Clamorose frasi del vicepresidente Porqueddu: «Rispettiamo le leggi, noi...»
La giunta boccia la Fondazione e sconfessa se stessa, la Regione e il Comune
Il braccio destro di Saitta: «Aderire all’associazione significa violare le norme sul denaro pubblico». L’ira dei consiglieri: «Allora denunciate Cota e Chiamparino!». Lo sconcerto di Sbriglio
MARCO BONETTO
TORINO. Forse il problema di Saitta e Porqueddu è Siracide. Ma intanto cominciamo a parlare del Filadelfia.
FATTI
Nell’ultimo lustro, dapprima con Renato Montabone assessore allo Sport e da quasi due anni con l’avvocato Giuseppe Sbriglio al suo posto, il Comune di Torino ha seguito tutto un lungo e complesso percorso volto alla creazione di una Fondazione deputata a promuovere la rinascita del Filadelfia. Al tavolo di lavoro, con l’imprimatur del sindaco Sergio Chiamparino, hanno partecipato i vertici del Municipio, dirigenti e tecnici comunali, avvocati della Città, esponenti della circoscrizione Filadelfia, 7 associazioni di tifosi e i professionisti del Torino di Urbano Cairo. Anno dopo anno si sono susseguiti incontri e studi, fino alla stesura di uno statuto: ora, finalmente, la Fondazione potrà prendere vita anche ufficialmente davanti a un notaio (appuntamento a fine mese, salvo sorprese). Così come il Comune, pure la Regione (votando una delibera) ha già deciso di aderire quale socio fondatore alla nuova associazione (che potrà inglobare pure le fondazioni Sanpaolo e Unicredit). E ora veniamo ai soldi. La Città si è già impegnata a stanziare 3,5 milioni. La Regione 3 milioni. Le due fondazioni bancarie hanno annunciato al governatore Roberto Cota di essere disposti a versare complessivamente tra i 3 e i 4 milioni. Il Comune ha pubblicato un bando di avviso destinato a tutti i candidati soci fondatori, che scadrà giovedì. E la Provincia? Che fa la Provincia di Torino? Il caso è stato sollevato su Tuttosport ripetutamente negli ultimi giorni. Il 22 settembre 2008 ( vecchia giunta: sempre Saitta presidente, comunque) il Consiglio provinciale votò praticamente all’unanimità (un solo dissenso) due mozioni, poi unificate, presentate dai consiglieri all’opposizione Carlo Giacometto ed Ettore Puglisi: in esse si invitava il presidente Saitta e gli assessori competenti ad «attivarsi affinché la Provincia sia accolta tra i soci fondatori della Fondazione» e «a stanziare un congruo contributo» (ufficiosamente si parlava di 500 mila euro). Settembre 2008: ma da quel momento, il nulla. Nulla di concreto ha fatto la Provincia per «attivarsi», per «stanziare». E ora che si tratta almeno di sedersi davanti a un notaio come socio fondatore, al fianco del Comune, della Regione e di altri enti e associazioni, la Provincia ha incredibilmente deciso di non rispettare quell’indirizzo votato nel 2008. Il consigliere di maggioranza Nicola Pomponio in queste settimane ha esercitato ripetute pressioni affinché la Provincia confermasse gli impegni, ma il presidente Antonio Saitta ha motivato il suo «no» per «superiori, oggettivi problemi di bilancio» (e dire che bastano “appena” 2.500 euro per aderire: quanto versare per la costruzione del Fila, tanto o poco che sia, si può decidere anche in un secondo tempo). Ma Pomponio non si è arreso: «La rinascita del Filadelfia rappresenta un’opera di grande valore storico, sociale, sportivo, culturale». E ha presentato all’ultima conferenza dei capigruppo un ordine del giorno affinché venisse immediatamente discussa in Consiglio provinciale l’adesione alla Fondazione. Un ordine del giorno firmato da tutto il gruppo dell’Idv. Ma gliel’hanno bloccato. Allora ha tentato di aprire subito una discussione almeno in commissione: altro «no». Sconsolato, ora allarga le braccia: non comprende. Ma lui, Pomponio, eccome se può essere compreso. Tanto più se si pensa che a bocciare ufficialmente la Fondazione è appena stato il vicepresidente (e assessore allo Sport) Gianfranco Porqueddu, espressione dello stesso partito di Pomponio.
PAROLE
Ma cosa ha dichiarato il braccio destro di Saitta? «La Provincia ha espresso più volte l’interesse e l’impegno ad essere tra i soci della Fondazione ». Ma «per tradurre gli atti di indirizzo e di impegno politico in atti amministrativi è necessario che il progetto venga delineato negli elementi essenziali: il fabbisogno complessivo d’investimento, la tempistica di impiego dei fondi, il progetto economico ed organizzativo per la gestione del ricostruito Filadelfia». Per cui «siamo attualmente impossibilitati ad aderire al bando dei promotori della Fondazione: non possiamo impegnare la Provincia a sostenere oneri economici futuri incerti ed indefiniti. Se lo facessimo violeremmo le norme sulla contabilità degli enti pubblici ed andremmo contro il principio di una sana e corretta amministrazione del denaro pubblico. Quando ci verranno sottoposti i dettagli del progetto di ricostruzione del Filadelfia valuteremo l’impegno finanziario che la Provincia potrà ragionevolmente sostenere ». Molti esponenti del centrosinistra sono rimasti a dir poco basiti. Nel centro-destra si urla allo «scandalo», come fa per esempio il consigliere Giacometto, autore di un’interrogazione in merito: «E’ una vergogna. In questi anni non si sono mai preoccupati di fare alcunché per il Fila e ora che non sanno dove trovare i soldi fuggono dagli impegni che si sono presi. Porqueddu ha paura di compiere un passo illegale se mai la Provincia aderisse anche solo formalmente alla Fondazione? E’ assurdo, paradossale: allora cosa bisogna fare, processare Cota e Chiamparino, visto che hanno anche approvato delle delibere ad hoc? ». Immaginate poi lo sconcerto in Municipio, oltreché in Regione: lo sconcerto già solo dell’assessore allo Sport di Torino, l’avvocato Giuseppe Sbriglio, esponente dello stesso partito di Porqueddu. Dimenticavamo. Sul sito ufficiale della Provincia, nella pagina dedicata a Saitta, c’è scritto: «Nel definire il suo impegno politico il presidente ama ricordare una citazione tratta dal libro di Siracide », cioè dalla Bibbia: «Dell’artista si ammira l’opera, del politico la saggezza della proposta. Ma se parla a vanvera è una minaccia per la città; se dice cose inconcludenti si fa odiare ». Siracide: ebbene sì.
La giunta boccia la Fondazione e sconfessa se stessa, la Regione e il Comune
Il braccio destro di Saitta: «Aderire all’associazione significa violare le norme sul denaro pubblico». L’ira dei consiglieri: «Allora denunciate Cota e Chiamparino!». Lo sconcerto di Sbriglio
MARCO BONETTO
TORINO. Forse il problema di Saitta e Porqueddu è Siracide. Ma intanto cominciamo a parlare del Filadelfia.
FATTI
Nell’ultimo lustro, dapprima con Renato Montabone assessore allo Sport e da quasi due anni con l’avvocato Giuseppe Sbriglio al suo posto, il Comune di Torino ha seguito tutto un lungo e complesso percorso volto alla creazione di una Fondazione deputata a promuovere la rinascita del Filadelfia. Al tavolo di lavoro, con l’imprimatur del sindaco Sergio Chiamparino, hanno partecipato i vertici del Municipio, dirigenti e tecnici comunali, avvocati della Città, esponenti della circoscrizione Filadelfia, 7 associazioni di tifosi e i professionisti del Torino di Urbano Cairo. Anno dopo anno si sono susseguiti incontri e studi, fino alla stesura di uno statuto: ora, finalmente, la Fondazione potrà prendere vita anche ufficialmente davanti a un notaio (appuntamento a fine mese, salvo sorprese). Così come il Comune, pure la Regione (votando una delibera) ha già deciso di aderire quale socio fondatore alla nuova associazione (che potrà inglobare pure le fondazioni Sanpaolo e Unicredit). E ora veniamo ai soldi. La Città si è già impegnata a stanziare 3,5 milioni. La Regione 3 milioni. Le due fondazioni bancarie hanno annunciato al governatore Roberto Cota di essere disposti a versare complessivamente tra i 3 e i 4 milioni. Il Comune ha pubblicato un bando di avviso destinato a tutti i candidati soci fondatori, che scadrà giovedì. E la Provincia? Che fa la Provincia di Torino? Il caso è stato sollevato su Tuttosport ripetutamente negli ultimi giorni. Il 22 settembre 2008 ( vecchia giunta: sempre Saitta presidente, comunque) il Consiglio provinciale votò praticamente all’unanimità (un solo dissenso) due mozioni, poi unificate, presentate dai consiglieri all’opposizione Carlo Giacometto ed Ettore Puglisi: in esse si invitava il presidente Saitta e gli assessori competenti ad «attivarsi affinché la Provincia sia accolta tra i soci fondatori della Fondazione» e «a stanziare un congruo contributo» (ufficiosamente si parlava di 500 mila euro). Settembre 2008: ma da quel momento, il nulla. Nulla di concreto ha fatto la Provincia per «attivarsi», per «stanziare». E ora che si tratta almeno di sedersi davanti a un notaio come socio fondatore, al fianco del Comune, della Regione e di altri enti e associazioni, la Provincia ha incredibilmente deciso di non rispettare quell’indirizzo votato nel 2008. Il consigliere di maggioranza Nicola Pomponio in queste settimane ha esercitato ripetute pressioni affinché la Provincia confermasse gli impegni, ma il presidente Antonio Saitta ha motivato il suo «no» per «superiori, oggettivi problemi di bilancio» (e dire che bastano “appena” 2.500 euro per aderire: quanto versare per la costruzione del Fila, tanto o poco che sia, si può decidere anche in un secondo tempo). Ma Pomponio non si è arreso: «La rinascita del Filadelfia rappresenta un’opera di grande valore storico, sociale, sportivo, culturale». E ha presentato all’ultima conferenza dei capigruppo un ordine del giorno affinché venisse immediatamente discussa in Consiglio provinciale l’adesione alla Fondazione. Un ordine del giorno firmato da tutto il gruppo dell’Idv. Ma gliel’hanno bloccato. Allora ha tentato di aprire subito una discussione almeno in commissione: altro «no». Sconsolato, ora allarga le braccia: non comprende. Ma lui, Pomponio, eccome se può essere compreso. Tanto più se si pensa che a bocciare ufficialmente la Fondazione è appena stato il vicepresidente (e assessore allo Sport) Gianfranco Porqueddu, espressione dello stesso partito di Pomponio.
PAROLE
Ma cosa ha dichiarato il braccio destro di Saitta? «La Provincia ha espresso più volte l’interesse e l’impegno ad essere tra i soci della Fondazione ». Ma «per tradurre gli atti di indirizzo e di impegno politico in atti amministrativi è necessario che il progetto venga delineato negli elementi essenziali: il fabbisogno complessivo d’investimento, la tempistica di impiego dei fondi, il progetto economico ed organizzativo per la gestione del ricostruito Filadelfia». Per cui «siamo attualmente impossibilitati ad aderire al bando dei promotori della Fondazione: non possiamo impegnare la Provincia a sostenere oneri economici futuri incerti ed indefiniti. Se lo facessimo violeremmo le norme sulla contabilità degli enti pubblici ed andremmo contro il principio di una sana e corretta amministrazione del denaro pubblico. Quando ci verranno sottoposti i dettagli del progetto di ricostruzione del Filadelfia valuteremo l’impegno finanziario che la Provincia potrà ragionevolmente sostenere ». Molti esponenti del centrosinistra sono rimasti a dir poco basiti. Nel centro-destra si urla allo «scandalo», come fa per esempio il consigliere Giacometto, autore di un’interrogazione in merito: «E’ una vergogna. In questi anni non si sono mai preoccupati di fare alcunché per il Fila e ora che non sanno dove trovare i soldi fuggono dagli impegni che si sono presi. Porqueddu ha paura di compiere un passo illegale se mai la Provincia aderisse anche solo formalmente alla Fondazione? E’ assurdo, paradossale: allora cosa bisogna fare, processare Cota e Chiamparino, visto che hanno anche approvato delle delibere ad hoc? ». Immaginate poi lo sconcerto in Municipio, oltreché in Regione: lo sconcerto già solo dell’assessore allo Sport di Torino, l’avvocato Giuseppe Sbriglio, esponente dello stesso partito di Porqueddu. Dimenticavamo. Sul sito ufficiale della Provincia, nella pagina dedicata a Saitta, c’è scritto: «Nel definire il suo impegno politico il presidente ama ricordare una citazione tratta dal libro di Siracide », cioè dalla Bibbia: «Dell’artista si ammira l’opera, del politico la saggezza della proposta. Ma se parla a vanvera è una minaccia per la città; se dice cose inconcludenti si fa odiare ». Siracide: ebbene sì.
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