Foto di Mecu Beccaria |
La Fondazione approva il progetto, ma i fondi dovranno essere privati
silvia garbarino
Il Sogno ha una forma. Disegnato su carta, con colori diversi come diverse sono le parti che lo compongono. E sta circolando, non nella testa di chi l’ha pensato ma fra uffici comunali e soggetti privati che dovranno dare basi solide a quell’idea. La parte culturale - ovvero museo, merchandising e ristorazione - del progetto «Filadelfia» è sbucata fuori ieri durante la V commissione comunale. L’ha srotolata il suo unico promoter, Domenico Beccaria, presidente dell’associazione museo granata e componente del cda della Fondazione Filadelfia.
Dal tatto al gusto
Realizzata dall’architetto Marco Bo l’area culturale che si affaccerà su via Giordano Bruno è stata sottoposta al cda della Fondazione che lo ha approvato a maggioranza nell’ultima seduta. Sulla carta prevede uno spazio museale di 1500 metri quadrati che raccoglierebbe la storia del Toro e avrebbe un percorso di visita legato ai 5 sensi (tattile, per l’erba sintetica su cui passeggiare visitando i vari cimeli, sino al gusto con il dispenser dell'indimenticato caffè Borghetti che ha riscaldato negli stadi generazioni di tifosi, non solo granata), un baby parking per lasciare in custodia i pupetti mentre i genitori si riempiono occhi e cuore del mito granata. Al piano terra, l’area commerciale distinta in Store di 350 metri quadrati e un’area ristorazione, vero fulcro dell’intera operazione, da circa 360 coperti, raggiungibile direttamente dal campo principale di allenamento con un corridoio sul lato di via Spano. Costo, 3 milioni di euro.
Nessun denaro pubblico
Fin qui il Sogno. Poi entrano in gioco i denari da trovare, oltre l’assenso politico istituzionale. Perchè l’area culturale è stata estrapolata dal progetto preliminare di ricostruzione del campo Filadelfia e dovrà essere concretizzato con fondi privati. Beccaria, che ha girato nell’ultimo anno i musei calcistici di mezza Europa per trarre ispirazione (dal Chelsea, al Real Madrid al museo dei cugini bianconeri con cui è in buoni rapporti) dichiara «di aver ricevuto disponibilità di privati per circa la metà del costo preventivato».
La novità
La spinta giusta a questa parte progettuale - che è in mano agli architetti che hanno redatto la parte sportiva del Fila, l’unica finanziata dai soldi pubblici per trovare un’integrazione plausibile alle due aree - potrebbe venire dal Torino FC. Ieri il dg granata Giuseppe Ferrauto, solitamente cauto, ha detto «un’area ristorazione collegabile con il campo e gli spogliatoi è una bella e buona idea. Ci interessa».
La situazione burocratica
Il Filadelfia, per ammissione del segretario generale del cda e uomo macchina del Comune Giuseppe Ferrari, «può cominciare a vedere la luce al fondo del tunnel». I prossimi passi: a fine luglio il cda Fila si riunirà per l’approvazione del piano tecnico istruttorio (area sportiva e culturale) entro fine agosto il Collegio dei Fondatori potrebbe dare il suo di sì definitivo al progetto preliminare completo, e a settembre gli uffici Comunali potrebbero dare il proprio di responso. Se tutto dovesse filare liscio, entro Natale si potrebbe emettere il bando europeo per la cantierabilità dell’impianto.
Nodi da sciogliere
Intanto l’assessore Gallo il sindaco Fassino e il presidente Cairo si incontreranno in settimana per definire gli accordi di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, e affitto del futuro Filadelfia. Accordo da mettere nero su bianco. Ma la nuova spina è la somma a carico della Regione. Gallo vuole chiarire al più presto se i 3,5 milioni di euro dichiarati sono esenti o comprensivi degli interessi. E le versioni fornite dall’assessore Cirio e dal rappresentante nel cda Vignale differiscono: Cirio ribadisce i 3,5 milioni di euro con interessi, Vignale invece li fa lievitare con gli interessi ventennali a 4milioni 250 mila euro. Settecentomila euro in meno che andrebbero a discapito del progetto preliminare della parte sportiva. Inoltre l’edilizia sportiva ha chiesto ragguagli sugli spogliatoi, due per due campi sono pochi. Soprattutto se ci sia allena in contemporanea. Dopo anni d’immobilismo sembrano inezie, ma la storia insegna a non diffidare dei piccoli scogli.
http://www.lastampa.it/2013/07/13/cronaca/nel-cuore-del-filadelfia-museo-negozi-e-ristorante-DoWTK55OVc5fmezY6r3TWO/pagina.html
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