«Il mercato? Il Toro è una piazza eccezionale, ambita da tanti»
Siamo primi, uniti, solidi, forti, motivatissimi. Questa è un’oasi così felice che non ha nemmeno bisogno di me come sponsor in vista delle trattative di gennaio.
Mi auguro che mi riducano la squalifica e di giocare col Livorno: Borghese ha fatto scena. Ci rivedremo al ritorno, voglio batterlo a modo mio: correttamente
MARCO BONETTO
BUON GIORNO, Bianchi. Ancora poche ore e sarà dibattuto il suo caso davanti alla Corte di giustizia.
«Chiediamo una cosa sola, che sia fatta giustizia. In questo caso significa ottenere clemenza, visto che sono stato espulso col Bari e ho già scontato una giornata per colpa di una persona che ha fatto scena».
Borghese .
«Ho allargato le braccia per divincolarmi e lui si è gettato a terra come se gli avessi dato una gomitata. E’ questo che mi dà più fastidio. Essere stato punito anche se non avevo commesso niente di grave».
Poi Borghese ha segnato alla Samp e l’ha presa in giro mimando i fatti di una settimana prima.
«La verità è che a me di Borghese e di quello che può fare non interessa più niente. Mi interessa solo che sia fatta giustizia. Di Borghese non mi interessa più niente perché per me conta solo vincere il campionato. Ci rivedremo al ritorno, con quel difensore. Io entrerò in campo per vincere, ma alla mia solita maniera: correttamente. Perché se si gioca rude in due, poi è da scorretti fare le sceneggiate e buttarsi a terra. Quante gomitate vere avevo preso io, prima?».
C’erano anche due rigori su di lei, se è per questo.
«Abbiamo presentato ricorso e spero che la squalifica finisca subito, visto che non ho fatto niente. Spero in uno sconto, il più grande possibile. Mi auguro che siano clementi. Almeno una giornata, se non si può due. Ho massimo rispetto per gli organismi competenti che dovranno decidere. Se necessario, sono anche pronto a volare a Roma dai giudici per spiegare bene cosa è successo».
Di palo in frasca: l’entusiasmo quest’anno è alle stelle, avete riconquistato l’affetto della gente.
«Vero. Fa piacere, si è riaccesa la passione nei tifosi, la voglia di ostentare l’amore per il Toro. Questo pubblico merita di stare stabilmente in A e a certi livelli. Lo ripeto sempre perché è la semplice verità».
Lei è un idolo perché anche quest’anno non ha fatto storie per andarsene e continua a trascinare tutti.
«Sono contento di essere rimasto. Torino è sempre Torino. Una piazza eccezionale, che regala emozioni come poche altre. E’ bello giocare in una squadra così importante. Ed essere un punto di riferimento per un popolo così grande».
Sembra uno spot in vista del mercato di gennaio: “Venite tutti, qui si sta divinamente e si vola in A”.
«Il Toro è una piazza così bella di per sé che non ha bisogno di me come sponsor. E poi le valutazioni di mercato spettano alla società e all’allenatore, non a noi giocatori. Detto questo, sono solo felice di poter urlare ai quattro venti che siamo davvero un ottimo gruppo. Siamo primi, solidi, uniti, forti, motivatissimi. Senza alcun dubbio Torino è un posto dove è bello trasferirsi, giocare, vivere».
Finalmente un’oasi felice, dopo i guai degli anni scorsi?
«Siamo una delle oasi felici del calcio, assolutamente sì. Difatti è una piazza ambita da tanti. E tutti noi che indossiamo questa maglia siamo orgogliosi di far parte di una storia così gloriosa che prosegue da oltre 100 anni. E di rappresentare il mondo dei tifosi. Per me poi che sono il capitano, i migliori giocatori sono già tutti qui. I miei compagni: nessuno escluso».
Sul breve periodo le rimane il traguardo di tornare nella massima serie. A lungo termine, invece, potrebbe sorprendere anche se stesso: svegliarsi un bel mattino e dover correre al Filadelfia per allenarsi.
«Mi piacerebbe molto allenarmi nel nuovo Filadelfia. Sarebbe importantissimo che quell’area riprendesse vita e che venisse costruito un centro sportivo. Per la società, per noi, per la gente. Si ricreerebbe quell’ambiente famigliare che esisteva fino a 15 anni fa. Ho letto, mi sono documentato. E me lo raccontano spesso i tifosi che ricordano il Fila in piedi e ci andavano tutti i giorni o quasi. Il nuovo Filadelfia sarebbe importante per tutto il Toro».
Nella migliore delle ipotesi, il Fila non potrebbe essere realtà prima dell’autunno del 2013. Immaginarla lì significherebbe anche pianificare il suo rinnovo contrattuale.
«Già, è vero... Comunque adesso non penso al contratto. Ma solo a vincere il campionato. Abbiamo già mosso tanti passi in avanti, ma in realtà non abbiamo ancora fatto niente. Potremo esultare solo a traguardo raggiunto».
Un miglioramento da mettere in cantiere come squadra riguarda la prolificità offensiva.
«Diciamo che dobbiamo essere più sfrontati in certi momenti della gara. Ma la garanzia è che in partita siamo sempre solidi, compatti, determinati. Giochiamo sempre da squadra, e questa è la base di partenza fondamentale. Se siamo primi un motivo c’è. Difatti i risultati continueranno a venire. Mettiamo sempre l’anima, diamo il massimo. Poi ogni partita rappresenta una storia a sé, ma noi non perdiamo mai l’identità, la personalità. Da fuori qualcuno guarda al pelo nell’uovo, per esempio perché abbiamo pareggiato 0 a 0 a Crotone. Ma ci vuole equilibrio nei giudizi. Stiamo disputando un ottimo campionato. Siamo primi e nessuno è continuo quanto noi. Però ogni tanto sembra che qualcuno se lo dimentichi».
Dalle stalle alle stelle, da Borghese al Fila
Bianchi: ''Aspetto il ritorno contro il Bari. La casa del Toro per tornare in famiglia''
Si va dalle cose più squallide alle più alte, nei pochi minuti di chiacchierata con Rolando Bianchi, presso il Kappa Store di piazza San Carlo dove insieme ai compagni ieri il giocatore si é concesso al bagno di folla del centro città di Torino. Per le prime, il riferimento é a Martino Borghese; gli viene chiesto se faccia più male la sua stupida esultanza che le gomitate ricevute, ma la risposta chiude ogni discorso: "Una persona così -dice Rolandinho- si commenta da sola". E poi, una promessa, non una minaccia: "Lo aspetto al ritorno: vedremo chi é più forte". Perchè lui parla solo di calcio, non di calci.
L'unico strascico di questa vicenda é quello del ricorso contro la squalifica: "Spero venga accolto", confessa, "perché ho fatto poco o nulla al mio avversario; sono già stufo di guardare le partite dalla tribuna". Già ora, dopo una sola? "Beh sì, é vero, é una sola, dove peraltro i miei compagni hanno ottenuto un buon punto su un campo difficile; ma io ho sempre, sempre troppa voglia di giocare...". Oggi potrebbe avere la risposta, Rolando Bianchi.
Si diceva delle cose squallide, poi ci sono quelle alte; nessun pensiero é più "alto", per i tifosi del Toro, dello stadio Filadelfia. "So tutto, anzi diciamo che so molto, della sua storia; ho letto, e poi la gente me la racconta sempre. Ecco, mi piacerebbe tantissimo allenarmi al Filadelfia: credo che sarebbe come ritrovare un ambiente famigliare, per il Toro, almeno così la vedo e così l'ho capita io". L'hai capita perfettamente, Rolli.
(foto M.Dreosti)
http://www.toronews.net/?action=article&ID=25119
by Paolo P.
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