http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?numart=YA0ZN&annart=2011&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0
Il Torino deve risolvere pure la questione stadi
Dialoghi e incontri con Chiamparino, anche per l’Olimpico
Però in Comune c’è chi lo accusa: «Ci prende solo in giro»
Il presidente della Commissione Sport, Cassiani: «Lo inseguiamo invano da mesi, non si fa vedere e neanche ci risponde. La smetta di vendere fumo»
MARCO BONETTO
TORINO. Urbano Cairo non si smentisce: e di nascosto dall’opinione pubblica tratta con il sindaco di Torino. Evidentemente non aveva interesse a svelare le proprie mosse. Ha invocato discrezione. E l’ha ottenuta, coinvolgendo quasi in esclusiva Sergio Chiamparino, nonché alcuni tecnici del Comune: chiamati dal primo cittadino a partecipare a questi dialoghi, chiamiamoli così, che da alcuni mesi stanno andando avanti più o meno sottotraccia tra i vertici del Municipio e del Torino. Cairo ha formulato richieste in sequenza: documenti di varia natura sullo stadio Olimpico, sul Filadelfia e sulle potenzialità commerciali connesse. I vertici della Città stanno fornendo da tempo carte e delucidazioni. Il momento storico è particolare. Da un lato c’è Cairo, nel fuoco della contestazione e della critica e con la squadra a metà classifica in B. Sull’altra sponda, invece, il mandato di Chiamparino sta per esaurirsi e il sindaco punta a chiudere il suo lungo ciclo alla guida del Comune sfornando in extremis (quanto al tema stadi-società di calcio) una piattaforma contrattuale e programmatica il più possibile positiva e benaugurante: una piattaforma su cui appoggiare il futuro dello stadio Olimpico, il destino del Filadelfia e nuovi rapporti tra la Città e il Torino. Rapporti riveduti e corretti: mentre è risaputo come i dialoghi tra il Municipio e l’altra squadra cittadina siano più che mai buoni e costruttivi, da anni. L’obiettivo di Cairo si sposa dunque con quello del sindaco, concettualmente: ma dove coincidono i punti? Su un compromesso utile a tutti: stendere una bozza di preaccordo tra la Città e il club granata, relativamente alle nuove condizioni di affitto dell’Olimpico a partire dalla prossima stagione. Cioè quando la Juventus lascerà l’impianto di corso Sebastopoli per emigrare nel nuovo Delle Alpi.
STRATEGIE
Cairo e Chiamparino non si sono parlati solo per telefono più di una volta, in questi ultimi mesi. Si sono anche incontrati. E i contatti stanno proseguendo da tempo pure tra dirigenti e tecnici della Città e alcuni collaboratori di Cairo. Il tutto senza darne pubblicità, si diceva prima: Cairo vuole sorprendere la piazza che lo contesta e non crede più in lui, spera di gambizzare le forti critiche sul suo immobilismo esponendo un giorno (a mo’ di colpo di scena) atti, accordi, concreti passi in avanti. Come un giocatore che all’improvviso appoggi sul panno verde le proprie carte, confidando di colpire a sorpresa gli avversari, sparigliando il gioco. La sensazione è questa, fino a prova contraria. Ma la domanda chiave non concerne la strategia, bensì la sostanza. Non sarebbe certo un gran colpo di coda, per Cairo, trovare un’intesa economica col Comune per l’affitto dello stadio, di proprietà della Città. Ci mancherebbe che non si arrivasse al più presto a tutto ciò: altrimenti dove giocherebbe il Torino nella prossima stagione? La vera cartina di tornasole porta l’effigie del Filadelfia: e dopo tutte le promesse di Cairo dal 2005 in poi, non basta sedersi davanti a un notaio a fine mese per sancire l’ingresso del Torino tra i numerosi soci fondatori della nuova Fondazione Filadelfia. Il succo è un altro: quanti soldi intende tirar fuori Cairo per la costruzione di un centro sportivo per gli allenamenti della prima squadra e le partite Primavera? E quando? Promise solennemente, anni fa, di investire tanto quanto il Comune (3,5 milioni). Ordunque: è finalmente pronto ad aprire il portafoglio e a farsi motore primo dell’Operazione Filadelfia?
«D’altronde a chi deve innanzi tutto interessare un Filadelfia ricostruito, oltreché alla Città e ai tifosi, se non al Torino stesso, che utilizzerà e gestirà la nuova struttura?». Se lo chiede l’assessore allo Sport, l’avvocato Giuseppe Sbriglio. «E mi auguro che il Torino garantisca il contributo più importante, fermo restando che gli enti pubblici faranno il loro dovere ». Sempre per Sbriglio sarà «un’ottima occasione l’audizione di Cairo fissata per mercoledì prossimo in Comune», alle 11 davanti alle commissioni Patrimonio e Sport. «Un’ottima occasione per comprendere in quali termini il Torino parteciperà alla rinascita del Fila».
CONVITATO DI PIETRA
In Comune solo un’élite appare al corrente dei contatti tra Cairo e Chiamparino. In tale contesto, allora, possiedono una loro verità anche le accuse di un politico cittadino, Luca Cassiani, presidente della commissione Sport: «Sì, Cairo è stato convocato per mercoledì prossimo. Nello stesso giorno, in serata, si giocherà il derby delle Vecchie Glorie per raccogliere fondi per la lotta alla Sla. Ma per ora non sappiamo se Cairo si presenterà in Municipio. Un paio di mesi fa gli ho scritto, invitandolo a comunicarci una data in cui avrebbe potuto essere a Torino. Non mi ha nemmeno risposto. Poi gli abbiamo di nuovo scritto io e Gioacchino Cuntrò( presidente della commissione Patrimonio, ndr), convocandolo per il 9 marzo: e Cairo non ci ha di nuovo degnati di una risposta. Menefreghismo totale: non si è presentato e l’audizione è stata annullata. Ora attendiamo il convitato di pietra per mercoledì prossimo: verrà, non verrà? Vai a saperlo. Finora con il suo comportamento si è mostrato scorretto e irrispettoso nei confronti del Comune, dei cittadini, dei tifosi. Sta prendendo in giro pure le istituzioni, per quel che mi riguarda: e nessuno se lo può permettere. Quando la finirà? Quando chiarirà il suo impegno economico per il Fila, smettendo di vendere fumo?».
Dialoghi e incontri con Chiamparino, anche per l’Olimpico
Però in Comune c’è chi lo accusa: «Ci prende solo in giro»
Il presidente della Commissione Sport, Cassiani: «Lo inseguiamo invano da mesi, non si fa vedere e neanche ci risponde. La smetta di vendere fumo»
MARCO BONETTO
TORINO. Urbano Cairo non si smentisce: e di nascosto dall’opinione pubblica tratta con il sindaco di Torino. Evidentemente non aveva interesse a svelare le proprie mosse. Ha invocato discrezione. E l’ha ottenuta, coinvolgendo quasi in esclusiva Sergio Chiamparino, nonché alcuni tecnici del Comune: chiamati dal primo cittadino a partecipare a questi dialoghi, chiamiamoli così, che da alcuni mesi stanno andando avanti più o meno sottotraccia tra i vertici del Municipio e del Torino. Cairo ha formulato richieste in sequenza: documenti di varia natura sullo stadio Olimpico, sul Filadelfia e sulle potenzialità commerciali connesse. I vertici della Città stanno fornendo da tempo carte e delucidazioni. Il momento storico è particolare. Da un lato c’è Cairo, nel fuoco della contestazione e della critica e con la squadra a metà classifica in B. Sull’altra sponda, invece, il mandato di Chiamparino sta per esaurirsi e il sindaco punta a chiudere il suo lungo ciclo alla guida del Comune sfornando in extremis (quanto al tema stadi-società di calcio) una piattaforma contrattuale e programmatica il più possibile positiva e benaugurante: una piattaforma su cui appoggiare il futuro dello stadio Olimpico, il destino del Filadelfia e nuovi rapporti tra la Città e il Torino. Rapporti riveduti e corretti: mentre è risaputo come i dialoghi tra il Municipio e l’altra squadra cittadina siano più che mai buoni e costruttivi, da anni. L’obiettivo di Cairo si sposa dunque con quello del sindaco, concettualmente: ma dove coincidono i punti? Su un compromesso utile a tutti: stendere una bozza di preaccordo tra la Città e il club granata, relativamente alle nuove condizioni di affitto dell’Olimpico a partire dalla prossima stagione. Cioè quando la Juventus lascerà l’impianto di corso Sebastopoli per emigrare nel nuovo Delle Alpi.
STRATEGIE
Cairo e Chiamparino non si sono parlati solo per telefono più di una volta, in questi ultimi mesi. Si sono anche incontrati. E i contatti stanno proseguendo da tempo pure tra dirigenti e tecnici della Città e alcuni collaboratori di Cairo. Il tutto senza darne pubblicità, si diceva prima: Cairo vuole sorprendere la piazza che lo contesta e non crede più in lui, spera di gambizzare le forti critiche sul suo immobilismo esponendo un giorno (a mo’ di colpo di scena) atti, accordi, concreti passi in avanti. Come un giocatore che all’improvviso appoggi sul panno verde le proprie carte, confidando di colpire a sorpresa gli avversari, sparigliando il gioco. La sensazione è questa, fino a prova contraria. Ma la domanda chiave non concerne la strategia, bensì la sostanza. Non sarebbe certo un gran colpo di coda, per Cairo, trovare un’intesa economica col Comune per l’affitto dello stadio, di proprietà della Città. Ci mancherebbe che non si arrivasse al più presto a tutto ciò: altrimenti dove giocherebbe il Torino nella prossima stagione? La vera cartina di tornasole porta l’effigie del Filadelfia: e dopo tutte le promesse di Cairo dal 2005 in poi, non basta sedersi davanti a un notaio a fine mese per sancire l’ingresso del Torino tra i numerosi soci fondatori della nuova Fondazione Filadelfia. Il succo è un altro: quanti soldi intende tirar fuori Cairo per la costruzione di un centro sportivo per gli allenamenti della prima squadra e le partite Primavera? E quando? Promise solennemente, anni fa, di investire tanto quanto il Comune (3,5 milioni). Ordunque: è finalmente pronto ad aprire il portafoglio e a farsi motore primo dell’Operazione Filadelfia?
«D’altronde a chi deve innanzi tutto interessare un Filadelfia ricostruito, oltreché alla Città e ai tifosi, se non al Torino stesso, che utilizzerà e gestirà la nuova struttura?». Se lo chiede l’assessore allo Sport, l’avvocato Giuseppe Sbriglio. «E mi auguro che il Torino garantisca il contributo più importante, fermo restando che gli enti pubblici faranno il loro dovere ». Sempre per Sbriglio sarà «un’ottima occasione l’audizione di Cairo fissata per mercoledì prossimo in Comune», alle 11 davanti alle commissioni Patrimonio e Sport. «Un’ottima occasione per comprendere in quali termini il Torino parteciperà alla rinascita del Fila».
CONVITATO DI PIETRA
In Comune solo un’élite appare al corrente dei contatti tra Cairo e Chiamparino. In tale contesto, allora, possiedono una loro verità anche le accuse di un politico cittadino, Luca Cassiani, presidente della commissione Sport: «Sì, Cairo è stato convocato per mercoledì prossimo. Nello stesso giorno, in serata, si giocherà il derby delle Vecchie Glorie per raccogliere fondi per la lotta alla Sla. Ma per ora non sappiamo se Cairo si presenterà in Municipio. Un paio di mesi fa gli ho scritto, invitandolo a comunicarci una data in cui avrebbe potuto essere a Torino. Non mi ha nemmeno risposto. Poi gli abbiamo di nuovo scritto io e Gioacchino Cuntrò( presidente della commissione Patrimonio, ndr), convocandolo per il 9 marzo: e Cairo non ci ha di nuovo degnati di una risposta. Menefreghismo totale: non si è presentato e l’audizione è stata annullata. Ora attendiamo il convitato di pietra per mercoledì prossimo: verrà, non verrà? Vai a saperlo. Finora con il suo comportamento si è mostrato scorretto e irrispettoso nei confronti del Comune, dei cittadini, dei tifosi. Sta prendendo in giro pure le istituzioni, per quel che mi riguarda: e nessuno se lo può permettere. Quando la finirà? Quando chiarirà il suo impegno economico per il Fila, smettendo di vendere fumo?».
Uno scandalo d'uomo, che dire... è riuscito a vendere fumo in quantità industriali e nonostante tutto c'è ancora qualcuno che si fida di lui
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