STAMPA, TORINO, pag.45
Il Comune vuole vendere il «Delle Alpi», ma Rubentus e Torino non si mettono d'accordo sulla gestione successiva all'acquisto. Anzi, i granata rilanciano l'ipotesi FILADELFIA, ossia l'idea di costruire una struttura propria (e non solo un campo di gioco) sull'area del mitico STADIO dei Mazzola, Bacigalupo e Gabetto, mentre la Rube chiede di poter comperare, anche da sola, il manufatto costruito alla Continassa per i Mondiali di calcio «Italia 90». Questo lo scenario emerso ieri mattina nell'incontro fra il sindaco Sergio Chiamparino, l'assessore allo Sport, Renato Montabone, e i rappresentanti dei club del calcio cittadino, di una Rubentus e un Torino, rappresentati, rispettivamente dai massimi livelli: Antonio Giraudo, Roberto Bettega, Luciano Moggi e Renato Oppezzi per i bianconeri, Attilio Romero, con il legale della societa', per i granata. Un passo indietro di sei mesi? Un ritorno alla scorsa primavera quando il club granata presento' il progetto per il «FILADELFIA olimpico»? «No - ha detto Romero - ormai i Giochi del 2006 non c'entrano piu' con la nostra voglia di STADIO. Adesso vorremmo costruire un impianto solo per il calcio. Ovviamente a determinate condizioni, ossia con tutti gli annessi e connessi, per esempio con una dotazione certa di spazi commerciali, fra cui un possibile albergo». A questo punto in ballo per il «Delle Alpi» resta soltanto la Rubentus. Conferma il suo amministratore delegato, Antonio Giraudo: «Abbiamo offerto la nostra disponibilita' a comperare. Ora la palla passa all'amministrazione che dovra' dirci in che modo vuole procedere, come vendere». Quale sara' la base d'asta, su cui indire il bando di concorso? L'assessore Montabone non lo anticipa. Precisa: «La decisione spetta al sindaco e alla giunta. Ci riuniremo e lo faremo dopo la pausa natalizia, e non e' affatto detto che si debba arrivare ad una gara». Vendita diretta? Anche qui tutto da verificare. Unica certezza, stando alle parole del presidente Romero, e' che il Torino non partecipera' all'eventuale asta, puntando, come detto, alla realizzazione di un proprio impianto, senza pista d'atletica, e, quindi, solo per gli appassionati del calcio, come del resto dovrebbe essere trasformato il «Delle Alpi», non appena sara' comperato dal club bianconero. I rappresentanti della civica amministrazione, sentite le intenzioni dei vertici delle due societa' pedatorie, ieri sono, tuttavia, rimasti nel vago. Spiega Montabone: «Sul FILADELFIA dobbiamo intenderci sia sugli standard urbanistici, sia su quelli commerciali. Dopo di cio' gli uffici dovranno preparare le varianti al piano regolatore. Prima di tutto, pero', i vertici granata dovranno farci avere il loro progetto». Se tutto filera' liscio, la soluzione per lo STADIO - o gli stadi - della citta' potrebbe uscire dal tunnel delle proposte e delle ipotesi, al piu' tardi, in primavera (ad un anno dal dibattito infruttuoso della scorsa stagione) e, aspettando la fumata bianca, le squadre dovranno continuare il campionato nell'attuale STADIO. In tal senso, da Palazzo Civico, sia l'assessore allo Sport, Montabone, sia il suo collega al Patrimonio, Paolo Peveraro, pare siano pronti ad allungare il contratto d'affitto, che scade a fine 2001, sino a giugno, all'ultima partita di serie A. Su questo non dovrebbero esservi grossi problemi, che, invece, nascerebbero, se, per esempio, la gara che il Comune lancera' (salvo soluzioni diverse) nella seconda meta' di gennaio, dovesse essere vinta da un soggetto estraneo al calcio cittadino.
Giuseppe Sangiorgio
Il Comune vuole vendere il «Delle Alpi», ma Rubentus e Torino non si mettono d'accordo sulla gestione successiva all'acquisto. Anzi, i granata rilanciano l'ipotesi FILADELFIA, ossia l'idea di costruire una struttura propria (e non solo un campo di gioco) sull'area del mitico STADIO dei Mazzola, Bacigalupo e Gabetto, mentre la Rube chiede di poter comperare, anche da sola, il manufatto costruito alla Continassa per i Mondiali di calcio «Italia 90». Questo lo scenario emerso ieri mattina nell'incontro fra il sindaco Sergio Chiamparino, l'assessore allo Sport, Renato Montabone, e i rappresentanti dei club del calcio cittadino, di una Rubentus e un Torino, rappresentati, rispettivamente dai massimi livelli: Antonio Giraudo, Roberto Bettega, Luciano Moggi e Renato Oppezzi per i bianconeri, Attilio Romero, con il legale della societa', per i granata. Un passo indietro di sei mesi? Un ritorno alla scorsa primavera quando il club granata presento' il progetto per il «FILADELFIA olimpico»? «No - ha detto Romero - ormai i Giochi del 2006 non c'entrano piu' con la nostra voglia di STADIO. Adesso vorremmo costruire un impianto solo per il calcio. Ovviamente a determinate condizioni, ossia con tutti gli annessi e connessi, per esempio con una dotazione certa di spazi commerciali, fra cui un possibile albergo». A questo punto in ballo per il «Delle Alpi» resta soltanto la Rubentus. Conferma il suo amministratore delegato, Antonio Giraudo: «Abbiamo offerto la nostra disponibilita' a comperare. Ora la palla passa all'amministrazione che dovra' dirci in che modo vuole procedere, come vendere». Quale sara' la base d'asta, su cui indire il bando di concorso? L'assessore Montabone non lo anticipa. Precisa: «La decisione spetta al sindaco e alla giunta. Ci riuniremo e lo faremo dopo la pausa natalizia, e non e' affatto detto che si debba arrivare ad una gara». Vendita diretta? Anche qui tutto da verificare. Unica certezza, stando alle parole del presidente Romero, e' che il Torino non partecipera' all'eventuale asta, puntando, come detto, alla realizzazione di un proprio impianto, senza pista d'atletica, e, quindi, solo per gli appassionati del calcio, come del resto dovrebbe essere trasformato il «Delle Alpi», non appena sara' comperato dal club bianconero. I rappresentanti della civica amministrazione, sentite le intenzioni dei vertici delle due societa' pedatorie, ieri sono, tuttavia, rimasti nel vago. Spiega Montabone: «Sul FILADELFIA dobbiamo intenderci sia sugli standard urbanistici, sia su quelli commerciali. Dopo di cio' gli uffici dovranno preparare le varianti al piano regolatore. Prima di tutto, pero', i vertici granata dovranno farci avere il loro progetto». Se tutto filera' liscio, la soluzione per lo STADIO - o gli stadi - della citta' potrebbe uscire dal tunnel delle proposte e delle ipotesi, al piu' tardi, in primavera (ad un anno dal dibattito infruttuoso della scorsa stagione) e, aspettando la fumata bianca, le squadre dovranno continuare il campionato nell'attuale STADIO. In tal senso, da Palazzo Civico, sia l'assessore allo Sport, Montabone, sia il suo collega al Patrimonio, Paolo Peveraro, pare siano pronti ad allungare il contratto d'affitto, che scade a fine 2001, sino a giugno, all'ultima partita di serie A. Su questo non dovrebbero esservi grossi problemi, che, invece, nascerebbero, se, per esempio, la gara che il Comune lancera' (salvo soluzioni diverse) nella seconda meta' di gennaio, dovesse essere vinta da un soggetto estraneo al calcio cittadino.
Giuseppe Sangiorgio
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