Interviste
Esclusiva / Brescia-Toro, doppio ex: Pietro Mariani. ''Grande Ventura. Sogno il Filadelfia''
di Roberto Maccario - In tantissimi hanno indossato la maglia del Toro, in pochi sono rimasti così attaccati ai colori granata come Pietro "Pedro" Mariani, ex attaccante e ragazzo del Filadelfia. E’ con un affetto e una passione davvero sinceri e genuini che parla ai microfoni di TN come doppio ex di Brescia e Torino.
Buongiorno signor Mariani: quello di Ventura è un Toro che va davvero forte.
Molto forte, e la cosa non mi stupisce: conosco Giampiero perché mi ha allenato e posso dire che, oltre ad essere un tecnico preparatissimo cura anche molto l’aspetto dell’unità e della compattezza dello spogliatoio; il suo segreto è la grande attenzione per i dettagli durante tutta la settimana. La società ha fatto bene ad ingaggiarlo, con lui spero che il Toro possa tornare ai livelli che gli competono, nel calcio ci sono dei cicli ma noi granata stiamo soffrendo da troppo tempo.
Molto forte, e la cosa non mi stupisce: conosco Giampiero perché mi ha allenato e posso dire che, oltre ad essere un tecnico preparatissimo cura anche molto l’aspetto dell’unità e della compattezza dello spogliatoio; il suo segreto è la grande attenzione per i dettagli durante tutta la settimana. La società ha fatto bene ad ingaggiarlo, con lui spero che il Toro possa tornare ai livelli che gli competono, nel calcio ci sono dei cicli ma noi granata stiamo soffrendo da troppo tempo.
Da ex attaccante come vede il periodo di astinenza di Rolando Bianchi? Deve essere duro non riuscire a segnare per un bomber di razza come lui.
Bianchi mi è sempre piaciuto molto: a volte si abusa del termine”cuore Toro” ma lui lo è veramente. Anche quando non segna si sacrifica e si rende utile per la squadra aiutando sia in fase di possesso che in difesa. Il consiglio che gli do è quello di rimanere sereno, in passato anche altri grandi della storia granata come Pulici, Graziani e Casagrande hanno vissuto periodi difficili; non deve cercare troppo il goal perché arriverà all’improvviso ma continuare a rendersi utile ai compagni, magari anche con qualche assist.
Bianchi mi è sempre piaciuto molto: a volte si abusa del termine”cuore Toro” ma lui lo è veramente. Anche quando non segna si sacrifica e si rende utile per la squadra aiutando sia in fase di possesso che in difesa. Il consiglio che gli do è quello di rimanere sereno, in passato anche altri grandi della storia granata come Pulici, Graziani e Casagrande hanno vissuto periodi difficili; non deve cercare troppo il goal perché arriverà all’improvviso ma continuare a rendersi utile ai compagni, magari anche con qualche assist.
La sua esperienza granata, dalle giovanili alla prima squadra, è stata lunga e intensa: cosa si porta dietro?
Il Toro è stato tutto per me, mi ha formato come giocatore ma anche come uomo, insegnandomi valori e regole da rispettare. Ricordo proprio tutto: il mio arrivo a Torino giovanissimo, la scuola, l’appartamento con gli altri compagni, Vatta, l’esordio in prima squadra con Radice, Rabitti, la nascita dei miei figli e il mitico Filadelfia.
Il Toro è stato tutto per me, mi ha formato come giocatore ma anche come uomo, insegnandomi valori e regole da rispettare. Ricordo proprio tutto: il mio arrivo a Torino giovanissimo, la scuola, l’appartamento con gli altri compagni, Vatta, l’esordio in prima squadra con Radice, Rabitti, la nascita dei miei figli e il mitico Filadelfia.
Già, il Fila. E’ottimista a riguardo ?
Voglio raccontare un aneddoto: nel dicembre del 2006 venni invitato a Torino per il centenario della società. Guidai tutta la notte per arrivare da Benevento, dove lavoravo. Avevo appuntamento con Comi davanti al Fila e una volta lì io e Antonio, dopo aver guardato il campo, ci abbracciamo e piangemmo per quasi cinque minuti, una sensazione impossibile da descrivere. Quel campo è il simbolo del Toro, un punto di riferimento non solo per chi come me ci ha giocato ma per tutto il popolo granata. Credo sia vergognoso che non sia stato fatto ancora niente: la città di Torino ha fatto grandi passi avanti ma questa rimane a mio avviso una grave pecca, trattandosi di un patrimonio non solo sportivo ma anche storico e sociale.
Voglio raccontare un aneddoto: nel dicembre del 2006 venni invitato a Torino per il centenario della società. Guidai tutta la notte per arrivare da Benevento, dove lavoravo. Avevo appuntamento con Comi davanti al Fila e una volta lì io e Antonio, dopo aver guardato il campo, ci abbracciamo e piangemmo per quasi cinque minuti, una sensazione impossibile da descrivere. Quel campo è il simbolo del Toro, un punto di riferimento non solo per chi come me ci ha giocato ma per tutto il popolo granata. Credo sia vergognoso che non sia stato fatto ancora niente: la città di Torino ha fatto grandi passi avanti ma questa rimane a mio avviso una grave pecca, trattandosi di un patrimonio non solo sportivo ma anche storico e sociale.
Veniamo alle sue stagioni in terra bresciana.
Dopo il Torino è forse stata la migliore esperienza della mia carriera: 100 presenze non sono poche. Nonostante l’arrivo di attaccanti importanti come Gritti e Altobelli sono sempre riuscito a giocare; sono stati anni molto belli e utili, sono rimasto legato al Brescia, squadra alla quale ho dato e dalla quale ho ricevuto tantissimo.
Dopo il Torino è forse stata la migliore esperienza della mia carriera: 100 presenze non sono poche. Nonostante l’arrivo di attaccanti importanti come Gritti e Altobelli sono sempre riuscito a giocare; sono stati anni molto belli e utili, sono rimasto legato al Brescia, squadra alla quale ho dato e dalla quale ho ricevuto tantissimo.
Da prodotto del settore giovanile granata, come vede la sua ripresa negli ultimi tempi? Asta, Longo e Fogli stanno facendo molto bene…
E’ vero, c’è stata una buona ripresa, anche se è molto difficile tornare al livello dei vecchi tempi in cui, grazie a tecnici superlativi e a costi minori di quelli attuali, il Toro aveva il miglior vivaio in assoluto insieme all’Atalanta.
E’ vero, c’è stata una buona ripresa, anche se è molto difficile tornare al livello dei vecchi tempi in cui, grazie a tecnici superlativi e a costi minori di quelli attuali, il Toro aveva il miglior vivaio in assoluto insieme all’Atalanta.
Anche lei ha a che fare con i più giovani se non sbaglio.
Si, ho due scuole calcio: una a Rieti e una a Benevento. Al giorno d’oggi i liquidi scarseggiano e quindi credo sia fondamentale riprendere a coltivare al meglio calciatori in erba.
Si, ho due scuole calcio: una a Rieti e una a Benevento. Al giorno d’oggi i liquidi scarseggiano e quindi credo sia fondamentale riprendere a coltivare al meglio calciatori in erba.
Grazie mille.
Grazie a voi e sempre…Forza Toro !
Grazie a voi e sempre…Forza Toro !
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