venerdì 24 maggio 2013

21/05/13 - Perché la Marcia? Perché sì.


2012-05-11-305Tante domande, poche risposte, date sempre ad un organo di stampa, mai a chi chiede conto in modo diretto. La marcia è diventata un affaire che si faceva ormai più danno a lasciare stare che a perseverare nella sua organizzazione. Ne è venuta fuori una passeggiata, tutto sommato anche gratificante per chi ha partecipato (per trovarsi insieme a tanti che condividono la fede granata), per alcuni un dovere per non lasciare soli gli altri tifosi del Toro, ma tutt’altro che qualcosa con chiare rivendicazioni. E’ servita per urlare al cielo, forse al Comune di Torino ma soprattutto ad un Cairo privo di capacità di ascoltare (di cui siamo testimoni da anni) che il popolo granata vuole il Fila e lo vuole fatto per bene.

Adesso che la marcia è fatta, bisogna però tirare le fila di quanto è stato detto e ripetuto in questi giorni. Beccaria vuole uno spazio, presumibilmente di circa 3000 mq per ospitare museo (che adesso a Grugliasco è contenuto in uno spazio di circa 600 mq), area ristorazione e Toro Store in collaborazione con Carlo Testa. Questo spazio, secondo le sue richieste, deve essere collocato nell’area commerciale del Fila, che secondo i piani attuali dovrebbe essere edificato in una seconda fase del progetto del Fila, quando saranno disponibili ulteriori fondi rispetto agli 8 milioni disponibili. Quindi praticamente tutta l’area commerciale – valutata intorno ai 4000 mq, ma bisogna considerare le vie di accesso e di camminamento – sarebbe asservita al museo. Mo’, per carità, tutti sono sicuri che Beccaria sia in grado di gestire quest’area in modo efficiente, ma gestita in questo modo diventa una questione non più di museo sì o museo no (la cui area, visto che era mandatoria nello statuto, poteva essere affittata a prezzi  più contenuti della tariffa commerciale se solo si fosse accontentato di meno spazio) ma una questione commerciale che è un po’ diversa da quanto era enunciata dallo statuto della Fondazione.

La verità è che è tutto diventato un gran pastrocchio, compreso il fatto che si sia marciato per rivendicare la costruzione di un museo “abbastanza” grande non si sa contro chi e contro cosa. Si parla di autonomia del museo, eppure questo potrebbe tranquillamente sopravvivere con un contratto tipo quello che attualmente lo lega al comune di Grugliasco, ovvero lo spazio in cambio dell’incasso dei biglietti (o magari, essendo in uno spazio dedicato, ad una buona percentuale dell’incasso).
Lo spazio in cambio dell’incasso è un tipico accordo che viene stipulato quando la struttura viene finanziata in una sua gran parte proprio nella componente culturale, in questo caso dalla Regione Piemonte.
Lo spazio offerto nell’area istituzionale, l’area sotto la tribuna, non è però adeguato ai desideri di Beccaria. E’ piccolo (sarebbe comunque stato di dimensioni superiori al doppio dell’attuale museo), è nel posto sbagliato e non accessibile quando chiudono i cancelli (ma questi dovrebbero essere chiusi solo alla sera, non durante le partite a porte chiuse – in cui solo le tribune non sono accessibili) e appunto non c’è sufficiente spazio per la desiderata area di ristorazione e di shopping. Sostanzialmente, quindi, la marcia era per ottenere ristorante e area di vendita, non per il museo.

In ogni caso, dopo due anni di scarse notizie e di mezze verità, visto dal di fuori per quel poco che è dato sapere, pare che ci  si sia infilati in un vicolo cieco: per costruire il Museo e l’area commerciale secondo i desideri di Beccaria, bisognerebbe levare soldi al Fila per costruire la parte commerciale e quindi magari ripiegare su campi non riscaldati (o al massimo un solo campo), magari solo una tribuna e nessuna struttura aggiuntiva per la Cairese, il che potrebbe portare ad una presa di posizione da parte del Torino FC, che facilmente potrebbe minacciare di non portare le squadre ad allenarsi.
Se l’alternativa è di estorcere  soldi a Cairo per coprire la differenza necessaria per costruire il Museo, sappiamo che era una cosa irrealizzabile prima della marcia (a causa della sua tirchieria che va oltre il mero interesse di non andare in perdita) e quasi sicuramente non lo sarà adesso che la marcia c’è stata. I 10.000 scesi in piazza? Notizia non pervenuta alla società granata,  la partenza di Capitan Bianchi e il nuovo calciomercato hanno già seppellito il Fila sotto lo zerbino.

E’ invece giunto il momento da parte dei tifosi di prendere sul serio la situazione dopo tutte le dichiarazioni, tutte le omissioni, tutte le giustificazioni inconsistenti che hanno portato a fare scelte tutt’altro che professionali (tipo la modalità di affidamento degli incarichi, l’aver trascurato i risultati e i progettisti vincitori del concorso di idee), tutt’altro che volte solo a fare il bene del Fila e dei tifosi granata. Quello che doveva essere un piccolo, seppur poco costoso, gioiello di cui vantarci non può e non deve diventare un semi-anonimo campo di allenamento progettato alla buona. Anche se il Fila lo fanno i tifosi che lo frequentano, sprecare 8 milioni di euro per fare una cosa rimediata è un peccato che urla vendetta in questo periodo di magra e di difficoltà.
Forse ci vorrebbe il coraggio di non andare avanti ciecamente con un unico progetto e capire se effettivamente non è fattibile trovare delle alternative che meglio  rispondano alle esigenze, più o meno lecite,  di tutti. Ed invece si è marciato…. ma perché?

In giro per la rete, l’unica risposta che abbiamo  visto  finora, e siamo a pochi giorni dalla marcia, è: “perché sì”.
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Posted in: FILADELFIA & Stadi, Società

http://www.forzatoro.net/Portale/perche-la-marcia-perche-si/

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