TORO PRIMO IN B RETROSCENA: I PIANI DEL COMUNE
Sarà offerto al patron anche il business dei parcheggi per dare l’Olimpico al Toro e ricostruire il Filadelfia
Fassino proporrà a Cairo di inserire lo stadio e il Fila in un’unica trattativa: non solo 14 mila metri quadrati di aree commerciali
MARCO BONETTO
TORINO. Lo chiamano il pacchetto per Cairo. Nelle intenzioni non dovrebbe essere una fregatura. Per la precisione, Fassino accarezza l’idea del pacchetto integrato. Un insieme coordinato di programmi destinati alla risoluzione di problemi diversi: ma il vocabolario soccorre solo fin qui. Il resto, che nei fatti è tutto, coincide con il contenuto. Starà al sindaco riempire la cesta di offerte «per rendere l’Olimpico accattivante» (sindaco dixit, su Tuttosport di ieri). Fassino e Cairo dovrebbero incontrarsi nella prossima settimana. Lo schema di partenza sarà disegnato dal primo cittadino. Verrà calata la prima carta: intenzione del Comune è dare in gestione al Torino lo stadio Olimpico con allegato il Filadelfia (nuovo centro sportivo per gli allenamenti). La proposta del sindaco prevede di inserire le due aree in un’unica trattativa volta a «garantire al club granata condizioni sostenibili, ad hoc. Cioè che non lo penalizzino». In ballo, di conseguenza, non solo le aree commerciali già oggetto di delibere (10 mila metri quadrati all’Olimpico e 4 mila al Fila), finora giudicate insufficienti per originare un equilibrio tra costi e introiti. E comunque non rispondenti al principio di pari trattamento con la Juventus: principio invocato da anni dai tifosi granata, da Cairo stesso e da una generale e assolutamente condivisibile esigenza di giustizia. Non stupisce, allora, che il sindaco e l’assessore allo Sport Gallo stiano già pensando anche a soluzioni non alternative, ma aggiuntive, accendendo i riflettori sul corridoio urbanistico che corre dall’Olimpico al Filadelfia. Come, ad esempio, l’area delle ex Dogane, appunto dietro al Fila. Un primo business (ma anche un problemone da risolvere) sono i parcheggi. La possibilità di far fruttare non meno di 500 parcheggi sotterranei alle Dogane sarà una delle prime proposte che la Città potrà fare a Cairo. Li realizzerebbe e li gestirebbe in esclusiva il Torino: una parte finirebbe in vendita, un’altra parte in affitto. Chiaramente non può essere solo questa proposta a produrre per miracolo l’agognato equilibrio. Ma vale l’esempio per rendere lo spirito costruttivo con cui Fassino intende risolvere il problema stadi. Nelle loro chiacchierate il sindaco e Gallo si sono già ripetuti una formuletta misteriosa. Il quesito dei quesiti: «Ma esattamente cosa vuole fare Cairo?». Lo sottolineano senza polemica. Al contrario sono rimasti fin sorpresi dal fatto che di recente il patron granata si sia offerto di pagare un conto: la consulenza giuridica dell’Università sul bando che sta per essere varato per il Fila (il concorso di idee).
GRAVI COLPE. L’Olimpico, ristrutturato nel 2006, resta uno stadio sbagliato per le esigenze del calcio moderno. Mentre il Filadelfia fu sciaguratamente demolito 14 anni fa e abbandonato dopo vergognose speculazioni edilizie e commerciali. In entrambi i casi le responsabilità non sono di Cairo. L’ex sindaco Chiamparino si disse comunque scottato dal patron: da suo ondivagismo sugli stadi, “faccio-non faccio”. Fassino e Gallo vogliono azzerare il passato: i messaggi sono improntati alla «massima disponibilità ». E’ da capire come potranno e vorranno arricchire il pacchetto integrato. A Cairo, per cominciare, chiederanno di condividere alcuni punti di partenza (le sue volontà, le sue esigenze) per restringere il ventaglio di ipotesi e cominciare una trattativa. In Comune, a priori, non si esclude nemmeno la possibilità che Cairo voglia ristrutturare radicalmente lo stadio per migliorarne la funzionalità e le possibilità di business: «Sta a lui», ripete il sindaco. Il tutto con il coinvolgimento della Fondazione Filadelfia. Le spese di gestione annuale dell’Olimpico ballano sui 750 mila euro. Fassino vuole interrompere la strada del-l’affitto annuale. A Cairo può fare gola mettere le mani sull’impianto e su un business all’altezza delle necessità: creare patrimonio per il Torino significa costruire il futuro e arricchire il valore e i conti del club. L’appoggio di società specializzate nel realizzare e far fruttare l’edilizia sportiva è un’opzione. Basta volerlo. Vale per Cairo, ma sta alla Giunta garantire nuove condizioni. Non solo sostenibili. Realmente accattivanti. Cairo sa bene far di conto: quando entrerà in Municipio, dovrà poter sentire le monete tintinnare. Esattamente come quando ci entrava Giraudo.
E poi Blanc.
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Prima mossa: via le ipoteche
TORINO. Fassino ha già messo in moto l’avvocatura del Comune e gli uffici dell’urbanistica e dello sport per arrivare a un doppio obiettivo: cancellare le ipoteche poste sull’Olimpico (da 38 milioni) e spianare la strada per consegnare lo stadio in gestione al Torino, curando la collaborazione del Credito sportivo non solo per la riqualificazione del Filadelfia (mutui a tassi iperagevolati, tendenti - questo l’auspicio - allo zero). Di concerto, con un alto valore innanzi tutto simbolico, le manovre burocratiche poste in essere col concorso della commissione toponomastica affinché l’area dietro alla curva Maratona venga intitolata al Grande Torino.
M.BON.
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