domenica 2 dicembre 2012

01/12/12 - Il Filadelfia nel 2015 ecco i piani del Toro

IL NUOVO CENTRO SPORTIVO
Olimpico in affitto: Cairo non si è mai mosso per uno stadio di proprietà, ma ha pure le sue ragioni
 
MARCO BONETTO
TORINO. La Juve ha il suo Stadium, il Toro il suo canone di affitto. Urbano Cairo non ha mai compiuto un vero passo in avanti per dotare il club granata di uno stadio di proprietà, all’Olimpico il Torino gioca in affitto rinnovato di volta in volta. E così sarà ancora a lungo, viene da pensare. Almeno fino a quando il patron non cambierà clamorosamente idea, se mai capiterà. Ed entrerà, altrettanto clamorosamente, nell’ottica di far compiere al Torino uno straordinario salto in alto non solo sul piano del valore patrimoniale. La verità è che Cairo ha anche le sue buone ragioni per nuon muoversi. Proviamo a ricordare le più importanti. Punto primo: lo stadio Olimpico è piccolo, soltanto 26 mila posti circa, e la capienza ridotta non rappresenta un’opportunità economicamente e potenzialmente interessante se, con coerenza strategica, si mira a costruire anche un Toro più ambizioso in campionato. Punto secondo, l’ex Comunale ristrutturato per le Olimpiadi invernali del 2006 non è stato riprogettato come uno stadio per il calcio. E il problema non riguarda solo lo spazio su cui un tempo correva la pista di atletica. Morale: non appare certo un brillante investimento spendere decine di milioni di euro per acquistare e gestire uno stadio che poi non è funzionale per le partite né particolarmente attraente per il business degli abbonamenti e dei biglietti. Tanto vale andare avanti in affitto, è il pensiero (non solo) di Cairo.
IPOTECHE E ALTRI PROBLEMI
Le altre motivazioni, meno legate all’aspetto prettamente sportivo, sono persino più devastanti dal punto di vista strategico e finanziario. Lo stadio Olimpico, compresso tra una piazza d’Armi intoccabile e i palazzi, ha minimi margini e metrature ridotte al suo interno perché si possa pianificare il lancio di strutture commerciali adeguate per l’autofinanziamento, se non addirittura per un business in attivo. Altro che la Continassa... Come se non bastasse, sull’ex Comunale gravano anche le ipoteche post fallimento cimminelliano. E, fino a prova contraria, il Municipio di Torino, proprietario dello stadio, non sta facendo alcunché per levarle. Né il club granata ha mai fatto pressioni per trovare una soluzione a tutte queste problematiche. Morale: che il Toro sia in mano a Cairo o a un magnate russo piuttosto che arabo, così com’è l’Olimpico non costituisce sulla carta un investimento oggettivamente interessante. E immaginare di demolirlo per ricostruire da zero un nuovo impianto tarato sul calcio porterebbe a enormi spese e grandi problematiche (per dire: dove giocherebbe il Toro per qualche anno, durante i lavori?). Costerebbe molto di meno e renderebbe molto di più individuare un’ampia area libera tra periferia e prima cintura e costruire da zero uno stadio con consone aree commerciali connesse. Ma tutto ciò presupporrebbe un Torino capace di varare un’operazione progettuale e finanziaria del tutto inimmaginabile a oggi, visto il modesto raggio di azione strategico ed economico adottato da Cairo e a fronte della leggerezza oggettiva della società granata. E adesso veniamo al Filadelfia.
IL FUTURO DEL FILA E’ QUELLO DEL TORO
Qui il discorso è ben diverso e la strada tracciata. L’obiettivo è costruire un centro sportivo per gli allenamenti e le amichevoli del Toro e le partite della Primavera (capienza tra 3 e 4 mila spettatori). Nel corso del 2013 dovrebbe svilupparsi l’iter burocratico per lo sviluppo di una gara internazionale al fine di rendere cantierabile il progetto preliminare del nuovo Fila, che a breve la Fondazione Filadelfia presenterà ufficialmente. Tra il 2014 e l’inizio del 2015 l’esecuzione dei lavori. La Regione e il Comune garantiscono investimenti per 7 milioni, Cairo (finora) per uno solo. Mancano almeno 2 milioni all’appello, secondo le proiezioni più realistiche. L’apertura di un mutuo (non necessariamente col Credito sportivo) e l’eventuale apporto di sponsor possono chiudere il cerchio.

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