mercoledì 16 novembre 2011

12/11/11 - Sbriglio: “Non dimenticatevi del Filadelfia”

L’Intervista: Giuseppe Sbriglio
L’ex Assessore lancia l’allarme

"Il progetto della Fondazione è già stato approvato, ora è necessario reperire al più presto i fondi”

“Il Palaruffini torna a splendere con Pallamano, Basket e Pallavolo.
E i 3000 tifosi che hanno seguito il Chieri Torino Volley sono un dato eccezionale”
“Non lasciate cadere i miei progetti”. L’appello è di Giuseppe Sbriglio, avvocato di 39 anni, dal 2009 al 2011 assessore allo Sport del Comune e oggi capogruppo dell’Italia dei Valori nell’assemblea cittadina.
Nonostante il sindaco Fassino non lo abbia confermato al vertice di corso Ferrucci, Sbriglio non ha abbandonato la sua passione per lo sport, tanto da accettare recentemente l’incarico di vice presidente del Chieri Torino Volley Club, società pallavolistica che milita in serie A1. Ma lui è anche un granata doc e i tifosi ancora lo ricordano come colui che ha sbloccato le pratiche per il recupero del Filadelfia: “L’importante – dice oggi – è non lasciar cadere quel progetto”.
_ Sbriglio, qual è lo stato di salute dello sport a Torino?
  C’è un grande fermento, questo è certo: associazioni e federazioni sono molto attive anche se la mancanza di fondi, soprattutto dagli enti pubblici non può che penalizzare tante realtà.
_ Comune, Provincia e Regione non navigano nell’oro, ma perché tagliare sempre nello sport?
  Il monito è sempre lo stesso: guai a togliere risorse a welfare e salute. Ma nessuno si rende conto che investire oggi nello sport vuol dire risparmiare domani nella sanità.
_ E allora come e dove le società possono reperire fondi?
  L’anno scorso avevo avviato un progetto di “Naming Raights”, con lo scopo di attirare investitori privati che avessero voglia di investire a Torino. L’idea era di permettere all’azienda di dare il proprio nome a un impianto comunale per permettere al comune di ricavare quattrini da reinvestire in quel settore. Per esempio l’Olimpico si sarebbe potuto chiamare Red Bull Stadium.
_ E come andò a finire?
  Il progetto è stato bloccato dalla nuova amministrazione, dopo che un consigliere di minoranza ha avanzato l’idea di intitolare lo stadio al Grande Torino.
_ Passiamo a notizie più liete: il Pala Ruffini è tornato a splendere…
  Una notizia fantastica, che dimostra quanto fu utile un provvedimento intrapreso da me per concedere gratuitamente quel palazzetto alle squadre di serie A. Ed ecco che in due anni sono arrivati il Città Giardino di pallamano, la Pms di basket e, in ultimo, il Chieri Torino di volley, che ha riportato a Torino l’élite del volley italiano. E a giudicare dai 3 mila tifosi sugli spalti mi sembra che la città stia rispondendo alla grande.

_ Parliamo di Filadelfia. Lei fu il primo presidente della Fondazione chiamata a gestirne il recupero. Oggi a che punto è quel progetto?
  Quando mi insediai, la situazione era da anni incancrenita. I tifosi illusi e incazzati. Grazie a una lunga trattativa con l’Agenzia delle entrate riuscimmo a far togliere le ipoteche sul Fila. In primavera, quando venni eletto in Consiglio, decisi di rimettere il mandato nelle mani di Fassino, che evidentemente non mi ha giudicato all’altezza di proseguire ciò che io avevo iniziato.
_ Fu nominato Luigi Chiabrera, patron della Turin Marathon. Quale sarà il suo compito?
  Il progetto prevede la realizzazione di un museo all’interno di un cortile. Dovrà richiamare la storia di questo glorioso club. Ma il vero nodo è, ancora una volta, il reperimento dei fondi.

Alfonso Fiorentino

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