SBRIGLIO «Ritardi ed errori, il sindaco deve intervenire»
«Il presidente del CdA della Fondazione, Chiabrera, crea problemi e non ha capito che cos’è il Fila: la gente non va presa in giro»
MARCO BONETTO
«SONO ALLIBITO, sconcertato. Ma prim’ancora molto dispiaciuto. Anche seccato, devo dire».
Perché, avvocato Sbriglio, attorno al Filadelfia sono tornate di moda le omissioni?
«Perché se è vero, come ormai pare chiaro un po’ a tutti, che il presidente del CdA Chiabrera non ha raccontato la verità sulle difficoltà a ottenere il riconoscimento giuridico della Fondazione, beh: il fatto sarebbe grave. E mi sembra di capire che questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza della gente. Chiedo al sindaco Fassino di prendere in mano la situazione e di incontrare urgentemente le associazioni dei tifosi presenti in Fondazione».
Perché?
«E’ un fatto di sensibilità politica. E di necessità oggettive, dopo le nuove polemiche sul comportamento di Chiabrera. E a fronte del malessere che si è allargato in seno alla Fondazione. Del clima che sembra quasi insostenibile. E’ un peccato, mi dispiace molto. Fino a un anno fa ero assessore allo Sport, ero anche alla guida della Fondazione. Per quasi due anni si è lavorato a contatto di gomito anche con le associazioni dei tifosi, si è messa in moto la macchina, si sono raggiunti successi...».
Dove vuole arrivare?
«Continuo a parlare con le associazioni, i tifosi mi chiamano delusi e arrabbiati. E’ giusto che il sindaco si renda conto di persona di quale sia la situazione. Credo che la vicenda sia sfuggita di mano a Fassino, dato che chi rappresenta il Comune nella Fondazione crea grosse conflittualità interne, rallentamenti. Vedo anche un problema di credibilità. Dopo tutto quello che era successo attorno al Fila in un lontano passato, è intollerabile adesso perdere tempo. La cosa mi disturba molto da cittadino, da tifoso e da politico, essendo io il capogruppo di un partito, l’Idv, che fa parte della maggioranza che sostiene Fassino. Difatti sto già muovendomi anche in un’altra direzione. Oltre al sindaco, chiedo urgentemente al presidente della commissione Sport, Cassiani, di agire. Dopo la mia interpellanza sul caso Filadelfia-Fondazione... che presentai quando già si vedevano le prime crepe... è stato fissato un incontro in Municipio per il 22 maggio. Troppo in là, intanto la situazione sta degenerando. Bisogna anticipare la seduta. Al più presto. E chiedo che siano invitati in commissione tutti i membri della Fondazione».
Cairo e tifosi hanno detto: «Li mettiamo noi i soldi che mancano per il riconoscimento giuridico della Fondazione». Comune e Regione latitano.
«L’impegno dei tifosi per il Fila è solo ammirevole, una volta di più da sottolineare. Devo dire che mi fa piacere registrare anche la collaborazione del Torino. Cairo sta dando segnali positivi. E Ferrauto, il dirigente che lo rappresenta al tavolo del Fila, ha lavorato bene in questi anni. E’ doppiamente assurdo non sfruttare il vento in poppa, per colpa di un presidente di Fondazione che non ha la chiara percezione di cos’è il Filadelfia. E di cosa rappresenta».
E’ durissimo con Chiabrera.
«E’ dalla fine degli Anni 90 che faccio le mie battaglie per il Fila. Da tifoso e da consigliere comunale. Poi da assessore. E anche dentro alla Fondazione. E adesso di nuovo da consigliere, con Fassino. In tutti questi lustri una cosa è emersa in modo chiarissimo. La gente non tollera più prese in giro sul Filadelfia. E omissioni. Per cui il primo valore da seguire al tavolo della Fondazione è la trasparenza. Se racconti le cose sempre con franchezza e in tempo reale, anche i problemi più complessi e contestati vengono compresi da tutti. Aumenta lo spirito di collaborazione. Si rafforza il patto di fiducia tra i membri della Fondazione. E le difficoltà si superano prima, meglio. Vedi le lotte comuni per recuperare i soldi del mattone di Novelli e per togliere le ipoteche dal Fila. Invece adesso sta venendo meno questo volano positivo. E volete che non mi arrabbi anch’io? Essere trasparenti, raccontare per filo e per segno la verità dei fatti è un dovere. A maggior ragione se si parla di un bene della Città che sta a cuore a tutti i torinesi. In particolare ai tifosi. Ed è un dovere che oltretutto paga, dà frutti. Mi sembra incredibile che qualcuno non lo capisca. Ma se non lo si capisce, significa anche che non si è all’altezza».
Foto: Il sindaco di Torino, Piero Fassino, 62 anni L’avvocato Giuseppe Sbriglio, 39 anni
TS - pag.18
il caso nel caso
I soldi del mattone l’ultimo paradosso
La Fondazione non è stata riconosciuta, il Comune aspetta di approvare il bilancio e sta bloccando i versamenti: pressioni per superare il guaio
TORINO. Un caso nel caso, una beffa nella beffa. Semplificando: Comune e Regione non sono fin qui riusciti a trovare i 32 mila euro che mancano per arrivare a quota 77 mila, la cifra necessaria per ottenere il riconoscimento giuridico della Fondazione Filadelfia, nata un anno fa davanti a un notaio e fondata (oltreché dalle due amministrazioni pubbliche) anche dal Torino e da diverse associazioni di tifosi. Come noto, la Fondazione ha il compito di promuovere la riqualificazione del leggendario quadrilatero granata: una discarica a cielo aperto da 15 anni. L’area ospitava l’ormai leggendario stadio del Grande Torino, scandalosamente demolito nel ’97. I programmi prevedono la realizzazione di un centro sportivo per gli allenamenti del club granata. Nelle prossime settimane la commissione giudicante esaminerà i progetti preliminari arrivati in questi mesi per il concorso di idee. Ma torniamo ai problemi economici attuali. In cassa nella Fondazione ci sono 45 mila euro, al momento. Cairo e le associazioni dei tifosi hanno appena compiuto un gesto molto apprezzabile, impegnandosi ad aprire di nuovo il portafoglio (loro...) pur di sbloccare la situazione: le associazioni dei tifosi presenti al tavolo del Fila verseranno 12.500 euro, il presidente granata la parte restante. Regione a parte (da cui uffici dipende il riconoscimento giuridico), il paradosso è che il Comune, proprietario dell’area, non riesca a tirar fuori poche migliaia di euro, nonostante abbia in cassa circa 170 mila euro da versare appena possibile proprio alla Fondazione. Sono i soldi (quelli rimasti) dello sciagurato mattone virtuale messi in vendita dall’ex sindaco Novelli negli Anni 90 per raccogliere fondi nell’ottica di costruire un nuovo stadio. Ma al di là del fatto che la Fondazione non sia ancora riconosciuta, per ora il denaro è bloccato nelle casse comunali in attesa dell’approvazione del bilancio della Città a metà maggio. Pressioni sono però in corso per sbloccare prima la questione. M.BON.
Foto: L’ex sindaco Diego Novelli
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