giovedì 8 settembre 2011

08/09/11 - Il Toro pretende Olimpico e Fila

La gente granata si aspetta dal Comune lo stesso trattamento riservato alla Rubentus
I tifosi del Torino si sentono da anni “truffati” sulla vicenda stadi. E l’ex Comunale, così com’è, è solo un peso per il club
ALBERTO MANASSERO

TORINO. Sono trascorsi cinquemilacentosessantacinque giorni, da quando cominciarono, proditoriamente secondo noi, a demolire il Filadelfia. Caso praticamente unico di reperto archeologico (archeologia sportiva, ma sempre archeologia) che non è stato protetto da una Sovrintendenza la quale pone vincoli persino sui tombini o, come nel caso del vecchio stadio Comunale, sull’... erba. Sono passati invece appena 2.929 giorni, da quando fu presentato il progetto dello “Stadio del Torino”. Ora, dopo un tempo sufficiente per elaborare ogni dettaglio dell’una e dell’altra, possiamo affermare che la popolazione granata è stata truffata, di qua e di là. Il Fila fu demolito per «ricostruirlo», dissero allora - nel ’97 del secolo scorso - politici regnanti e affini. Da allora a oggi, è già un miracolo che esista il Toro.

DOPPIA BEFFA - I difensori della pubblica decenza obietteranno sventolando il totem Cimminelli, ma è proprio con il patron già re della plastica e della componentistica per auto che il discorso si fa interessante. E’ vero, il ben organizzato fallimento del Toro cimminelliano è l’incidente probatorio di questo processo. E’ una prova indiscutibile, capace di zittire qualsiasi testimone oculare, con la quale si sono sanate precedenti e future magagne. Ma che un fatto sia realtà non significa che sia tutta la realtà. Ovviamente non sottraiamo responsabilità al buon Cimmi, che si costruì il cappio e c’infilò la testa non pagando l’irpef dovuta, tuttavia riteniamo che la milionaria ristrutturazione del Comunale - voluta dall’Amministrazione (e alla cui base c’è la spartizione: Comunale a questi, Delle Alpi a quelli) - sia stata decisiva (e non equa). Fu il macigno appeso al collo del club: lo trascinò a fondo. E per cosa? Rispondiamo adesso, dopo averlo provato, dopo che i fatti hanno scritto la verità: con quell’operazione, la città si sistemò all’uopo per le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici Invernali 2006, e il Torino fallì. Ma il Torino dovrebbe - ora ­ accollarsi gli oneri di un impianto inadeguato. In teoria avrebbe una capienza di quasi 28 mila posti a sedere, dei quali però alcune migliaia sono inutilizzabili giacché permettono di assistere alle partite solo in teoria. Non è uno stadio per il calcio: il campo resta lontano. Ha infrastrutture inesistenti o desuete (la tribuna stampa è una barzelletta; i parcheggi sono un miraggio). Ha potenzialità di sfruttamenti commerciali ridotte.

UGUAGLIANZA? - Nel giorno in cui l’altra società cittadina inaugura il suo nuovo impianto, sentiamo perciò il dovere di ricordare alla municipalità e alle istituzioni che la società portante il nome della città ha il diritto di reclamare parità di trattamento. E qui torneranno magari a farsi sentire i paladini della pubblica decenza, pronti ad addossare a Cairo ogni titubanza. Invece, se c’è una cosa su cui Cairo ha tutte le ragioni, questa è la vicenda stadi. Non solo, Cairo può persino apparire come il sassolino imprevisto che è andato a incastrare un meccanismo fin lì avviato brillantemente verso il suo fine. Il Torino e la sua gente hanno già pagato abbastanza, hanno pagato troppo, per non avere nulla. Martedì, parlando dell’ex Delle Alpi, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e l’assessore a Sport e Turismo, Alberto Cirio, hanno detto: «E’ un binomio calcio-turismo che stiamo pensando in modo analogo anche per il futuro dello stadio Filadelfia, patrimonio granata ma pure di Torino e dell’Italia». Con tutto il rispetto per gli illustri personaggi, 5.165 giorni di buoni propositi non solo bipartisan, ma tri o quadri anzi omnipartisan, hanno partorito il nulla. Quando i fatti? Negli ultimi mesi, con la nascita della Fondazione, qualche passettino nano è stato mosso, dopo la quasi quindicennale fissità sul Filadelfia. Tuttavia è evidente come il Torino e Torino meritino la realizzazione di un progetto globale che assicuri, in tema stadi, identiche opportunità a quelle concesse in zona Continassa. Il nuovo Filadelfia va ricostruito bene e in fretta, ma andrebbe inserito in un quadro capace di trasformare l’operazione Olimpico (sul quale, tra l’altro, continua a gravare un’ipoteca di 38 milioni!) da danno ad affare, che permetta al Torino non già di accollarsi una costosa crosta, ma di sfruttare un’occasione, anche economica. Spazi commerciali? Certo, ma anche l’ipotesi di porre Olimpico e Filadelfia in un comprensorio che, sfruttando le aree liberate dalle ex dogane e/o delle caserme dismesse, contempli una vera cittadella granata, con i campi di allenamento per le giovanili: un’opportunità anche di indirizzo sociale e non solo urbanistico per un intero, storico, vitale quartiere nel cuore di Torino. Uno slancio di vita per la gente, del Toro e non.




Comunicati della Giunta Regionale

06 Settembre 2011 17:36
SPORT E TURISMO

NUOVO STADIO JUVE

IL PRESIDENTE COTA E L'ASSESSORE CIRIO ALL'INAUGURAZIONE DELL'8 SETTEMBRE

In occasione dell’inaugurazione del nuovo stadio della Juventus, giovedì 8 settembre a Torino, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e l’assessore allo Sport e Turismo, Alberto Cirio, saranno presenti all’evento in rappresentanza ufficiale della Giunta regionale.

“L’apertura del nuovo stadio è un’importante opportunità per il nostro territorio – sottolineano Cota e Cirio – Proprio per questo la Regione sta definendo la possibilità di un accordo con la società bianconera che punti sullo stadio come luogo di promozione turistica e sportiva. L’interesse che si registra da parte dei tifosi juventini sia italiani che stranieri, già pronti a mettersi in viaggio con amici e famiglie per venire a vistarlo, testimonia come il nuovo stadio sia una potenzialità preziosa per il turismo locale, un elemento di attrattiva che ne completa l’offerta. Un binomio calcio-turismo che stiamo pensando in modo analogo anche per il futuro dello stadio Filadelfia, patrimonio granata ma anche di Torino e dell’Italia”.
http://www.regione.piemonte.it/cgi-bin/ufstampa/comunicati/dettaglio_agenzia.cgi?id=15403

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