Dal blog di Piero Vietti
Bello, bellissimo, roba da invidiare la juve per una volta nella vita. L'inaugurazione – fatta eccezione per la passerella di ex e il duetto comunque bello ma un po' da Ale e Franz tra Boniperti e Del Piero – non c'entrava nulla con il calcio: un grande spettacolo circense e basta (ma non è una novità in casa juve fare cose che col calcio non c'entrano), ma è stato un grande evento. Uno stadio da 41 mila posti che però i tifosi juventini non sono riusciti a riempire nemmeno all'inaugurazione (e dire che c'erano anche parecchi biglietti omaggio), dimostrando ancora una volta che il calcio è sempre più spettacolo televisivo e che la juventus ha più tifosi nel resto d'Italia che a Torino. Agnelli poi ha voluto mettere nello show tutti gli ingredienti della storia bianconera, dagli esordi a oggi, per questo forse l'arbitro si è sentito in dovere di partecipare alla festa regalando ai padroni di casa un rigore inesistente (storico marchio di fabbrica della casa).
A chi ieri su Twitter mi dava del rosicone dico che sì, rosicavo a vedere la seconda squadra di Torino essere riuscita a fare – bene e in fretta – quello che più in piccolo il Torino non riesce a fare da anni: uno stadio di proprietà, che trasuda storia e identità anche nei bulloni della copertura del campo. Ieri il sindaco di Torino, Fassino, ha detto (tra i fischi) che la città sarà sempre vicina alla Juventus. Come se non ce ne fossimo accorti.
Negli ultimi vent'anni i sindaci torinesi sono tutti stati tifosi del Torino. Ma tutto quello che hanno saputo fare è stato demolire lo stadio storico dei granata, il Filadelfia, impedire con problemi burocratici che venisse ricostruito, cercare di vendere quel terreno per farci un parcheggio (o cose simili) e regalare (REGALARE) il Delle Alpi alla juventus. Juventus che grazie al credito sportivo e agli sponsor si è rifatta lo stadio.
Qualcuno ricordi a Fassino (il primo sindaco che da anni non si fa bello dicendo di avere il cuore granata, magari è la volta buona) che il comune dovrebbe stare vicino anche alla prima squadra della città, e magari permettergli di ricostruire il Filadelfia, per farne anche solo il campo d'allenamento di tutte le squadre, dai pulcini alla prima, come era un tempo e come io ho ancora avuto la fortuna di vedere (e di giocarci). Applausi dunque alla juve per lo stadio nuovo (con l'augurio di perderci tante partite), ma "sveglia!" al sindaco, al consiglio comunale di Torino e al presidente Cairo: dopo anni di retorica e false promesse, mi sembra che i tifosi granata meritino lo stesso trattamento di quelli bianconeri. E forse lo stadio lo riempirebbero anche.
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Ieri riflettori puntati sul nuovo stadio della Juve. A quando sul Filadelfia?
Ieri sera è stata la notte della Juventus. Tutti i riflettori sono stati puntati sulla grande cerimonia per l'inaugurazione del nuovo stadio della società calcistica torinese, la prima a realizzare uno stadio interamente di sua proprietà. Una vera e propria 'casa', così come l'ha definita in toni entusiastici un emozionato Andrea Agnelli. Una festa di luci, colori, applausi e giochi pirotecnici che consegna a tutti i tifosi italiani un gioiellino di cui andare estremamente fieri.
Terminato il gaudio è però ora di bilanci. E un quesito in particolare dovrebbe interessare tutti i cittadini di Torino, a prescindere dalla fede calcistica: a quando la realizzazione del nuovo stadio Filadelfia ? Quanto sarà necessario attendere affinchè l'Amministrazione comunale presterà la medesima attenzione anche all'altra squdra di Torino?
Non può infatti passare sotto traccia come per realizzare il nuovo Stadio Juventus F.c. la squadra degli Agnelli, quotata in Borsa, abbia fatto ricorso a ricette antiche: due mutui per complessivi 60 milioni di euro in prestito da una banca pubblica, l’Istituto per il credito sportivo, una variante che modifica l’area dello Stadio delle Alpi da luogo destinato a servizi pubblici a Zona urbana di trasformazione; la concessione - da parte del Comune di Torino - di 349mila metri quadri per 99 anni al prezzo di meno di un euro al metro quadro per ogni anno. E, come se non bastasse, una seconda variante che ha permesso di costruire - accanto allo stadio - due centri commerciali, progetto nel quale la Juve ha coinvolto alcune cooperative (Cmb, Unieco, Nordiconad).
Percarità la Juventus ha fatto bene ad accettare le regalie del Comune di Torino, sarebbe stato incosciente non farlo. Ma dopo l'acquisto delle aree Fiat a un prezzo fuori mercato forse avrebbe potuto a livello etico declinare l'invito e per una volta pagare come qualsiasi altro cittadino per ottenere quello che desidera.
Un piatto della bilancia che pende sempre da una sola parte. Basti pensari che i Tifosi del Toro hanno dovuto pure combattere in Provincia di Torino per vedere ospitato all'interno della Basilica di Superga un piccolo museo ricordo della drammatica morte degli 'invincibili'. Un trattamento ben diverso rispetto alle porte spalancate delle quali benefica sempre e comunque la società Juventus. E d'altra parte se neppure la famiglia Berlusconi non ha ancora deciso a Milano di reallizzare uno stadio di sua proprietà qualche domanda bisognerebbe porsela. Forse la ragione è da rintracciare nella minore attenzione delle istituzioni pubbliche?
Per il Filadelfia non è neppure bastato l'intervento della Fai, fondazione che si occupa di tenere desta la memoria su questi gioielli architettonici, artistici e paesaggistici, che sono poi la «storia» del nostra Paese, con diverse iniziative. Dal 2003 ha creato «I luoghi del Cuore», sorta di censimento nazionale promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo che chiede ai cittadini di indicare quei posti che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future. Ordunque, la scelta dal Cusio Ossola ai Nebrodi è più che ampia e variegata. Al momento per le segnalazioni dei singoli, on line e cartacei, in classifica al secondo posto fra tutti i «luoghi del cuore» uno stadio che non c’è più: il Filadelfia. Hanno votato per il simulacro del Fila in 5311, meglio ha fatto soltanto Casa Bossi palazzo ottocentesco realizzato dall’Antonelli a Novara, che vanta 6266 voti ed ha l’appoggio di un testimonial prestigioso come l’architetto Vittorio Gregotti. In terza posizione, con un distacco degno della squadra di capitan Valentino Mazzola negli anni d’oro, ecco la Fortezza Svevo Angioina di Lucera (Foggia): 2976.
Ora bisognerebbe realmente chiedersi quando anche per il Filadelfia si accenderanno le luci della ribalta, evitando che per l'ennesima volta l'amministrazione pubblica si limiti a tirare fuori il tema solo in occasione della competizione elettorale.
di Marco Fontana
http://www.marcofontana.it/notizia.php?id_zona=0&id=75
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Chi festeggia e chi continua a soffrire
Riflettori sullo stadio nuovo, buio e silenzio su storia e monumenti. Ora, Fondazione al lavoro e progetto societario sull'Olimpico
Pochi elementi stringati a beneficio degli eventuali marziani che nulla sapessero della questione trattata.
A Torino ci sono due società di calcio professionistiche, anche se un dirigente di una delle due disse che erano “troppe”. Di queste, una vive da anni una questione dolorosa, legata al suo storico stadio; e stasera, quasi quindici anni dopo che ebbero inizio questi problemi, ci sarà l'inaugurazione della struttura nuova, futuristica e scintillante.
Detto così sembrerebbe tutto a posto, anche se dopo tanto tempo; non fosse però per il dettaglio che, delle due, la squadra ad aver ricevuto il mega regalo che stasera verrà scartato in mondovisione non é quella con la ferita aperta, ma l'altra, quella che problemi del genere non ne aveva e non ha mai avuti.
Ma come, com'é possibile?, si chiederanno a questo punto i marziani; é grottesco!
Abbiamo pensato al punto di vista di estranei che nulla sanno, perché spesso solo chi guarda da fuori può conservare la forza di scandalizzarsi, di non ritenere che tutto questo sia normale, di non lasciarsi abbagliare dai flash dei fotografi e dai riflettori degli sponsor dimenticando che, dietro tutta queste stelline e stellette luccicanti, c'é mezza città se non di più che rimane fuori, in un cono d'ombra, e che nonostante gridi non viene ascoltata. Ignorata dal potente che pure si dice loro fratello, ignorata dal mass media che ha la vista bicolore, e dunque di conseguenza ignorata da tutti; non esiste.
Stasera rinasce quello che fu uno dei luoghi simbolo dei “magna magna” che portarono al terremoto di calciopoli; uno stadio che fu da subito antipatico a tutti, così lontano (fuori città), così freddo (tribune lontanissime dal campo), così costoso. E mentre concerti e chissà cos'altro accenderanno quest'angolo nord-ovest delle periferia di Torino, dalla parte opposta, a sud-est (ma dentro la città) ci sarà come sempre buio, silenzio, gatti randagi e qualche anima granata che va ad accarezzare prato e ruderi.
Eppure, altro che silenzio: il Filadelfia urla. Per bocca della sua gente, di quelle persone che non si sono mai arrese. Che dicono che, ad esempio, applicando gli stessi prezzi con i quali é stata “regalata” l'area della Continassa a chi stasera festeggia, il quadrilatero degli Immortali costerebbe 38mila euro.
Chissà che non debba essere il primo sindaco cittadino non sedicente granata da vent'anni a questa parte a volersi davvero lavare le mani del fastidio che la rinascita dello stadio provocherebbe in molti potenti locali. Difficile dirlo, difficile crederlo, difficile credere a chiunque. C'é una Fondazione, ed é già una conquista ottenuta a fatica, sulla quale ora poggiano tutte le speranza di un popolo: non può deludere.
E intanto c'é ancora un Toro, che gioca in uno stadio piccolo piccolo ma, se possibile, reso ancor più triste di quanto non fosse l'astronave di Venaria. Stadio, il vecchio Comunale, sul quale -possiamo dirlo- c'é da poco un progetto della società granata, e in merito a cui speriamo di poterci dilungare prossimamente.
Oggi, però, volevamo solo dare espressione a quella vocina interiore che mastica amaro, mentre si festeggia: “...E le rovine del Fila sono ancora lì...”.
alessandro.salvatico@toronews.net
http://www.toronews.net/?action=article&ID=23902
09 settembre 2011
Vergogna assoluta
Per i torinesi e non solo...
Vogliamo dirlo chiaramente e urlarlo al mondo. Tutto quello che è accaduto in questi giorni a Torino è una vergogna assoluta.
E' vergognoso che uno stadio costruito solo vent'anni fa e pagato profumatamente con i soldi nostri sia stato distrutto senza che nessuno abbia scritto mezza riga per deprecare la cosa.
E' vergognoso che sulle sue macerie venga costruito uno stadio totalmente nuovo a spese non si sa bene di chi, e che questo stadio nuovissimo venga regalato a una delle due squadre della città.
E' vergognoso che quella stessa città abbia permesso che un tempio dello sport come lo stadio Filadelfia sia ridotto da anni ad un cumulo di macerie coperte da erbacce senza che nessuno faccia nulla.
E' vergognoso che le autorità che hanno permesso questo scempio siano tutte lì in fila a leccare il sedere ai rappresentanti di quella squadra, facendo finta che quella sia l'unica squadra della città.
E' vergognoso che i dirigenti di quella società continuino ad appropriarsi di due scudetti che la giustizia sportiva ha loro tolto in maniera definitiva, senza appello e non certo per motivazioni inesistenti e pretestuose come vorrebbero farci credere.
E' vergognoso soprattutto che le televisioni dedichino una lunga diretta a un evento che non è un evento ma una squallida festa pagata, in tempi di crisi, anche da cittadini che non la volevano.
E' vergognoso che da giorni i giornali cittadini non parlino d'altro.
E' vergognoso che un quotidiano sportivo esca con una sovra copertina che rappresenta l'immagine di un furto ai danni della collettività sotto forma di stadio.
E' vergognoso, anzi stupido e masochistico, che tanti fratelli continuino imperterriti a comprare quel giornale.
E' vergognoso che i giornali e le televisioni continuino a parlare di quella squadra come l'unica squadra della città.
E' vergognoso che noi tifosi della squadra che, fino a prova contraria porta ancora il nome della città, continuiamo ad insultarci tra noi e non siamo riusciti ad organizzare uno straccio di manifestazione di protesta contro quanto sta accadendo in città e per chiedere quello che ci spetta: rispetto.
Stasera, in questi giorni, si è toccato uno dei momenti più bassi della storia della nostra città.
E nessuno dice nulla. Nemmeno noi troviamo più la forza di dire nulla se non lanciare qualche improperio nei forum su internet.
Sono riusciti a dividerci. A distruggerci. A toglierci la voglia di lottare per qualcosa.
Non ci siamo mai vergognati di essere Torinesi.
Stasera, mentre quelli festeggiano, non riusciamo davvero a farne a meno.
Walter Panero - Mauro Saglietti
http://www.toronews.net/?action=article&ID=23922
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