era allarmato da quei pochi mq di eternit (meno di 300) del tetto-tribuna Fila?
3) Lui dice esattamente nell'intervista: "Questa tribuna era in legno fradicio ed era tenuta su da un’impalcatura fatta di tubi, che i fratelli Pederzoli avevano dato in affitto al Torino, affitto che il Torino non aveva mai pagato. Ad un certo punto i fratelli Pederzoli mi dicono.” Noi vogliamo tornare a casa e togliamo l’impalcatura”, togliere l’impalcatura avrebbe comportato il crollo della struttura".
TUTTO FALSO. Novelli, come ha sempre fatto, mente sapendo di mentire. Il legno non era fradicio. Ci sono le foto della tribuna orgogliosamente in piedi per settimane, senza tetto a tenerla insieme e senza tubi a tenerla su. Se volete vi fornisco il cellulare di Pederzoli che vi confermerà quanto ho scritto sui tubi (e che Libero posterà). La Pederzoli non aveva alcun interesse a recuperare quei tubi vetusti e arrugginiti. Ha speso di più a smontarli e portarli via di quel che ne ha potuto recuperare vendendoli ai feramiù a peso di ferro.
4) Nell'intervista dice Faccia da loculo: "....abbiamo pagato tutta una serie di debiti, come quello dell’ex arbitro Bonetto, il quale ha preteso dalla Fondazione una liquidazione perché lui ai tempi di Calleri era amministratore della Società Civile Campo Torino, che era proprietaria del terreno. Noi abbiamo dato a questo signore alcune decine di milioni di liquidazione..." La vedova dell'ex-arbitro Bonetto è indignata. A lei non risulta che il marito, pur avanzando miti (e giustificate) richieste, abbia mai ricevuto un qualcosa. E avanti di questo passo. Mi fermo, perché se no vi guasto la lettura dei miei pezzi tratti da Fegato, che Libero (spero) metterà in linea.
Voglio solo dirvi un'ultima cosa. Tutti noi granata, nella vicenda Filadelfia, abbiamo una colpa. Chi non si è interessato a fondo. Chi non sapeva. Chi sapeva, ma non aveva voglia di esporsi. Io sono fra questi ultimi. Ho lottato come un samurai, fin dai tempi di Borsano. Ho fatto dire messe di Natale nel cortile del Fila ai tempi di Goveani. Ho messo su le Sentinelle del Filadelfia (poi rotte da Beccaria, ipnotizzato da Novelli che lo riceveva in casa e lo blandiva, dicendogli "non si fa nulla se lei non mi toglie dai piedi quel rompiscatoloe di Collino"). Ma ho avuto una debolezza: avevo in mano, ad un certo punto, il documento risolutivo. Quello con il quale avrei potuto salvare il Fila, a quel tempo già in mano alla Fondazione di Novelli. Era la lettera in cui il fratello di Giampaolo Ormezzano, allora sovraintendente (o vice, non ricordo) alle Belle Arti ed ora scomparso, STABILIVA DI VINCOLARE INTEGRALMENTE IL FILA E CHIEDEVA AL TORINO ALCUNI DOCUMENTI NECESSARI PER PROCEDERE .
L'astuzia era stata quella di non porre date ultimative al Torino per la consegna dei predetti documenti. Così Ormezzano era a posto con Roma, che premeva per il vincolo, e con la banda Novelli-Fiat-Comune-gi**e-SanPaolo (i cosiddetti "poteri forti") che premevano per il contrario.
Però disse a me, che ero andato a trovarlo in sovraintendenza (lo conoscevo per amicizia da vacanze comuni in Laigueglia, e ci davamo del tu): "MANLIO, SE QUESTI DOCUMENTI ME LI PROCURI TU, IO VINCOLO DOMANI STESSO, PERCHE' DEVO FARLO: LA LETTERA MI OBBLIGA". Erano documenti semplici da reperire (atti costitutivi della Scct, estratti catastali, copie dei rogiti notarili, fotocopia della carta d'identità dell'Amministratore della Scct Piero Bonetto...), e ad un certo punto fui molto tentato dal portarglieli. Significava avere per sempre il vincolo, cioè il "congelamento" della struttura così com'era, senza più possibilità di ampliamenti, ristrutturazioni o demolizioni anche solo di una ringhiera. Non riguardava l'agibilità (un nuraghe è vincolato anche se c'è scritto fuori "vietato l'ingresso a chiunque") e permetteva solo la manutenzione ordinaria, per evitare il crollo o l'erosione. Mi consigliai con mio figlio Enrico (che scrive su Fegato con lo pseudonimo di "L'istrione rosso") e con mio fratello (che scrive come Frisko). Entrambi mi dissuasero. L'argomento decisivo fu: Novelli sta dicendo a tutti che ricostruirà il Filadelfia. Parla di 12mila posti, ma strizza l'occhiolino, come dire "lasciate fare a me, che sono un politico e un ex-sindaco, so quali leve muovere al momento giusto". In pratica ha illuso tutti che farà uno stadio in cui il Toro potrà tornare a giocare anche in campionato. Noi sappiamo che mente, ma la gente no. Novelli non aspetta altro che tu lo faccia vincolare da Ormezzano. Così per tutti gli anni a venire potrà vantarsi: "Io avevo tutto, soldi, progetti e permessi, l'avrei rifatto più bello di prima, ma quel testardo di Collino l'ha fatto vincolare, e ora è intoccabile, prendetevela con lui". Lui ci avrebbe fatto una figura eccellente, oltre che spendibile politicamente, quella del "salvatore mancato del Fila per colpa altrui", ed io mi sarei beccato il vituperio dei granata in saecula saeculorum.
Non me la son sentita. Alla luce di quanto è successo dopo, ve ne chiedo scusa. Ma dopo era tardi. Morto Ormezzano, la sovraintendente è cambiata. La tribuna, prima intoccabile, è diventata demolibile e affettabile, ecc...
Nulla è più volubile dei pareri delle sopraintendenze, specie se... sollecitati dai poteri forti. Ma veniamo a questi ultimi due anni: il destino, nel momento in cui mi toglieva tragicamente una figlia, me ne regalava migliaia. Nel vedere rifiorire l'interesse di tutti intorno al Fila, nel vedere la festa che avete fatto, nel vederlo tornare ad essere "casa granata" anche nei cuori dei giovani, mi commuovo. Il mio sforzo non è stato vano. Ho già messo già a disposizione del Comitato Dignità Granata preziosi film sul Fila integro, che spero potremo vedere in una serata apposita, magari con un maxischermo innalzato dentro il Fila. Ho dato a Libero fotografie, documenti, e conservo ancora in ufficio un archivio impressionante sul Fila, il più completo che esista.
Sarò felice di darlo al museo granata, quando sarà ospitato dentro il Fila rinato, piccolo o grande che sia.
Perché, ragazzi, io magari crepo, ma voi no, almeno per un bel po'. E allora vi lascio il testimone, perché una cosa sia chiara.
ilverozeus ha scritto :
Salve, sono Manlio Collino. Ho passato a Libero materiale sufficiente (che spero metterà in linea presto) per sbugiardare quel Novelli da me battezzato "Faccia da loculo", e al colore della cui faccia s'ispira quello del mio intervento.
Vi anticipo solo due o tre cose, en passant, per non rovinarvi la lettura del resto.
1) Bravo colui che ha scritto "inagibile non vuol dire pericolante"
2) La tettoia di eternit? TUTTA MIRAFIORI (centinaia di migliaia di mq.) è ancora coperta di tetti in Eternit. Sicuro che Guariniello abbia chiamato faccia da loculo perché era allarmato da quei pochi mq di eternit (meno di 300) del tetto-tribuna Fila?
3) Lui dice esattamente nell'intervista: "Questa tribuna era in legno fradicio ed era tenuta su da un’impalcatura fatta di tubi, che i fratelli Pederzoli avevano dato in affitto al Torino, affitto che il Torino non aveva mai pagato. Ad un certo punto i fratelli Pederzoli mi dicono.” Noi vogliamo tornare a casa e togliamo l’impalcatura”, togliere l’impalcatura avrebbe comportato il crollo della struttura".
TUTTO FALSO. Novelli, come ha sempre fatto, mente sapendo di mentire. Il legno non era fradicio. Ci sono le foto della tribuna orgogliosamente in piedi per settimane, senza tetto a tenerla insieme e senza tubi a tenerla su. Se volete vi fornisco il cellulare di Pederzoli che vi confermerà quanto ho scritto sui tubi (e che Libero posterà). La Pederzoli non aveva alcun interesse a recuperare quei tubi vetusti e arrugginiti. Ha speso di più a smontarli e portarli via di quel che ne ha potuto recuperare vendendoli ai feramiù a peso di ferro.
4) Nell'intervista dice Faccia da loculo: "....abbiamo pagato tutta una serie di debiti, come quello dell’ex arbitro Bonetto, il quale ha preteso dalla Fondazione una liquidazione perché lui ai tempi di Calleri era amministratore della Società Civile Campo Torino, che era proprietaria del terreno. Noi abbiamo dato a questo signore alcune decine di milioni di liquidazione..." La vedova dell'ex-arbitro Bonetto è indignata. A lei non risulta che il marito, pur avanzando miti (e giustificate) richieste, abbia mai ricevuto un qualcosa. E avanti di questo passo. Mi fermo, perché se no vi guasto la lettura dei miei pezzi tratti da Fegato, che Libero (spero) metterà in linea.
Voglio solo dirvi un'ultima cosa. Tutti noi granata, nella vicenda Filadelfia, abbiamo una colpa. Chi non si è interessato a fondo. Chi non sapeva. Chi sapeva, ma non aveva voglia di esporsi. Io sono fra questi ultimi. Ho lottato come un samurai, fin dai tempi di Borsano. Ho fatto dire messe di Natale nel cortile del Fila ai tempi di Goveani. Ho messo su le Sentinelle del Filadelfia (poi rotte da Beccaria, ipnotizzato da Novelli che lo riceveva in casa e lo blandiva, dicendogli "non si fa nulla se lei non mi toglie dai piedi quel rompiscatoloe di Collino"). Ma ho avuto una debolezza: avevo in mano, ad un certo punto, il documento risolutivo. Quello con il quale avrei potuto salvare il Fila, a quel tempo già in mano alla Fondazione di Novelli. Era la lettera in cui il fratello di Giampaolo Ormezzano, allora sovraintendente (o vice, non ricordo) alle Belle Arti ed ora scomparso, STABILIVA DI VINCOLARE INTEGRALMENTE IL FILA E CHIEDEVA AL TORINO ALCUNI DOCUMENTI NECESSARI PER PROCEDERE .
L'astuzia era stata quella di non porre date ultimative al Torino per la consegna dei predetti documenti. Così Ormezzano era a posto con Roma, che premeva per il vincolo, e con la banda Novelli-Fiat-Comune-gi**e-SanPaolo (i cosiddetti "poteri forti") che premevano per il contrario.
Però disse a me, che ero andato a trovarlo in sovraintendenza (lo conoscevo per amicizia da vacanze comuni in Laigueglia, e ci davamo del tu): "MANLIO, SE QUESTI DOCUMENTI ME LI PROCURI TU, IO VINCOLO DOMANI STESSO, PERCHE' DEVO FARLO: LA LETTERA MI OBBLIGA". Erano documenti semplici da reperire (atti costitutivi della Scct, estratti catastali, copie dei rogiti notarili, fotocopia della carta d'identità dell'Amministratore della Scct Piero Bonetto...), e ad un certo punto fui molto tentato dal portarglieli. Significava avere per sempre il vincolo, cioè il "congelamento" della struttura così com'era, senza più possibilità di ampliamenti, ristrutturazioni o demolizioni anche solo di una ringhiera. Non riguardava l'agibilità (un nuraghe è vincolato anche se c'è scritto fuori "vietato l'ingresso a chiunque") e permetteva solo la manutenzione ordinaria, per evitare il crollo o l'erosione. Mi consigliai con mio figlio Enrico (che scrive su Fegato con lo pseudonimo di "L'istrione rosso") e con mio fratello (che scrive come Frisko). Entrambi mi dissuasero. L'argomento decisivo fu: Novelli sta dicendo a tutti che ricostruirà il Filadelfia. Parla di 12mila posti, ma strizza l'occhiolino, come dire "lasciate fare a me, che sono un politico e un ex-sindaco, so quali leve muovere al momento giusto". In pratica ha illuso tutti che farà uno stadio in cui il Toro potrà tornare a giocare anche in campionato. Noi sappiamo che mente, ma la gente no. Novelli non aspetta altro che tu lo faccia vincolare da Ormezzano. Così per tutti gli anni a venire potrà vantarsi: "Io avevo tutto, soldi, progetti e permessi, l'avrei rifatto più bello di prima, ma quel testardo di Collino l'ha fatto vincolare, e ora è intoccabile, prendetevela con lui". Lui ci avrebbe fatto una figura eccellente, oltre che spendibile politicamente, quella del "salvatore mancato del Fila per colpa altrui", ed io mi sarei beccato il vituperio dei granata in saecula saeculorum.
Non me la son sentita. Alla luce di quanto è successo dopo, ve ne chiedo scusa. Ma dopo era tardi. Morto Ormezzano, la sovraintendente è cambiata. La tribuna, prima intoccabile, è diventata demolibile e affettabile, ecc...
Nulla è più volubile dei pareri delle sopraintendenze, specie se... sollecitati dai poteri forti. Ma veniamo a questi ultimi due anni: il destino, nel momento in cui mi toglieva tragicamente una figlia, me ne regalava migliaia. Nel vedere rifiorire l'interesse di tutti intorno al Fila, nel vedere la festa che avete fatto, nel vederlo tornare ad essere "casa granata" anche nei cuori dei giovani, mi commuovo. Il mio sforzo non è stato vano. Ho già messo già a disposizione del Comitato Dignità Granata preziosi film sul Fila integro, che spero potremo vedere in una serata apposita, magari con un maxischermo innalzato dentro il Fila. Ho dato a Libero fotografie, documenti, e conservo ancora in ufficio un archivio impressionante sul Fila, il più completo che esista.
Sarò felice di darlo al museo granata, quando sarà ospitato dentro il Fila rinato, piccolo o grande che sia.
Perché, ragazzi, io magari crepo, ma voi no, almeno per un bel po'. E allora vi lascio il testimone, perché una cosa sia chiara.
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