domenica 12 agosto 2012

12/08/12 - Mondonico: «Decidere su Bianchi e rifare subito il Fila»

L’INTERVISTAMONDONICO «Occorre chiarezza sul destino del capitano Ma il primo comandamento di quest’anno riguarda il Filadelfia»
Mi aspetto normalità, ovvero il Toro nella parte sinistra della classifica. Si può accettare di lottare per la salvezza solo se iniziano i lavori della casa granata
Tutte le squadre girano attorno a giocatori cardine e il bomber lo è per Ventura. Cerci? Un grande, da gestire come Balotelli e il Lentini dei miei tempi
 MARCO BO

TORINO. Dalla sua cascina di Rivolta D’Adda, un’oasi dove i telefonini vengono magicamente dimenticati in ogni dove perché stravince il piacere di parlarsi guardandosi in faccia, Emiliano Mondonico si gode una giornata di relax sotto il sole con gli amici fiorentini del club viola Settebello di cui fa parte. Salami, vino, battute e uno juventino intruso che finisce amichevolmente nella piscina montabile. Viola e granata sono i colori del Mondo che dopo essersi reimpossessato del cellulare accetta con entusiasmo di parlare del Toro.
 Mondonico, ha già visto quest’anno i granata all’opera in televisione?
«No, ho visto qualcosa di Supercoppa “cinese” ma niente di più. Sono per le partite ufficiali, le amichevoli non contano molto anche se Galliani se l’è presa con Allegri dicendogli che non si possono fare tutti quei cambi col Real. Io dico che è vero ma pure Allegri avrà avuto le sue ragioni se l’ha fatto».
 Cosa pensa del Torino che il presidente Cairo sta allestendo per la stagione ormai imminente?
«Io dico che sul fronte mercato si deve fare chiarezza innanzitutto su Bianchi. Una squadra deve girare intorno ad alcuni uomini cardine e Bianchi può essere uno di questi. Quindi è giusto che si decida fino in fondo cosa fare con il centravanti e poi muoversi di conseguenza. Si può anche decidere di tenerlo senza allungargli il contratto. L’importante è essere chiari, poi è evidente che nel gioco delle parti ognuno tira l’acqua al proprio mulino».
 Ma cosa si aspetta dal Torino per questo campionato?
«Io mi aspetto e auspico normalità, ovvero vedere il Toro nella parte sinistra della classifica. Anche se arriva dal salto di categoria non si può pensare a un Toro che gioca per salvarsi: questa non sarebbe la normalità. A patto che....»
 A patto che...
«A patto che non avvenga ciò che deve avvenire. Questo deve essere l’anno della svolta. Il primo comandamento del credo granata deve essere uno solo: l’inizio dei lavori per la ricostruzione del Filadelfia. Se davvero il presidente facesse partire il progetto allora sì che i tifosi granata potrebbero anche accettare di buon grado un’annata volta a centrare la salvezza. Investire sul Filadelfia avrebbe un valore molto più alto che non decidere di comprare un giocatore piuttosto che un altro. Ripartire dal Filadelfia significherebbe pianificare il futuro, individuando un nuovo fulcro, il fulcro intorno al quale dovrà ruotare l’universo del Toro. Ci credo e ci spero nel nuovo Filadelfia».  Torniamo al Torino inteso come squadra. Cairo ha promesso almeno ancora 4 rinforzi. Quanto ha bisogno questa squadra di innesti di qualità?
«No, diciamo una cosa molto semplice: tutte le squadre se si muovono sul mercato possono migliorare il proprio tasso tecnico a meno che non si parli del Barcellona...».
 A proposito di qualità, Ventura non vede l’ora di avere Cerci. Lei cosa ne pensa del viola?
«Si tratta di un ragazzo con una prospettiva incredibile anche se è reduce da una annata confusa in cui ha dimostrato grandissima qualità e qualche problema di gestione. Bisogna capire e sapere se queste problematiche possono essere incanalate. Ventura lo ha già avuto e se è vero che lo cerca significa che sa perfettamente come sfruttare al meglio il suo potenziale. Il calcio è pieno di queste storie. Io mi trovavo a meraviglia nel gestire gente particolare come Lentini e Vieri, chissà perchè... E’ invece più recente l’esempio di Prandelli che ha saputo ottenere il massimo da uno come Balotelli».
 Ultima domanda, ancora relativa a Ventura. Cosa pensa del fatto che sia l’unico tecnico che in A si affiderà al 4-2-4?
«No, ragazzi, non ci sto. Non parliamo di numeri e moduli che lasciano il tempo che trovano. In serie B quando ho visto giocare l’anno scorso il Toro i primi difensori erano Bianchi e Sgrigna che non permettavano ai centrali o al regista basso di impostare con calma. Da lontano avverto positività per questa annata granata. Sarebbe un peccato disperderla anche perché il Toro è una squadra che può dare il massimo soprattutto se avverte la giusta energia».
Foto: Emiliano Mondonico: una coppa Italia e una finale Uefa col Toro

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