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Preoccupa l'attendismo del Comune e di Cairo
" Per la rinascita del Filadelfia serve una svolta entro febbraio "
La Regione stanzia 3 milioni. Poi ci sono le fondazioni di Sanpaolo e Unicredit: in arrivo altri 3 o 4 milioni
ALESSANDRO BARETTI PIERO VENERA
TORINO. Ci sono fermento, preoccupazioni, inquietudine tra i tifosi del Toro, e non soltanto per le tribolazioni della prima squadra, che galleggia nella mediocrità di una classifica inadeguata per le ambizioni di chi (per il secondo anno consecutivo) punta alla promozione in serie A. L’attendismo sul mercato e il profilo dei papabili rinforzi non generano certo ottimismo, e a incupire ulteriormente l’umore della gente granata contribusce lo stallo che esiste, persiste e resiste circa il futuro dello stadio Filadelfia. Proprio ora che bisognerebbe accelerare le pratiche così da pianificarne la ricostruzione, dopo la cancellazione delle ipoteche, ecco un altro - ma stavolta inspiegabile - stop. D’accordo che il Comune di Torino possa avere altre priorità, dopodiché il tifoso granata non riesce a spiegarsi il motivo per cui il sindaco Chiamparino non abbia ancora convocato tutte le parti in causa davanti al notaio per dar vita ufficialmente alla Fondazione Filadelfia. Ovvero l’Associazione (aperta alle istituzioni ma anche ai privati, rappresentanze tifose comprese) deputata a reperire in 12 mesi le risorse necessarie per la ricostruzione del Fila, per la progettualità, l’esecuzione dei lavori e poi, dulcis in fundo, per la gestione dell’impianto. Però sin quando non partirà la Fondazione non si potrà fare nulla di nulla: un paradosso, giacché dopo tanti anni mai si è stati vicini alla ricostruzione del Filadelfia come adesso.
L’ACCELERATA
La Regione ha stanziato una somma decisamente importante per la rinascita del Fila e il presidente Cota ha convinto pure due fondazioni bancarie (la Compagnia di San Paolo e l’Unicredit) a partecipare all’impresa: in soldoni, mettendo a disposizione una somma oscillante tra i 6 e i 7 milioni di euro. Altrettanto non potrà fare il Comune di Torino, che pur avendo deliberato nel febbraio del 2008 di destinare 3,5 milioni di euro per la ricostruzione del Fila, ora materialmente non dispone di cotanta liquidità perché l’ha investita altrove. In linea di principio i denari reperiti dalla Regione e dalle fondazioni bancarie, più quelli del Comune e i 500 mila euro promessi dalla Provincia avrebbero consentito di raggiungere il budget necessario per l’opera senza nemmeno attendere l’intervento del presidente Cairo. Il quale, però, oltre a smuovere lo stallo esistente dovrebbe quantomeno comunicare se sia interessato oppure no alla gestione del nuovo impianto, una volta ricostruito: in teoria con gli affitti della sede sociale e della Sisport il Torino potrebbe pagare la locazione del Fila.
L’OPERA DI SBRIGLIO
L’OPERA DI SBRIGLIO
In assenza delle risorse (garantite epperò mancanti) del Comune, alla Fondazione spetterebbe il compito di reperirle altrove: tra sponsor, tifosi granata dal cuore e portafoglio grandi e, perché no, pure attraverso una sorta di azionariato popolare. L’importante è partire, evitando di perdere altro tempo e - forse quest’ultima possibilità. Tra le leggende metropolitane ce n’è una che ripete con una certa insistenza la storia di un sindaco, Chiamparino, più interessato a creare un Parco della Memoria, in quel che resta del Fila, piuttosto che un altro stadio a Torino. Sarà lui, se vorrà, a confermare oppure smentire questa diceria. Dopodiché, dal primo cittadino, i tifosi del Toro si aspettano solo la convocazione per dar vita alla Fondazione Filadelfia: come detto, poi tutte le persone di buona volontà avrebbero un anno di tempo per provare concretamente a ricostruire la casa del Toro. Dopo la delibera del Consiglio Comunale, l’unico che ha la titolarità di convocare le parti interessate davanti al notaio è proprio il Sindaco, e potrebbe farlo in qualsiasi momento: in primavera ci saranno le elezioni comunali, ma Chiamparino - se intenderà farlo - potrà occuparsi del Fila anche nell’imminenza di chiudere il suo mandato. Per consuetudine, l’attività amministrativa si conclude con 45 giorni d’anticipo, svolgendo nell’ultimo mese e mezzo solo l’ordinaria amministrazione. Dar vita alla Fondazione rientrerebbe appunto tra queste operazioni. L’attivissimo assessore cittadino allo Sport, Sbriglio, continua peraltro a fare (e bene) la propria parte. Venerdì riferirà in Commissione sulle novità circa il Filadelfia e lo stesso giorno incontrerà le delegazioni del tifosi coinvolte in questi anni per la stesura dello statuto della futura Fondazione. E’ l’ora dei fatti, dopo tante, troppe parole: per questo la gente granata si attende (e chiede) l’ultimo sforzo.
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