Piano finanziario per il Cda: con queste risorse è reale solo il progetto da 8 milioni
In ogni caso non ci sarà la ricostruzione del vecchio stadio ma la nascita di uno nuovo, comunque utile al Torino e alla sua tifoseria
MARCO BO
TORINO. Il tempo dei sogni è finito. E’ in arrivo l’ora della svolta. E’ arrivato il giorno in cui chi vuole che rinasca il Filadelfia lo faccia sapere in maniera forte e chiara ma soprattutto concreta. Per una ragione semplice come l’acqua, che ha il pregio di essere trasparente: dopo decenni di promesse non mantenute e soprattutto ipotesi rimaste sopra il livello delle nuvole, nel Cda della Fondazione Filadelfia che si svolgerà oggi pomeriggio verrà presentato il piano finanziario che potrà dare il via al bando e quindi alla successiva fase operativa per la costruzione della cittadella granata. La proposta non potrà che ipotizzare il progetto da 8 milioni di euro perché qualsiasi altra idea, per esempio quella con l’area commerciale da 4000 metri quadrati, non sarebbe al momento percorribile per mancanza di fondi. Che al momento raggiungono, potenzialmente, gli otto milioni. Qualsiasi iniziativa volta a recuperare altri finanziamenti sarà ben accolta ma il problema è che qui si deve coniugare il verbo al futuro mentre ciò che conta è più che mai il presente. Che ha una scadenza precisa: 15 maggio. Entro quella data il sindaco Fassino ha chiesto alla Fondazione stessa di dimostrare che si è chiuso il tutto in un percorso chiaro e nitido: progetto tecnico e finanziario condiviso in modo che il bando si possa lanciare. Solo a quel punto verrà erogato il finanziamento del Comune che in una prima tranche muoverà soldi per un milione di euro (1.5 l’anno successivo e ancora 1 l’anno dopo).Dunque non c’è più tempo, pardon, altro tempo da perdere. La clessidra non offre ancora molta sabbia a disposizione, pena trovarsi poi davvero nella condizione di non vedersi corrisposti i 3.5 milioni di euro che il Comune ha promesso e non ancora versato spiegando che mancano ancora le garanzie di fattibilità di un progetto rimasto per troppo tempo nei desiderata e non tradotto sulla carta, soprattutto a livello di sostenibilità economica.
LA CITTADELLA Dunque il Filadelfia che in questo momento si può pensare di realizzare, grazie ai 3.5 milioni del Comune, i 3.5 della Regione e il milione del Torino che sarà donato attraverso la Fondazione Mamma Cairo, è quello che non prevede anche l’edificazione dell’area commerciale sul lato di via Giordano Bruno. Condizione che potrebbe mutare in fieri qualora saltassero fuori sponsor e mecenati. Del resto qui il nodo centrale è uno solo: dare al Torino, finalmente, la cittadella granata. Che in ogni caso, è meglio sottolinearlo a chiare lettere, non sarà parente stretto del vecchio stadio Filadelfia. E questo per una ragione molto semplice: in quell’impianto il Torino di un tempo giocava le partite di campionato, in questo, nel prossimo cioè, ovviamente no. Dunque, visto che si tratterà di un altro Filadelfia, più che un nuovo Filadelfia, tutte le discussioni relative alle tipologie dei progetti sono di importanza secondaria. Ciò che conta è che questa benedetta cittadella granata, dove poter cementare e rinsaldare il concetto di appartenenza sia per i giovani della Primavera che per i tifosi, sì, soprattutto quelli giovani, diventi al più presto realtà. Oggi pomeriggio dopo il Cda si svolgerà la riunione a latere in comune, quella voluta dall’assessore Gallo e che sarà una sorta di postilla in cui potersi confrontare ulteriormente. Tempo da perdere, come scritto, non ce n’è più. Sarebbe auspicabile che dopo la presentazione del piano finanziario in questo Cda, nel prossimo lo si deliberasse con le variazioni del caso eventualmente suggerite dalle varie componenti. Che hanno il traguardo a un passo. Non tagliarlo sarebbe delittuoso.
Nella foto Cairo mentre parla ai tifosi al Filadelfia nel 2009: lo stadio è stato abbattuto nel 1997 (LaPresse)
LA CITTADELLA Dunque il Filadelfia che in questo momento si può pensare di realizzare, grazie ai 3.5 milioni del Comune, i 3.5 della Regione e il milione del Torino che sarà donato attraverso la Fondazione Mamma Cairo, è quello che non prevede anche l’edificazione dell’area commerciale sul lato di via Giordano Bruno. Condizione che potrebbe mutare in fieri qualora saltassero fuori sponsor e mecenati. Del resto qui il nodo centrale è uno solo: dare al Torino, finalmente, la cittadella granata. Che in ogni caso, è meglio sottolinearlo a chiare lettere, non sarà parente stretto del vecchio stadio Filadelfia. E questo per una ragione molto semplice: in quell’impianto il Torino di un tempo giocava le partite di campionato, in questo, nel prossimo cioè, ovviamente no. Dunque, visto che si tratterà di un altro Filadelfia, più che un nuovo Filadelfia, tutte le discussioni relative alle tipologie dei progetti sono di importanza secondaria. Ciò che conta è che questa benedetta cittadella granata, dove poter cementare e rinsaldare il concetto di appartenenza sia per i giovani della Primavera che per i tifosi, sì, soprattutto quelli giovani, diventi al più presto realtà. Oggi pomeriggio dopo il Cda si svolgerà la riunione a latere in comune, quella voluta dall’assessore Gallo e che sarà una sorta di postilla in cui potersi confrontare ulteriormente. Tempo da perdere, come scritto, non ce n’è più. Sarebbe auspicabile che dopo la presentazione del piano finanziario in questo Cda, nel prossimo lo si deliberasse con le variazioni del caso eventualmente suggerite dalle varie componenti. Che hanno il traguardo a un passo. Non tagliarlo sarebbe delittuoso.
Nella foto Cairo mentre parla ai tifosi al Filadelfia nel 2009: lo stadio è stato abbattuto nel 1997 (LaPresse)
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