mercoledì 12 gennaio 2011

12/01/11 - Toro, su Olimpico e Fila una partita che vale 70 milioni

Ecco per il club granata interessa. Anche a Cairo. Uckmar (ex della Covisoc): «Gli immobili creano valore e stabilità economica»

GIANLUCA ODDENINO

TORINO
Ci sono almeno 70 milioni di buoni motivi (in euro) per essere presidenti del Torino. Non solo per la vetrina che offre la società granata, nonostante sia sesta in serie B, ma soprattutto per la decisiva partita degli stadi che si sta giocando in nome del Toro sotto la Mole. La ricostruzione del Filadelfia, la gestione dell'Olimpico e il centro sportivo nell'area dell'ex Combi sono una torta troppo grossa e invitante per non attirare potenziali investitori e allo stesso tempo far alzare le barricate a Urbano Cairo. Il braccio di ferro in corso tra la cordata dei sei imprenditori e il patron granata evidenzia la complessità di uno scenario ricco di interessi e di conflitti. A cui se ne aggiungerà un altro: la politica. Infatti, i torinesi a primavera dovranno nominare il successore del sindaco Chiamparino e il popolo granata è un bacino che può far vincere o perdere un candidato.

Il Toro potenzialmente è un business. Anche per questo Cairo comincia a sposare l'idea di una «cittadella granata»: un progetto che include la ricostruzione del Fila con almeno 4mila mq di zona commerciale da poter gestire, mentre nell'area dell'Olimpico (che tra otto mesi ospiterà solo il Toro) si può sviluppare un piano edilizio tra alberghi e locali grazie alla già prevista variante da 9mila mq. Un vero e proprio tesoro, considerando che la società adesso non ha beni immobili, affitta tutto e come giocatori monetizzabili vanta solo Bianchi e Ogbonna. Un tesoro verso il quale il presidente non ha ancora compiuto passi concreti.

«Il prezzo di un club di calcio - spiega Victor Uckmar, ex presidente della Covisoc - viene stabilito dagli immobili, che poche società possono vantare, e dai giocatori in rosa. Ecco perché stadi e centri sportivi creano valore e danno stabilità economica». Questo spiegherebbe i «no» di Cairo a ogni tipo di cessione, per poter chiedere in futuro un prezzo più alto per la vendita del club. «Il Toro ha il suo blasone - riprende Uckmar - anche se il valore affettivo e la tifoseria non possono essere calcolati».

Anche le istituzioni giocano la loro partita sul Toro. «Questo deve essere l'anno della verità - analizza Michele Coppola, assessore regionale alla cultura - e si deve partire dal Filadelfia. La Regione ha stanziato 3 milioni per avviare la Fondazione e far rivivere quel campo. È il primo aiuto al Torino e lo dico da tifoso juventino: la città deve avere due squadre con pari trattamento. Ognuna, poi, avrà le sue peculiarità, ma il sostegno deve esserci». In Comune il pensiero sulla Fondazione, richiesta dai tifosi, è differente. «Gli enti pubblici - premette Giuseppe Sbriglio, assessore comunale allo sport - non dovrebbero mettere soldi loro perché andrebbero gestiti per altre attività. In ogni caso la partita Torino più impianti è molto interessante, con o senza Cairo. Le porte sono sempre aperte, il Fila è libero dalle ipoteche e questa operazione consoliderebbe il club».


http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quitoro/articolo/lstp/383321/

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