sabato 2 aprile 2011

01/04/11 - Filadelfia, 4 anni in un pomeriggio. Sarà veramente la volta buona?


ANNO IX - n° 385 del 1 aprile 2011

Nel Museo del Grande Torino la firma dell’atto costitutivo della Fondazione. Fioccano i progetti. Ma i soldi? - Pag. 4


L'ESCLUSIVA. Sbriglio, Assessore allo Sport: "La questione stadi è interesse anche di Cairo" - Pag. 5


L’Atto Costitutivo della Fondazione

Filadelfia, 4 anni in un pomeriggio


Sarà veramente la volta buona?


Le emozioni di una giornata particolare. Ma alla fine, dentro il Museo granata, almeno la firma è arrivata. Quattro anni in un pomeriggio. Non è il titolo di un film di successo, ma poco ci manca. Le emozioni che si sono condensate nelle ultime, frenetiche, ore precedenti la firma dell’Atto Costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia, sono state tali e tante da mandare in tilt i cervelli e le valvole cardiache dei protagonisti più sensibili di questa vicenda. Ci limitiamo a raccontare degli ultimi giorni, tralasciando quanto già abbondantemente noto, per dare un’occhiata dietro le quinte. Venerdì, il barometro fino a quel momento fermo sullo stabile, precipitava verso il basso, suggerendo di preparare gli ombrelli per possibili acquazzoni. La percezione era che la Regione, chiamata in causa in tempi e modi a lei poco graditi, volesse far slittare la firma, anche solo di pochi giorni, ma abbastanza da minare certezze e credibilità di chi, come le associazioni dei tifosi, si era spesa moltissimo per arrivare alla firma prima del 31 marzo. Insomma, si sarebbe trattato di ragioni politiche, mascherate da problemi tecnici. Comprensibili, d’altronde, visto che le elezioni sono imminenti e nessuno vuole regalare centimetri di vantaggio agli avversari. Ma neppure le associazioni dei tifosi erano disposti a vedersi sgusciare tra le dita un risultato che consideravano acquisito. Quindi, il pressing sui politici si accentuava e primo fra tutti era il granatissimo amico Gianluca Vignale, che subiva le mie telefonate di "incoraggiamento” ad ottenere il risultato. Gli sia qui riconosciuto il merito di essersi speso moltissimo, in tempo e credibilità, per portare a casa la firma nei tempi auspicati. Ma, tornando a noi, dopo due giorni di attività frenetica, in cui sembrava di doverci incontrare preliminarmente, per smussare gli angoli, i due enti istituzionali si sono guardati negli occhi e hanno trovato la quadra. Sospiro di sollievo. In fondo che importava, ai tifosi, a chi spettasse la presidenza del CdA? A noi interessava a chi spettasse rivedere il Filadelfia rinato e la risposta era una sola. A tutti. E il Torino FC? A mio giudizio, in tante lacune che hanno punteggiato l’era Cairo, anche su questa vicenda (un po’ più di attivismo non sarebbe dispiaciuto), alla fine la cosa giusta il Presidente l’ha fatta. Siglare l’Atto ed entrare nel CdA. È vero, la sua presenza avrebbe dato maggior peso e rilevanza alla cerimonia. Ma Giuseppe Ferrauto, suo braccio destro e persona ammodo, l’ha degnamente rappresentato. E tra l’altro, ha disinnescato la potenziale contestazione che qualche persona di poco buon senso avrebbe potuto inscenare. C’è un tempo e un luogo per ogni cosa e il Museo del Grande Torino, lunedì 28 marzo, in occasione della firma dell’Atto Costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia, non avrebbe meritato un affronto del genere. Il ritrovo, dunque, è stato fissato alle 17, presso il Museo del Grande Torino e della Leggende Granata, che oggi come oggi, rappresenta il punto di riferimento culturale e sentimentale del popolo granata. Ancora 90 minuti dedicati agli ultimi aggiustamenti, come se si fosse trattato della “finalissima” e poi il simbolico triplice fischio del notaio Francesco Vaglienti, sanciva la nascita della Fondazione. Dal salone dell’ultimo piano, dove s’era tenuta la riunione, la discesa delle scale per recarsi nell’atrio del Museo, che da poco ospita la Balilla di Meroni, per la firma davanti a foto e telecamere a tramandare ai posteri la solenne cerimonia. Poi un salto nella sala adiacente, dove abbiamo sistemato la restaurata Tribuna d’Onore del Filadelfia per la rituale foto di gruppo. Sugli scranni dove posarono le terga il conte Enrico Marone Cinzano e Ferruccio Novo, si sono accomodati i padri fondatori, anzi rifondatori, del Filadelfia. La pioggerellina che aveva punteggiato il pomeriggio, lasciava spazio a uno splendente raggio di sole che entrando nel salone, illuminava i firmatari dell’Atto. Forse solo una coincidenza, forse no. Qualcuno ha voluto vederci il sorriso dei nostri Immortali, che stanno per tornare a casa. Ci piace pensare che è così e lavoreremo per onorare la parola data ai fratelli e sorelle granata. Il Filadelfia rivivrà.


Domenico Beccaria


Nella foto i protagonisti dell’atto costitutivo. Si riconoscono, tra gli altri, il ‘nostro’ Domenico Beccaria e i politici Sbriglio e Coppola (Foto Roberto Masera)



L’esclusiva: L’assessore allo Sport


Quanti progetti per il ‘tempio’


Sbriglio: “ Una ciambella per Cairo ”


“ Il Presidente dovrà convincersi che la risoluzione del problema Filadelfia è anche nel suo interesse ” Attorno al Filadelfia non mancano certamente le idee. Il problema è capire a chi toccherà mettere i fondi per la ricostruzione e soprattutto capire fino a che punto il Toro (leggi di Cairo) abbia realmente intenzione di investire denaro nel progetto Fila. A pochi giorni dalla firma della Fondazione, atto conclusivo di un iter i cui altri punti fondamentali sono stati la cancellazione delle ipoteche e la concessione della superficie per novantanove anni a beneficio della Fondazione stessa, sono già tre i progetti pervenuti da parte degli studi di architetti e designer. L’ultimo, in ordine di tempo, presentato mercoledì scorso negli uffici dell’Assessorato allo sport di corso Ferrucci, è quello ideato dalla Up Design, dinamica azienda torinese creata dal trentottenne Umberto Palermo, con all’attivo realizzazioni importanti nei più svariati settori, dal ramo automobilistico a quello degli elettrodomestici. Quello pensato per il Fila è un look a metà fra tradizione e innovazione: “ Pur non essendo un tifoso – ci tiene a precisare Palermo – ho voluto rendere un omaggio a quello che per la città di Torino e non soltanto per i sostenitori granata rappresenta non soltanto uno stadio ma un vero e proprio monumento. Il nostro progetto per il Filadelfia prevede il mantenimento di alcuni elementi originali della struttura, tra cui alcune parti della tribuna d’onore. Inoltre, vogliamo contribuire alla riqualificazione della zona, in modo da rendere usufruibili le aree adiacenti all’impianto a beneficio delle famiglie”.


UNA CONSOLAZIONE PER I TIFOSI. Se attorno al Fila fioccano le idee, l’assessore allo Sport Giuseppe Sbriglio aspetta un segnale concreto da parte del Torino, che, tra le varie componenti che costituiscono la Fondazione, dovrebbe essere la parte principalmente interessata nella questione Filadelfia: “ Presto o tardi Cairo dovrà convincersi che la risoluzione della questione stadi, a cominciare dal Filadelfia, va nel suo stesso interesse, in particolare in un momento dove i risultati sportivi non sono molto esaltanti. Certamente i tifosi sarebbero più disposti a digerire due campionati in serie B a fronte di qualcosa di concreto per restituire il Fila al Toro”.


LA DIASPORA DELLE GIOVANILI. Che la situazione degli impianti sia ben distante dal giungere alla soluzione, espressa nei propositi di Cairo, di un unico centro sportivo in grado di accogliere gli allenamenti di tutte le squadre granata lo dimostra anche la diaspora delle giovanili. ’ultimo atto è stata la chiusura del campo Agnelli, che ha dirottato la Primavera a Venaria e gli Allievi al Robaldo, impianto gestito dalla società Nizza Millefonti. A fornire la spiegazione della vicenda è il responsabile del settore giovanile granata Antonio Comi: “ ll’Agnelli c’era un problema legato al guasto dell’impianto di irrigazione. Gli allenatori hanno preferito così trasferire le squadre in altri impianti, che permettessero di lavorare in maniera più idonea”.


Giovanni Rolle


Nella foto: a sinistra Giuseppe Sbrigio, assessore allo sport del comune di Torino (lapresse)




Giuseppe Sbriglio.


In poco meno di due anni, come Assessore allo Sport di Torino, ha fatto grandi cose. Una tra tutte, ha risolto i problemi che bloccavano da 14 anni la costruzione dello Stadio Filadelfia: facendo cancellare le ipoteche, recuperando i soldi della vecchia fondazione di Novelli e facendo deliberare il diritto di superficie per 99 anni alla Nuova Fondazione. Adesso è stato scelto , voluto da tutti, Presidente della Nuova Fondazione per la ricostruzione dello Stadio.


C’è un solo modo per consentirgli di lavorare in futuro con la stessa passione: VOTARLO scrivendo SBRIGLIO PER IL COMUNE.

Nessun commento:

Posta un commento