mercoledì 11 maggio 2011

11/05/11 - Al Fila un museo come quello del Real Madrid

Cota: un progetto da inserire nei circuiti turistici

GIANLUCA ODDENINO, RAPHAËL ZANOTTI

Il Filadelfia come il museo del Barcellona o del Real Madrid. L'idea è del governatore del Piemonte, Roberto Cota, che ieri sera ha effettuato un sopralluogo nell'antico stadio del Grande Torino insieme al presidente dell'istituto per il Credito Sportivo, Andrea Cardinaletti, al vicepresidente della Fondazione Stadio Filadelfia, Gianluca Vignale, e al capogruppo della Lega Nord in Regione, Mario Carossa.

«La nostra idea è quella di recuperare questo grande monumento di Torino e inserirlo quindi nei circuiti turistici - ha dichiarato Cota all'uscita dallo stadio da lui visitato per la prima volta - D'altra parte quest'anno il museo del Real Madrid e quello del Barcellona sono stati tra i più visitati della Spagna».

L'idea è ancora embrionale, ma si stanno muovendo i primi passi dopo che l'inverno scorso l'assessore comunale allo Sport, Giuseppe Sbriglio, poi diventato anche presidente della neonata fondazione, era riuscito a sbloccare l'impasse levando le ipoteche da 36 milioni di euro che gravavano sul campo.

«Il progetto ci piace e saremmo orgogliosi di farne parte» ha dichiarato Cardinaletti. Il presidente del Credito Sportivo, questa mattina, avrà un primo incontro operativo per verificare la possibilità di far parte dello staff tecnico. Poi si valuterà anche l'eventuale impegno finanziario. Quanto al progetto, per ora Cardinaletti non vuole sbilanciarsi. «Preferiamo affrontare seriamente la questione perché questo stadio rappresenta la passione di migliaia di tifosi e noi abbiamo molto rispetto per questa passione».

D'altra parte lo stesso Cardinaletti riconosce al Filadelfia una magia che altri luoghi dello sport non hanno. «Non è la prima volta che entro al Filadelfia - racconta - Ci giocai nel 1978 quando militavo nelle giovanili del Milan in una partita contro il Torino. Lo ricordo ancora: cominciava a essere fatiscente, ma ha sempre avuto un grande fascino e non l'ha perso». Seppure il progetto sia ancora tutto da costruire, il disegno generale è delineato: un campo regolamentare, una tribunetta per i tifosi, un secondo campo più piccolo, locali per il museo del Toro, sede sociale e 3500 metri quadri di spazi commerciali su via Giordano Bruno.

Pur così, restano parecchi dettagli da chiarire. Cardinaletti parla di uno stadio di dimensioni medio-piccole «che rappresenti anche un punto di aggregazione sociale e un momento di riqualificazione urbana per un quartiere che ne avrebbe bisogno». Tutto sta a vedere quanto questo progetto sia in linea con le speranze dei tifosi granata per cui è fondamentale che il Toro torni ad allenarsi al Filadelfia. Il presidente Cairo ha già promesso che porterà lì la squadra e considera che con l'Olimpico a due passi (dove da agosto ci sarà solo il Toro) quella diventerà la cittadella granata della città. Ma Cairo non ha ancora deciso come finanziare la ricostruzione, non prende impegni, e il Comune non vuole mettere più dei 3,5 milioni promessi dal sindaco Sergio Chiamparino anni fa. A questi vanno aggiunti i tre milioni stanziati quest'anno dalla giunta Cota, ma si è ancora lontani dai 12 milioni necessari per il progetto. Sarà il Credito Sportivo a mettere la differenza? In che forma? E che tipo di progetto ha in mente Cardinaletti: un monumento per la città e il suo passato o un impianto legato a doppio filo al Torino Fc?

http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quitoro/articolo/lstp/401631/

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