ELISA GENESIO
TORINO. Era l’estate del 1997 quando il Filadelfia venne raso al suolo: tra lungaggini burocratiche, errori, promesse e chiacchiere sono passati 15 anni. Quindici anni in cui il Fila è stato lasciato a se stesso o quasi, se non fosse stato per un gruppo di tifosi che per amore hanno cercato quantomeno di mantenerne il decoro. Ed è solo dal febbraio 2008 [ ndr: 2011 ] , grazie alla nascita della Fondazione Stadio Filadelfia, che il processo di ricostruzione di uno dei simboli della storia del Torino Calcio, luogo di crescita e formazione per tante generazioni di calciatori e ritrovo dei tifosi, sta andando avanti. Magari lentamente, ma costantemente. E oggi si aggiunge un altro mattoncino alla lunga strada che si spera porti presto alla sua ricostruzione. Alle 14.30, presso la sala dell’Assessorato allo Sport di corso Ferrucci a Torino, nell’ambito della riunione del CdA, il consiglio della Fondazione Stadio Filadelfia incontrerà la commissione tecnica incaricata del downsizing, ovvero del ridimensionamento dei tre progetti vincitori del “Concorso d’Idee” indetto dalla Fondazione stessa. Questo downsizing servirà a studiare per ognuna delle tre idee una soluzione sostenibile rispondente alla gestibilità del piano e soprattutto alla necessità di rientrare nel limite di 15 milioni di euro stabilito per la ricostruzione dell’impianto. Già, perché i progetti presentati sono stupendi, ma un po’ onerosi (si aggirano intorno ai 20 milioni di euro). E come ribadisce lo stesso Consiglio, la Fondazione può vantare promesse di finanziamenti dal Comune di Torino (3,5 milioni per il momento non ancora versati ma messi a bilancio) e dalla Regione Piemonte, che ha garantito l’accensione di un mutuo che coprirà con proprie risorse fino alla stessa cifra del Municipio, 3,5 milioni. Ciò che manca dovrebbe arrivare dal Torino. Mentre si cerca di risolvere la questione economica, che al momento pare la più spinosa, la questione tecnica sta facendo passi avanti. I risultati del downsizing dovrebbero arrivare sulla scrivania del Consiglio entro il 29 ottobre, dopodiché il Collegio dei Fondatori e il Consiglio della Fondazione procederanno alla scelta della proposta migliore e al lancio del bando per il progetto definivo. Entro fine anno, o al più tardi all’inizio del 2013, ci sarà un progetto su cui ragionare in maniera univoca. Con la speranza che siano pronti anche i fondi necessari per realizzarlo.
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