venerdì 30 novembre 2012

29/11/12 - Inaugurazione Piazzale Grande Torino

... servizi in TV

TG3 Piemonte - ore 19:30
 



Rube e TORO News ... condotta da Nicola Gallo sul canale 199 TORINOW dalle ore 16


 
 

 
 
 
Intervista ad Antonio Comi, all'interno dello Stadio Comunale
 
 
 
 
In collegamento telefonico Alessandro OPPI Salvatico ( direttore www.toro.it  )
 
 

FILMATI VARI ...





INTERVISTA CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE SBRIGLIO
http://www.youtube.com/user/MuseoDelGrandeTorino
 
 
 


Inaugurazione di Piazzale Grande Torino con manifestazione polemica dei tifosi granata - 29-11-2012
http://www.youtube.com/user/ToroNewsChannel




Contestazione all'intitolazione di piazza Grande Torino
Pubblicato in data 29/nov/2012 da
 
 

Il 29 novembre 2012 viene intitolata al Grande Torino la piazza davanti alla curva Maratona e al palazzetto olimpico, in sostituzione del precedente corso situato davanti allo stadio ora della Juventus.
I tifosi tuttavia sono furiosi per la recente svendita alla società della Fiat dell'area della cascina Continassa, per costruirvi non solo la sede sociale ma palazzi, negozi, un albergo e un cinema, in una grande operazione commerciale da cui il Comune ricava soltanto 0,58 € / mq / anno, numero riportato sui numerosi cartelli di protesta.
Così, appena le autorità provano a pronunciare i propri discorsi, vengono sommerse dai fischi e dagli slogan (e anche da un paio di uova); partono cori contro il sindaco Fassino. Soltanto l'intervento del direttore del Torino FC e vecchia gloria granata, Antonio Comi, riesce a riportare la calma.
L'assessore allo Sport prova poi a ricordare dello stanziamento a favore della ricostruzione del Filadelfia, ma i tifosi non si fidano più delle promesse dopo quindici anni di attesa (neanche un euro è ancora stato versato dal Comune alla Fondazione che si occupa della ricostruzione). Alla fine interviene Domenico Beccaria, del museo del Grande Torino, che lancia un minuto di silenzio per ricordare gli eroi della leggenda granata.



 
Toro.it > MULTIMEDIA > WebTV
Piazzale Grande Torino, la contestazione dei tifosi

 



 



29/11/12 - ToroAmoreMio (4^) - Trasmissione completa
Da 1'50" a 5'46" ... commenti su inaugurazione Piazzale Grande Torino
 
 


F O T O :

Inaugurazione piazzale Grande Torino, 29/11/2012
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.502156126481446.114294.435396969824029

29/11/2012 - INAUGURAZIONE PIAZZALE GRANDE TORINO
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.454598057911519.90632.130452326992762

29/11/12 - Piazzale Grande Torino
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3903752642367.2137465.1535777795

2012-11-29_inaugurazione Piazzale GRANDE TORINO
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10200224835570087.2204521.1428384502

mercoledì 28 novembre 2012

27/11/12 - ToroAmoreMio - Appuntamento per Giovedì 29/11/12 ore 12

 
 


5.611 Giorni di VERGOGNA




ADESSO BASTA!
 




Inaugurazione Piazzale Grande Torino

Giovedì 29 Novembre 2012  alle ore 12

Stadio Olimpico - Cruva Maratona
 
PER UN FILA DEGNO, CONTRO LA VERGOGNA DELLA CONTINASSA, PERCHE' L'OLIMPICO SI DEVE CHIAMARE "GRANDE TORINO", PERCHE' IL NOSTRO MUSEO DEVE TROVARE POSTO AL FILA....PER LA NOSTRA DIGNITA'!!!!

 

lunedì 19 novembre 2012

17/11/12 - Roja in visita al Filadelfia


 
 
Tweet Toro.it ‏@toropuntoit
 
Alessandro #Roja, l'attore che interpreterà #Meroni, in visita al #Filadelfia. Per respirare ancora più aria di #Toro pic.twitter.com/hrG2kGNn  
 
7:14 AM - 17 Nov 12


mercoledì 14 novembre 2012

13/11/12 - Filadelfia: sulle attività commerciali si gioca un'importante partita

Non è ancora certo il trasferimento del Museo, e se le attività commerciali fossero del tutto estranee?
Circa la 'questione Filadelfia' abbiamo già affrontato la problematica del budget, sensibilmente ridotto rispetto alle aspettative iniziali ed assestato, ormai, su circa otto milioni di Euro, ma c'è un altro aspetto da non sottovalutare che andrà definito quanto prima: quello relativo all'assegnazione ed alla gestione degli spazi commerciali.
La Fondazione Filadelfia, infatti, non ha ancora raggiunto una decisione definitiva su quelli che saranno i circa 4.000 mq di spazi circostanti l'impianto, che dovrebbero assegnati ad attività commerciali, per un costo stimato di circa sei milioni di Euro: non è detto, infatti, che queste siano necessariamente attività 'tematiche', dunque ricollegate alla storia granata, e questa eventualità sta già facendo storcere il naso ad alcuni. Se il progetto originario prevedeva di edificare contestualmente l'intero complesso, non solo la parte sportiva, si finirà probabilmente per devolvere l'onere della costruzione dell'area a terzi, cedendone i costi ma anche i benefici.
In effetti, sarebbe pienamente consono allo spirito dell'opera il collocamento di attività quali uno Store ufficiale della Società, con annessi e connessi, oltre al Museo della Memoria Storica Granata, ma al momento questa eventualità non è affatto la più probabile. Il Presidente del Museo del Grande Torino, attualmente con sede a Grugliasco, Domenico Beccaria, ha più volte chiarito come, ad oggi, benché vi siano a disposizione della sua Associazione fondi sufficienti per un trasferimento, non è ancora stata definita la questione. Si tratterebbe, peraltro, di spazi a tutti gli effetti ritenuti commerciali, poiché comprensivi di attività quali caffetteria e booksho, fondamentali per un Museo moderno. Beccaria sta tentando il tutto per tutto perché ciò che avvenga, ma il rischio che intervenga prima la speculazione di qualche privato totalmente estraneo al mondo granata è, purtroppo, concreto ed apprezzabile.
Intanto, il prossimo 3 dicembre i membri del CdA della Fondazione hanno appuntamento dal Notaio per il riconoscimento: presupposto fondamentale perché venga riconosciuta alla stessa piena autonomia giuridica e possa incominciare a manovrare effettivamente del denaro. Ad oggi, infatti, i membri stanno tuttora risponendo in solido, col proprio patrimonio personale, delle attività economiche della Fondazione che dovrà ricostruire lo storico impianto.
Si tratta di un altro piccolo passo in avanti, ma comunque si procede: ai tifosi granata servirà ancora molta pazienza.

Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)

http://www.toronews.net/?action=article&ID=30394

martedì 13 novembre 2012

13/11/12 - Lettera a Specchio dei Tempi: «Abbandoniamo il progetto Filadelfia, tifiamo per la gente!»

Un lettore scrive: 
«Leggo dei tentativi di accelerare il progetto dell’impianto Filadelfia, glorioso ma irrealizzabile per mancanza di quattrini (almeno è il mio pensiero). Oggi soprattutto mi sembra assolutamente fuori di ogni logica realistica: occorrono da 8 a 10 milioni ed è stima molto benevola perché lo scorso anno si scriveva di 15/20, comunque oggi abbiamo il presidente Cairo che mette 1 milione e gli altri? Il Comune (il più indebitato pro capite d’Italia) ne assicura 3, la Regione (i cattivi scrivono in fallimento!) darebbe fideiussioni per altri 3 con un costo di 250.000 / anno. Tutti i santi giorni accertiamo qualche debolezza nei vari settori dalla sanità, anziani, scuola ed è un elenco lungo e doloroso e quindi apprendere che la Regione ed il Comune intervengono mi sembra oggi una follia! L’orgoglio granata, l’amore per una squadra che è nei nostri cuori, tutto bene si deve fare una considerazione piatta piatta che non ci sono soldi e quei pochi DEVONO essere utilizzati al meglio: non per il Filadelfia! Tifiamo per la gente!».


LUCIANO CANTALUPPI
 
Commenti alla lettera:
Scritto da
Vittorio Bertola
 il  13/11/2012   ore  07:57
 Il fatto che La Stampa pubblichi l'ennesima lettera contro il progetto Filadelfia nel giorno in cui il Comune ha appena fatto un grosso regalo alla Juventus è triste... ma vediamo di ragionare al di là del tifo.
 Nell'operazione Filadelfia, la Città non "aiuta il Toro" per il semplice fatto che il nuovo impianto resterà di proprietà pubblica, il Toro al massimo sarà uno dei suoi utenti e lo affitterà a prezzi di mercato. La Città dunque non svende le aree a un privato, ci costruisce sopra un impianto sportivo (non uno stadio) che potrà essere utilizzato innanzi tutto dal quartiere. I soldi che la Città mette nell'operazione sono soldi non di origine pubblica (non dalle nostre tasse) ma provengono dagli oneri di urbanizzazione pagati dai privati che hanno costruito grazie alle cubature generate dall'area, es. l'ipermercato Bennet di via Taggia e alcune palazzine residenziali; sono soldi che per legge vengono pagati esattamente per costruire servizi pubblici nell'area (un centro sportivo pubblico è un servizio pubblico esattamente come una scuola o un parcheggio). Proprio perché sono oneri di urbanizzazione, non possono essere così facilmente presi e dedicati ad altro, tantomeno a spesa corrente (es. servizi o assistenza).
 In compenso, il progetto approvato ieri a favore della Juventus (in sé altrettanto meritorio, si tratta di riqualificare un'area semiabbandonata e degradata) prevede di vendere alla stessa delle aree pubbliche per 99 anni al prezzo ridicolo di 0,58 €/mq/anno, tra l'altro per farci non solo un centro sportivo (però chiuso e ad uso privato) ma attività commerciali (albergo, cinema, negozi, palazzi) decisamente più lucrose. Anche qui, io non avrei espresso contrarietà al progetto se, molto semplicemente, il prezzo pagato dalla Juventus (o da qualsiasi altro privato avesse proposto una operazione del genere) fosse stato congruo e corrispondente al valore delle aree. La cifra è talmente scandalosamente bassa che persino nella maggioranza ci sono state persone che si sono dissociate e hanno votato contro... Bastava fargli pagare i terreni una cifra giusta e io sarei stato a favore esattamente come nel caso del Filadelfia.
 Avrei preferito che La Stampa riportasse in entrambi i casi le cose come stanno, ma evidentemente è più facile metterla sul piano del tifo e criticare il progetto del Toro magnificando quello della Juve.

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Luca VIE
 il  13/11/2012   ore  08:02
 Signor Cantaluppi, credo che si sia deciso di aiutare un minimo lo sviluppo sportivo e l'attrattività turistica delle due squadre principali di calcio di Torino. E' curioso che ci siano sempre lettere su SdT contro la ristrutturazione del Filadelfia, che rappresenta una pagina gloriosa della storia cittadina, ma che commenti e domande sulle vicende urbanistiche legate allo Stadium si leggano di solito su altre testate, lontano dalla Mole. Lei crede, signor Cantaluppi (se si chiama davvero cosí), che costruire e distruggere il delle Alpi in meno di venti anni sia da considerarsi un'operazione di oculata gestione della cosa pubblica? E allora non guardiamo la famosa pagliuzza quando ci sono tali travi...
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MD
 il  13/11/2012   ore  08:36
 Dopo la notizia del regalo che è stato fatto alla Juventus, con la possibilià di costruire Vallette 2 per un tozzo di pane ecco spuntare la solita lettera contro la ricostruzione del Filadefia. Forse si spera che passi sotto silenzio che parte dell'accordoi è per costruire delle palazzine che si affacciano si corso Ferrara e che si vuole eliminare la costruenda pista di Kart nella ex-arena Rock, costata cinque milioni di euro e mai usata per costruire un inutile cinema multisala.
 I soldi del COmune non sono un gentile regalo, ma sono oneri di urbanizzazione che devono essere utilizzati per impianti sportivi.
Lo stado non sara del Torino Calcio, ma di una fondazione e sarà utilizzabile oltre che per gli allenamenti della prima squadra, anche per quelli della primavera e per l'uso dilettantistico. Non palazzine e cinema multisala.
 I soldi per tutte le infrastrutture per un nuovo pezzo delle Vallette chi ce li mette? Certo: non costruiamo un campo sportivo a Santa Rita ed i soldi li troviamo! Io abitassi in via San Marino o corso Sebastopoli non sarei per nulla contento....
 Ma si cerca sempre di dire che quei soldi dovrebbero servire per altro.

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plaunad
 il  13/11/2012   ore  09:26
 Il solito anti torinista torna alla carica contro la ricostruzione del Filadelfia. Non so se questo signore era nato e/o vivente a Torino negli anni del Grande Torino, ma pare proprio di no. Quella non era solo una squadra di calcio ma il simbolo della rinsacita dell'Italia dopo il disastr della guerra. Ricostruirne il mitico stadio sarebbe non solo un omaggio dovuto ma un esempio ed uno sprone a superare questo momento altrettanto difficile. Di sprechi il Comune ne fa tanti (es. le pseudo luci di pseudo artista), questo non lo sarebbe.
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rccs
 il  13/11/2012   ore  09:30
 e via a svendere Torino per pochi spicci! Per 58 cent al metro quadro (!) l'area della continassa lasciata al cemento e alla speculazione. E non si dica che Torino ci guadagna, perchè con le opere di urbanizzazione a carico del comune, a malapena ci va in pari!. Torino: il "sacco della città" 2.0.
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Della serie... a volte ritornano!  :-\
 

domenica 11 novembre 2012

Come era...

 
 
by Bessone Bersia Giovanni
 
Piero Bersia, Gandolfi e Macchi... si divertivano anche così, sull'erba del FILA!
 

sabato 10 novembre 2012

10/11/12 - Fila, corteo da sogno

Inaugurazione il 4 maggio 2015 con una marcia per TorinoL’idea raccoglie consensi nella Fondazione che ha l’incarico di promuovere la costruzione di un centro sportivo
 
MARCO BONETTO
 TORINO. Siccome non sono i soldi ma i sentimenti a spostare le montagne, forse non è un caso che da qualche tempo l’incredibile vicenda del Filadelfia stia snocciolando non solo novità sull’impegno economico di chi è chiamato a ridar vita a quell’area, ma anche un insieme di evocazioni e di simboli.
 I LAVORI NEL 2014 Si diceva l’altro giorno della terra: la terra originale del campo principale. La terra che fu piedistallo del Grande Torino, nel suo decollo celestiale prima dell’ultimo volo nella tempesta del ’49. Quella stessa terra aveva già visto anche il primo scudetto granata negli Anni 20. E vide l’ultimo: negli allenamenti dei campioni del 1976. Orbene, il progetto prevede di rimuovere quella terra, di conservarla durante i lavori di costruzione del centro sportivo e di ricollocarla lì alla fine. Affinché anche il Toro del futuro calpesti quella stessa zolla ideale che fu di Pulici , di Ferrini , di Mazzola e dei pionieri. Ma c’è di più, adesso. Nella Fondazione Filadelfia, l’associazione deputata a promuovere la rinascita del quadrilatero, si sta facendo strada una nuova idea dalla forte valenza simbolica e passionale. Ispirata alla celebre marcia dei 50 mila di una decina di anni fa, allorché Torino fu attraversata da un fiume di tifosi che invocavano dignità e futuro. Il proposito è organizzare un’altra marcia, partendo da piazza Solferino, dove il Torino fu fondato nel 1906. Poi la lunga passeggiata, toccando i più noti e amati angoli pregni di fede granata (come il cippo di Meroni , per esempio), fino a passare sotto la curva Maratona, per poi arrivare appunto al Fila. E lì dar vita a una kermesse per l’inaugurazione del centro sportivo. Quando? Nella Fondazione più di un membro sta mettendo a fuoco una data in particolare: lunedì 4 maggio 2015. Perché? Perché così si chiuderebbe un cerchio ideale, ridando luce al Fila proprio nel giorno della memoria del Grande Torino, che quella terra rese leggendaria. Il 2013 sarà probabilmente occupato quasi interamente dal lungo iter burocratico legato innanzi tutto al lancio del bando internazionale per rendere cantierabile il progetto presentato in esclusiva da Tuttosport giovedì scorso in anteprima: il progetto preliminare realizzato dagli architetti Eraldo Martinetto , capogruppo, Marco Aimetti , William Cattanea e Paolo Chiappero (della Abcc Architetti & associati ), dal commercialista Luca Asvisio e dall’ingegnere Roberto Bertasio . I lavori dovrebbero dunque cominciare tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 e protrarsi per circa 16 mesi. A quel punto si intersecherebbe facilmente (nel freddo cronoprogramma, non solo nel tepore delle evocazioni) la festa del nuovo Fila con la ricorrenza del Grande Torino.
QUEI FORI PARLANTI Infine, un’ultima curiosità legata sempre alla forza dei sentimenti. I pennoni avveniristici disegnati nel progetto preliminare per illuminare in modo speciale il piazzale della memoria nel nuovo Filadelfia (dove un tempo c’era il vecchio cortile) non solo ricorderanno ciascuno 2 o 3 angeli granata (i caduti di Superga, Ferrini , Meroni e altre glorie che furono) con schermi interattivi su cui ammirare immagini dell’epoca, ma porteranno al loro interno pure una miriade di fori. Il desiderio dell’architetto Martinetto, nelle cui vene si mescolano puro sangue granata e un ricorrente afflato poetico-sentimentale, è dare anche vita a quei pennoni simbolici: «Quando soffierà il vento e passerà attraverso quei fori, si sentirà una voce misteriosa al Fila. Sarà il nostro cuore a parlare, in coro col Grande Torino».
Foto: 16 mesi necessari per costruire il centro sportivo
Gli architetti Marco Aimetti ed Eraldo Martinetto illustrano la loro creatura: il progetto preliminare del nuovo centro sportivo al Filadelfia (LaPresse)

venerdì 9 novembre 2012

17/10/12 - Interrogazione N. 1322 "Contributo regionale per il recupero dello stadio Filadelfia"

http://www.consiglioregionale.piemonte.it/seduteconsiglio/interventi/appl/seduta.php?numero_seduta=286

 
Seduta 286 del 17-10-2012 ore 15:00

Interrogazione presentata da Tullio Ponso
scarica il video (5 MB) (m4v)
http://vm-podcast.csi.it/sedute/m4v/2012/20121017/20121017-2-007-Tullio_Ponso.m4v


 


Risposta di Alberto Cirio
scarica il video (7 MB) (m4v)
http://vm-podcast.csi.it/sedute/m4v/2012/20121017/20121017-2-008-Alberto_Cirio.m4v
 
 

09/11/12 - Filadelfia: ora i soldi della Regione

DOPO I rinvii, un’altra buona notizia
Vignale: «Entro dicembre sarà varata la legge per 3,5 milioni di finanziamenti»
 
TORINO. Si torna a far di conto, dietro al Filadelfia. Ed è opportuno, anche per comprendere meglio le modalità e il destino degli investimenti per la creazione del nuovo centro sportivo per gli allenamenti del Torino (il costo dell’opera si aggira intorno a 10 milioni di euro). A fare da spartiacque in questa ultima settimana (in questi ultimi anni, viene da aggiungere) è stata la decisione del presidente Cairo di cominciare a impegnarsi per un milione di euro di contributi, garantendo anche la gestione pluriennale dell’impianto e i costi di manutenzione. Un’accelerata che il patron del Torino ha dato in memoria della mamma, tifosa granata, recentemente scomparsa. Come noto, il Comune si è già impegnato anche con opportune delibere a preventivare finanziamenti in un triennio per 3,5 milioni complessivi. E’ altrettanto nota la scelta della Regione Piemonte, che ha manifestato da tempo l’intenzione di stanziare la stessa somma garantita dal Municipio. Disse diverse settimane fa il governatore Cota : «Dopo aver aderito alla Fondazione Filadelfia (l’organismo deputato a promuovere la rinascita dell’area, ndr), ora ufficializziamo la volontà di stanziare anche noi 3,5 milioni». Ma quando? Cota immaginava, sperava che l’iter si concludesse a breve, nel volgere di poche settimane. Invece il finale della storia è ancora da scrivere. «Ritardi legati a questioni prettamente burocratiche», dicono dalla Regione.
IL PIANO «Non ci saranno problemi», puntualizza il consigliere di maggioranza Gianluca Vignale , nel suo doppio ruolo (per il suo attivismo e la sua pluriennale esperienza nella materia è anche il rappresentante della Regione nel CdA della Fondazione Filadelfia). Poi il cronoprogramma: «Nella prossima settimana verrà approvato in commissione l’emendamento che destina 3,5 milioni alla ricostruzione del Fila. Successivamente l’emendamento dovrà essere approvato in aula dal Consiglio»: cioè tradotto in legge regionale, il punto fermo che ancora manca. «L’emendamento sarà inserito nell’assestamento del bilancio regionale per la votazione in Consiglio. E prevediamo che si possa arrivare al voto tra novembre e i primi giorni di dicembre. Anche perché necessariamente entro fine anno dovrà poi essere presentata e varata la successiva legge finanziaria». La Regione si è detta pronta a garantire parte del capitale necessario per ricostruire il Fila (nonché il pagamento degli interessi per accendere un mutuo per un periodo di 15 anni) con propri versamenti fino a un massimo di 275 mila euro all’anno.
M.BON.
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La fine dei lavori prevista nel 2015
 
TORINO. Il progetto preliminare del Fila sarà presentato da Comune, Regione, Torino e Fondazione Filadelfia a dicembre: in esclusiva su Tuttosport di ieri l’anteprima. La fine dei lavori è prevista per l’inizio del 2015. Il progetto è stato realizzato dagli architetti Eraldo Martinetto, capogruppo, Marco Aimetti, William Cattanea e Paolo Chiappero (della Abcc Architetti & associati), dal commercialista Luca Asvisio e dall’ingegnere Roberto Bertasio).
Foto: La planimetria del nuovo centro sportivo al Filadelfia, in esclusiva su Tuttosport (LaPresse)

08/11/12 - Il 'milioncino' di Cairo e quella promessa di 4 anni fa

'Tre milioni e mezzo? D'accordo: metterò tre milioni e mezzo. Non sto scherzando'
 
Il sottotitolo è un virgolettato, non nostro, nemmeno di qualche Istituzione, bensì del Presidente del Torino, datato 3 maggio 2008. Urbano Cairo era di fronte a Don Aldo Rabino, Cappellano del Torino e personaggio eccezionale del mondo granata, da sempre confidente di Presidenti, Dirigenti e degli stessi giocatori, oltre che celebrante, proprio quel giorno, della rituale messa del ricordo degli Invincibili nella Basilica di Superga (anticipata di un giorno, causa trasferta del Toro). Un 'confessore', insomma, di fronte al quale sarebbe stato meglio dire la verità, senza fare promesse che non si sarebbe poi inteso mantenere.
LE CIFRE - Da allora, sulle cifre che il Torino FC avrebbe stanziato per la ricostruzione del Filadelfia, è calato il silenzio. Finché, proprio in questi giorni, dopo anni di indecisioni e di vagheggiamenti, il Presidente avrebbe finalmente sciolto la riserva: sarà un milione di Euro, a fronte dei 7 complessivi stanziati da Comune di Torino e Regione Piemonte, la cifra che la Società granata stanzierà ufficialmente per l'esecuzione del progetto, la cui fase di approvazione definitiva è in corso presso la Fondazione Filadelfia. In aggiunta a questa somma, il Torino, si impegnerà, poi, a gestire a proprie spese l'impianto, la cui proprietà, seppur non sia ancora ufficiale questa notizia, potremmo presumibilmente ritenere resterà, dunque, almeno inizialmente, a capo della stessa Fondazione.
LA PROPRIETA' - Su questa formula, che qualche settimana fa sia il membro del CdA Domenico Beccaria, sia l'ex presidente Sbriglio, ci avevano assicurato non essere ancora del tutto definita, si è scritto è detto poco, a nostro parere, sottovalutandone forse la reale portata. In realtà, proprio dall'assegnazione dell'effettiva proprietà della struttura all'uno o all'altro ente, o perlomeno dalle percentuali di suddivisione della stessa con la parte della Fondazione, dipende molto delle sorti di un impianto del calibro di quello che sarà il futuro Filadelfia. E' chiaro, infatti, che se la Società si assicurasse un controllo effettivo del nuovo Fila, sarebbe senza dubbio più stimolata ad investirci, mentre è comprensibile, da un punto di vista finanziario, che la cifra promessa si sia assestata soltanto sul milione proprio perché il Torino prevede come impegno assai più oneroso quello della gestione di quello che diventerà il campo di allenamento di prima squadra e Primavera.
UN'OCCASIONE SCIUPATA - A questo riguardo, non possiamo che individuare l'ennesima occasione sciupata: la Società, infatti, si sta lasciando scappare, perlomeno per il momento, e soprattutto al mero livello di intenzioni (pagare moneta, vedere cammello: direbbe il saggio), la possibilità di effettuare un investimento duraturo e significativo, ed il Torino si ritroverebbe, anche nel 2014 (ammesso sia davvero quello l'anno di conclusione dei lavori) ancora privo di qualsiasi patrimonio immobiliare, trovandosi semplicemente a gestire un impianto di proprietà, di fatto, altrui (sostanzialmente come accade, oggi, per la Sisport di Corso Agnelli), ed operando una scelta in controtendenza rispetto a quanto operato, ormai, da quasi tutte le società professionistiche.
Insomma, la promessa, che una volta tanto non sarebbe stata neanche poi così assurda da ritenere credibile, anche stavolta non è stata mantenuta. La cifra trapelata dai comunicati congiunti di Comune di Torino e Società, oltretutto da destinarsi tramite un'ulteriore Fondazione, intitolata alla madre di Urbano Cairo e, ad oggi, nemmeno ufficialmente istitutita, è inferiore ad un terzo di quanto lo stesso Presidente avesse personalmente garantito, nonché di quanto effettivamente destinato dalle Istituzioni che finanziano la Fondazione che gestisce il progetto. Stupisce, e non poco, a nostro parere, leggere commenti entusiastici e comunicati rindondanti da parte di alcuni che, forse, o hanno la memoria molto corta, o sono degli inguaribili ottimisti in stile "Candido" voltairiano, o forse, più semplicemente, non sono sufficientemente in buona fede da affermare che, anche questa volta, i tifosi sono stati presi 'per il naso', giusto per dilettarsi con un eufemismo.
RIDIMENSIONAMENTO OBBLIGATO - Il Filadelfia in un modo o nell'altro si farà, ma l'ennesimo ridimensionamento imposto dallo scarso impegno della Società costringerà a delle scelte radicali di downsizing del progetto, ben oltre quanto già anticipato ai nostri microfoni da Beccaria, che ci aveva ipotizzato tagli necessari ai progetti già pervenuti, poche settimane fa, pur presupponendo un impegno da parte della Società di circa quattro milioni di Euro. Si parla, insomma, di tre milioni svaniti nel nulla, oltre che dell'ennesima scelta votata al disimpegno per il futuro: più o meno esattamente il contrario di quanto avremmo auspicato per quello che dovrebbe diventare il vero simbolo della rinascita del Torino, inteso non soltanto come squadra sportiva, ma come Società e come punto di riferimento per una comunità orfana della propria storica 'casa'.
EPPURE... - Urbano Cairo, anche stavolta, non è stato lungimirante, confidando un po' troppo nella 'stampa amica' ed in quel credito di fiducia che un po' tutti gli dobbiamo, e che non possiamo non dovergli, per aver salvato, in quella pazza estate, il Torino da una situazione troppo brutta per essere vera. Ma se i risultati sportivi possono dipendere, almeno in parte, anche da fattori indipendenti dall'impegno economico del Patron, sulla questione Filadelfia, volenti o nolenti, è solo il vile denaro a poter parlare. Le Istituzioni, come Sbriglio ci ha detto bene poco tempo fa, hanno fatto tutto il possibile per mettere la Società nelle condizioni di investire, il Torino, ancora una volta, ha tergiversato e fatto orecchie da mercante, sperando forse che i tifosi fossero ormai talmente esausti da accontentarsi delle briciole, ripetendo, di fatto, all'incirca la dinamica che anima i granata nelle sessioni di calciomercato.
Purtroppo, però, noi non abbiamo dimenticato. Né cosa fosse il Fila (per quelli della mia età, vissuto soltanto nei ricordi vibranti dei nonni), né cosa avrebbe potuto essere, né soprattutto quanto, probabilmente, anche per colpa di questa morigeratezza societaria, non riuscirà mai a rappresentare davvero. Anche le briciole potrebbero andarci bene, del resto siamo del Toro non per caso, ma dovrebbero contenere passione, sudore, impegno, e tanta, tantissima, onestà. Ci perdoni il Presidente se non riusciamo proprio a scorgerla stavolta.
Diego Fornero (Twitter: @diegofornero )

http://www.toronews.net/?action=article&ID=30285

giovedì 8 novembre 2012

08/11/1976 - 08/11/2012... Ciao Giorgio

RICORDANDO GIORGIO FERRINI - TORO AMORE MIO 04.03.10



 
 
 
 
 
 
08/11/2012
O capitano! Mio capitano!
Giorgio Ferrini, a trentasei anni dalla morte, rimane l'incarnazione di tutto ciò che il Toro è
di Andrea Piva - Triestino, occhi di ghiaccio, carattere schivo e introverso fuori dal campo, un concentrato di grinta e carisma dentro. Ben 443 presenze in campionato, 80 in coppa Italia, 43 in competizioni europeee. Un totale di 566 partite ufficiali con la maglia granata addosso. Tutto questo però non basta a spiegare chi era Giorgio Ferrini.
 Si sa, il tifoso del Toro è particolare. Si infiamma per una grande giocata, ma va in estasi per un pallone strappato dai piedi di un avversario quando ormai sembrava perso, magari negli ultimi minuti, con il risultato che sembra compromesso. Vedere un proprio giocatore lottare fino all'ultimo, crederci sempre, non arrendersi, lo fa inebriare. Questo era Ferrini, ma non solo.
 Ferrini era anche quello che, in allenamento, per insegnare a Pulici a tenere i gomiti alti gli tirava dei pugni sui fianchi. E quando Pupi un giornogli rispose con una gomitata sul naso Ferrini, sanguinante, gli disse: "ecco, adesso sei veramente del Toro". Era l'incarnazione del tanto invocato "vecchio cuore granata", il simbolo del tremendismo. Era colui che rincorse, in un  infuocato derby, Omar Sivori, uno dei simboli della Juventus, assestandogli un calcio. Un gesto diventato un simbolo della stracittadina, ricordato come i gol di Dossena, Torrisi e Bonesso e la rimonta firmata Lucarelli, Ferrante e Maspero, con tanto di buca di quest'ultimo.
 Ferrini è il capitano per eccellenza del Torino. Solo Mazzola gli è alla pari. Tra le due squadre in cui giocavano questi due calciatori c'è però un'abissale differenza. Quella di capitan Velantino era un concentrato di classe allo stato puro. Era, più semplicemente, la più forte. Quella di Ferrini no. Basti pensare che in sedici stagioni al Toro ha vinto solamente due coppe Italia, la prima nel '68, la seconda nel '71. Nonostante ciò ha voluto legare il suo nome al Toro per tutta la vita. Al di là dei risultati e delle cifre sul contratto, disposto a firmarne anche uno in bianco. "Presidente faccia lei, io firmo in bianco. Se ci mettiamo a discutere finisce che sarò io a dver tirare fuori i quattrini" - la frase rivolta a Pianelli, segno questo del grande rapporto di stima reciproca che legava i due. Appese le scarpette al chiodo nel '75, e visse la stagione successiva, come vice di Radice. Vinse lo scudetto, quello che non era riuscito a conquistare da giocatore. Fu l'ultima sua grande gioia sportiva. Un aneurisma, pochi mesi dopo, lo porto via ai parenti, agli amici, gli ex compagni di squadra, i tifosi. Era l'8 novembre del '76, esattamente 36 anni fa.
 Se qualche stagione fa all'Olimpico, oltre alle gigantografie di Mazzola, Meroni e Pulici c'era anche la sua non c'è quindi da stupirsi. Giorgio Ferrini era, ed è, il simbolo di ciò che è il Toro e di come lo vogliono i propri tifosi. Questo è Giorgio Ferrini.

http://www.toro.it/press/view/388


Giorgio Ferrini, l'ultimo grande Capitano del Torino Calcio-Torino Fc

 
 
 
Dal 3D " Il Capitano del Toro " aperto da bakunin sul forum ForzaToro.net ...


il "pass" dei Mondiali maledetti in Cile....


con i compagni di squadra Rosato, Sattolo, Cereser e e gli amici di sempre...
 
 
una pagina del suo diario/quaderno degli appunti, scritta quando era il "vice" di Radice durante il ritiro in Valle d'Aosta
nell'estate del '76: pochi mesi prima di morire





Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata
 
Siamo nell'estate del 1967. Dopo aver trattenuto Meroni al Toro, Pianelli prende anche un attaccante, Paolino Pulici, di cui si dice un gran bene. Giorgio gli dà un'occhiata nelle particelle, Giorgio segue molto i giovani, è sempre prodigo di consigli nei loro confronti e lo trova bravino: dice che su questo bocia si può puntare (tanto più che la farfalla granata ci ha appena lasciati), se solo si togliesse quel brutto vizio di stare con le braccia molli lungo il corpo e perdere un sacco di palloni. Quando Pupi (che non è ancora Pupi) non lo ascolta, Giorgio gli dà una gomitata nelle costole per farglielo capire, finché un giorno Pupi è nervoso di suo e, all'ennesima gomitata durante la partitella a ranghi misti, rifila a sua volta una gomitata a Giorgio, fratturandogli il setto nasale. Il bocia pensa che la sua avventura granata sia finita prima ancora di iniziare, anche perché Giorgio a fine partita gli consegna un biglietto da visita col suo indirizzo, dicendogli di presentarsi a casa sua quella sera stessa per parlare di ciò che era successo in campo. Pupi arriva, Giorgio lo fa entrare e gli intima di andare a sedersi in salotto e aspettare. Pupi pensa che stia per arrivare una scarica di botte mai vista al mondo… invece Giorgio si presenta sorridente con una bottiglia di spumante, dicendogli: "Benvenuto al Toro: ecco cosa volevo da te, anche se mi è costato il naso!". Nasce anche così l'eredità più grande lasciataci da Giorgio: il tremendismo, il vecchio cuore granata. Ciao, Capitano!


Vedi anche:

http://purple66.blogspot.it/2009/11/08111976-08112009-ciao-capitano.html

http://purple66.blogspot.it/2010/11/08111976-08112010ciao-giorgio.html

http://purple66.blogspot.it/2011/11/08111976-08112011ciao-giorgio.html

08/11/12 - Nuovo Fila, storica terra!

Tuttosport - pag. 13
Il progetto in anteprima: campi, aree per i tifosi, sede, museo. E una sorpresa
La terra del campo sul quale giocava il Grande Torino verrà rimossa e ricollocata dopo i lavori. Rispetto della memoria e novità tecnologiche: ecco i dettagli in vista della costruzione nel 2014
 
MARCO BONETTO
PINEROLO. Dalla finestra si ammira il duomo di Pinerolo, con il suo profilo intagliato in un cielo azzurro, spazzato dai venti. Sul tavolo, in una delle sale dello studio Abcc Architetti & associati , è stesa una delle planimetrie del nuovo Filadelfia: e in fondo anche osservare quei lenzuoli di carta colorati significa scorgere un orizzonte nuovo, lindo. L’attrazione irresistibile di immaginare il futuro centro sportivo del Torino incanta lo sguardo, emoziona perfino. E quelle due macchie verdi, i campi del domani su cui dovranno correre gli Ogbonna e i Parigini dell’oggi, cioè i giocatori della prima squadra e i giovani della Primavera, alimentano un sogno primaverile, di rinascita: finalmente, a distanza di 3 lustri dalla demolizione del glorioso stadio Anni 20. L’iter burocratico è programmato per il prossimo anno, l’inizio dei lavori (18 mesi circa) per il 2014. Dopo l’annuncio di Cairo , la sua disponibilità a impegnarsi per un milione di euro nonché per la gestione dell’impianto (in attesa di ulteriori investimenti, naturalmente), anche queste planimetrie diventano più vive , luminose. E’ un privilegio quello che si apre davanti agli occhi di Tuttosport e dei suoi lettori: poter scoprire in anteprima questo progetto preliminare, di massima (uno studio di fattibilità allargato ai costi di costruzione e gestione), che varrà da stella cometa per la ricostruzione. Il progetto farà da riferimento preciso, da modello da seguire quando, nel 2013, sarà lanciato il bando internazionale per renderlo esecutivo. Ecco come rinascerà il Fila, ecco come riprenderà vita il leggendario quadrilatero dove il Grande Torino vinceva gli scudetti, dove Pulici studiava per diventare Pupi. Ecco come sarà realizzato il centro sportivo, tecnologicamente avanzato, ma rispettoso delle tradizioni. Con 2 campi per gli allenamenti della prima squadra, posizionati là dove oggi resistono quelli antichi tra sterpaglie e ruderi, dalle dimensioni regolamentari Uefa: 105 per 68 metri quello principale, stile ex Comunale (lì si svolgeranno anche le amichevoli della prima squadra e le partite della Primavera); e quello secondario, appoggiato su via Tunisi, da 102 per 62 metri. Tecnologie all’avanguardia, si diceva: erba naturale con drenaggi e serpentine interrate antigelo. E una sorpresa dal grande impatto evocativo, romantico, sentimentale, simbolico: la terra originaria del campo principale, ormai quasi centenaria, verrà rimossa e ricollocata dopo la prima fase dei lavori.
4 MILA POSTI Nascerà dunque una cittadella granata, già approvata nei dettagli dal Torino, che durante la stesura dello studio di fattibilità ha fornito al gruppo di progettazione i parametri necessari: esigenze specifiche e dimensioni necessarie degli uffici della sede, per esempio, della palestra, degli spogliatoi, dei magazzini e quant’altro. Il tutto, con il restauro e la messa in sicurezza dei resti gloriosi: i monconi delle due gradinate, il muro della biglietteria con le storiche scritte, la stele all’ingresso su via Filadelfia. «Nascerà una cittadella del Torino, moderna e funzionale come da desideri del club, il più possibile aperta anche ai tifosi e alla gente del quartiere, quale luogo di aggregazione come era stato per 70 anni», spiegano con legittima soddisfazione gli architetti Eraldo Martinetto , capogruppo, e Marco Aimetti (del gruppo di progettazione fanno parte anche gli architetti William Cattanea e Paolo Chiappero , il commercialista Luca Asvisio e l’ingegnere Roberto Bertasio ). La capienza sarà di 4 mila spettatori: 2 mila posti sulla nuova tribuna centrale, nella volumetria e nell’inclinazione simile a quella originaria in legno; e 2 mila disposti sugli altri 3 lati del campo principale (3 anelli da 4 file di gradoni). Sotto i resti originari della gradinata nord sorgerà una palestra per i giocatori infortunati. Sempre lì si allargherà un’area utilizzata solo da Torino. Sotto i resti su via Filadelfia, sul lato opposto, si allargherà una piazzetta granata, sempre aperta, con arretramento di qualche metro dello storico ingresso nella cittadella. Da lì (zona vecchio cortile) si aprirà, superato il varco, un piazzale della memoria rettangolare, tra il 2° campo e la tribuna. Che ospiterà tra piano terra e primo piano (maggiori dettagli nell’articolo sotto) la palestra principale, la sede del Torino e del vivaio granata, il museo, il granata store , gli uffici della Fondazione Filadelfia, la sala stampa e riunioni. Sottoterra, gli spogliatoi regolamentari anche per partite ufficiali e i vari locali tra magazzini e sale mediche. Nel piazzale della memoria i tifosi potranno ritrovarsi anche quando gli allenamenti saranno a porte chiuse (verrà bloccato l’accesso a tribuna e gradoni, in quel caso) e rivedranno con gli occhi la storia gloriosa grazie a un avveniristico sistema di illuminazione: una dozzina di pennoni inclinati verso la tribuna a formare un ideale arco nel cielo (ciascuno dedicato a 2 o 3 giocatori del Grande Torino e ad altri indimenticabili angeli granata come Ferrini e Meroni ), con incastonati schermi interattivi su cui sarà possibile ammirare le immagini dell’epoca. Il prodigio, oggi, è vedere su questa pagina il Fila di domani, mai così vicino, affascinante, realizzabile, dunque anche realistico. Le emozioni, nel cuore di ciascuno.
Foto: La planimetria del nuovo Fila. In rosso, sugli angoli del campo principale, i resti delle gradinate: saranno restaurati. Attorno al terreno, la tribuna e 4 file di gradoni sugli altri 3 lati (LaPresse) Gli architetti Eraldo Martinetto e Marco Aimetti illustrano il progetto su un monitor computerizzato (LaPresse)
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LA CURIOSITA’
La tribuna ospiterà il cuore della società e un secolo di cimeli
Parcheggi interrati sotto il piazzale della memoria e sotto il centro commerciale. L’architetto Martinetto: «Che emozione. Da bambino andavo lì a tifare per il Grande Torino, ora disegno il Fila del futuro»
PINEROLO. «Sono le ore 14,30 del 17 aprile 2012 e mi trovo al centro del campo di quel che rimane del glorioso Stadio Filadelfia. Si sta eseguendo il sopralluogo necessario alla progettazione del nuovo Filadelfia. Quanti ricordi ancora vivi e nitidi scorrono nella mia mente, la maggior parte dei quali riferiti all’infanzia». Un’infanzia da tifoso granata, che il padre portava allo stadio per vedere il Grande Torino vincere gli scudetti. Comincia così la relazione che accompagna le planimetrie del Filadelfia. A scrivere è il capogruppo, l’architetto Eraldo Martinetto . Concluderanno l’introduzione (dopo aver rievocato ricordi di gioventù legati al Grande Torino e al Fila) parole altrettanto emozionanti, inviate ai campioni del Grande Torino: «Oggi diciamo basta, non siamo più propensi ad accettare questi ruderi, a pensarvi sepolti sotto di essi. Occorre che abbiate una nuova casa, un nuovo Fila ove anche noi tifosi possiamo rifugiarci e riprendere con voi quel dialogo troppo presto interrotto. Con questo spirito, unito alla nostra fede, noi progettisti ci accingiamo a ideare un nuovo Filadelfia». E’ esattamente così: e lo si vede subito nel rispetto del luogo, delle tradizioni, in questo duetto continuo tra passato e futuro. Nella tribuna del campo principale potrà trovare collocazione la sede del Toro e del vivaio, nonché gli uffici della Fondazione (al 1° piano), ma anche il museo della Memoria storica granata, oggi a villa Claretta, hinterland di Torino (il responsabile del museo, Beccaria , chiede però spazi più ampi: a disposizione 900 metri quadrati, dibattito in corso). Sotto il piazzale della memoria, 50 parcheggi a uso del Torino. Altri parcheggi, ben più numerosi, sotto il centro commerciale (negozi legati al mondo dello sport, bar, ristoranti e via dicendo). E, volendo, anche sotto le gradinate di via Spano e via Filadelfia. Il centro commerciale (su due livelli da 2 mila metri quadrati l’uno) è stato stornato nello studio di fattibilità: chi vorrà costruirlo e gestirlo, acquistandone i diritti, dovrà accettare paletti che garantiscono il rispetto del luogo e della sensibilità dei tifosi. Ricostruire la cittadella costa 10 milioni. Comune e Regione si sono impegnate a coprirne 7, Cairo ha portato il totale a 8, ma altri investimenti sono attesi dal Torino.
M.BON.
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Ora lo stadio per un derby alla “pari”
ALBERTO MANASSERO
  GUARDIAMO questi disegni e già ce lo vediamo, ne sentiamo persino il profumo, tanto l’abbiamo aspettato ‘sto benedetto Filadelfia. L’improvvisa concretizzazione delle ultime quarantott’ore, apparecchiata dall’assessore Stefano Gallo e impressa dal sindaco Fassino e dal presidente Cairo, è una perla nel mare morto di questa infinita vicenda. Preziosissima, tanto che davvero la fase realizzativa ci appare avvicinata d’acchito, come da un colpo di mano su uno zoom della storia.
La storia. Quella che Cairo sta sfiorando nella sua parte eterna. Ci ha messo il piede sinistro, in quella granata, come colui che ha rilanciato il Toro dopo il fallimento e il salvataggio dei Lodisti. Adesso può stagliarsi definitivamente, nella Storia del Torino, entrandoci anche con il destro: non più, “solo”, provvidenziale scialuppa, bensì transatlantico, ovvero protagonista principale, locomotore, traino: il presidente che ha ricostruito il Filadelfia. Roba alla conte Marone Cinzano. Carpe diem.
Per completare il monumento, a quel punto, mancherà giusto lo stadio. Il Comune, che ha considerato la Juventus un patrimonio della città e di conseguenza ne ha agevolato la patrimonializzazione dello stadio, deve muoversi con medesimo spirito. Il Torino è un patrimonio di Torino: innanzitutto l’Amministrazione deve risolvere il guaio delle ipoteche. E’ l’inizio, non basta: l’Olimpico è inadeguato e insufficiente, però per giustizia e senso civico deve poter rappresentare identica opportunità, per il club granata. Il Comune deve insomma garantire al Toro paritetico trattamento rispetto alla Juve e stesse prospettive. Cairo, in merito, per il momento può solo aspettare. Però non deve mollare.

mercoledì 7 novembre 2012

06/11/12 - ToroAmoreMio - Stadio Filadelfia e situazione stadi

Trasmissione completa
- in studio il Consigliere Comunale Giuseppe Sbriglio
 
 
1^ : da 0'58" a 5'30
 
 
 

 
 
3^ :  da 3'35" a 12'15"
 

 
 

4^ : da 1'45" a 2'12"  +++  da 6'45" a 14'



http://www.youtube.com/watch?v=jOpoW6wPfdo

07/11/12 - Filadelfia, e adesso?

Speciale Filadelfia, parte 2 /
Si aspettano ancora i soldi pubblici. Molto da definire.
La Fondazione: "Ottimo, ma dobbiamo approfondire"
di Valentino Della Casa

– E dopo il milione di euro garantiti da Cairo ieri, che cosa succederà? Quali saranno i prossimi passi per la ricostruzione del Filadelfia? La notizia dell'incontro tra il presidente del Toro e il sindaco della città di Torino, Fassino, di ieri ha scosso l'ambiente granata, in attesa però di capire quali saranno i prossimi passi per arrivare alla tanto agognata apertura del cantiere. Per meglio capirlo, ci avvaliamo anche del parere dei membri Consiglio della Fondazione Filadelfia: Domenica Beccaria, Andrea Voltolini e Luigi Chiabrera.
 Posto che tutti i membri della Fondazione sono concordi nel dire che “per quanto la notizia sia stata positiva, ci è dispiaciuto venire a conoscere attraverso i giornali una cosa che avrebbe dovuto prima di tutto passare attraverso la Fondazione, deputata l'organo di mediazione tra le parti, come scritto anche nello Statuto riconosciuto da parte di tutti”, rimangono comunque diversi aspetta da chiarire per poter fare in modo che quanto avvenuto ieri non sia solo un passaggio a vuoto, ma un importante passo avanti per la rinascita dell'area.
 Innanzitutto, sarà necessario un nuovo CdF, e in tempi rapidi, per capire come questi soldi verranno veramente investiti. Dal Torino, infatti, ci si aspettava, come anche dichiarato da Cairo in un passato nemmeno così remoto, un esborso di circa 3,5 milioni di euro, vale a dire la stessa cifra promessa, ma non ancora effettivamente versata, da parte di Comune e Regione, per arrivare ad un totale di circa 10,5 milioni di euro. “Abbiamo ipotizzato” conferma Beccaria “che il progetto possa costare sulla decina di milioni, ma è altrettanto verosimile abbassare quella cifra di circa il 30% per i ribassi d'asta. Il che porterebbe la cifra a circa 7 milioni, cioè i soldi pubblici che teoricamente verranno investiti e che ancora stiamo aspettando”.
 Ma il primo milione è comunque arrivato e ha scongiurato che la Fondazione chiudesse i battenti. Già, perché la stessa Fondazione si era conferita un termine ordinativo di 18 mesi per ottenere i finanziamenti necessari ed avere il progetto definito nel dettaglio. Quest'ultimo già c'era, da diversi mesi; per i soldi, invece si è dovuto aspettare parecchio. E non sono ancora tutti: “ma questo è un segnale” aggiunge Beccaria “che le cose procedono. Perché bisogna tener presente che, qualora la Fondazione dovesse chiudere, i soldi fin qui accumulati verrebbero o versati nelle mani di un'altra Fondazione preposta allo stesso scopo (un po' come accaduto con la Fondazione Novelli, ndr), oppure verranno dati in beneficenza. E dubito che, adesso che verrà versato il milione, a Cairo piacerebbe vederlo non impiegato in quello per cui era stato preposto”.
 Secondo Chiabrera e Voltolini, comunque, “bisognerà assolutamente parlarne nella sede adeguata. Perché se è vero che Cairo si accollerà le spese di gestione dell'impianto, è pur vero che questo già avviene anche alla Sisport. Per cui vogliamo capire come il Torino vuole agire, perché in fin dei conti il Filadelfia sarà praticamente la sua casa, e dovrà accollarsi il giusto esborso”.
 Resta infine da definire la questione relativa ai lati dello stadio. Tre di questi vengono considerati “istituzionali”, mentre un quarto sarà “commerciale”, preposto alla ricollocazione del Museo della Memoria Storica, del Granata Store, di un'area ristorazione (presi in affitto dai soggetti a titolo oneroso). Nell'ultimo CdF, era stata avanzata la proposta di cedere i diritti di edificazione di quest'ultimo ad una società di terzi, cosa che chiaramente ridurrebbe gli eventuali guadagni per in quella zona vorrà aprire la propria attività commerciale (che per statuto, tuttavia, dovrà essere rispettosa della storia di quell'area, per cui strettamente legato alla storia del Toro).
 Insomma, ancora molte cose da definire, e qualche parere discordante, ma un passo avanti è stato sicuramente fatto. La Fondazione potrà continuare ad operare affinché il Filadelfia possa nuovamente tornare a prendere vita, aspettando però che anche tutte le altre parti in causa facciano quello che devono. I primi soldi sono arrivati, sarebbe deleterio fermarsi proprio ora.
 
http://www.toro.it/press/view/383

07/11/12 - Cairo e il Fila " Metto i soldi e rinascerà "

TORO - Il colpo di scena
 
SVOLTA FILADELFIA
Vertice in Comune Cairo mette i soldi!
Un milione per la costruzione e tutte le spese di gestione
Pag. 14
 
ALBERTO MANASSERO
TORINO. Chiamarla svolta clamorosa potrebbe essere rischioso, alla luce delle troppe illusioni vanamente cullate negli ormai quindici anni che ci separano dalla folle demolizione. Ma svolta sì, quella di ieri in Municipo a Torino è certamente una svolta a tutti gli effetti. Quante volte abbiamo sentito Cairo dire che i soldi per il Filadelfia li avrebbe messi, però nel momento in cui anche Comune e Regione avessero fatto altrettanto? E, così, quante volte l’abbiamo accusato di sgusciare come un’anguilla, di firmare cambiali d’aria , di fare solo parole senza portafoglio? Ebbene, stavolta il presidente del Torino l’impegno l’ha preso di fronte e insieme con il sindaco con tanto di riscontro scritto.
IL COMUNICATO Il Richelieu della situazione è stato certamente l‘assessore allo sport Stefano Gallo , che in questi mesi ha lavorato nell’ombra («un lavoro non giornalistico, senza proclami» come dice lui) per giungere prima allo stanziamento di bilancio (3,5 milioni per il triennio 2012-14) e poi all’incontro strategico di ieri. Non pubblicizzato, però fruttuoso. E riassunto in questo breve comunicato: “Si è svolto oggi (ieri, ndr) un incontro tra il sindaco Piero Fassino , l’assessore comunale allo sport Stefano Gallo e il presidente del Torino F.C., Urbano Cairo. Tema del colloquio la ricostruzione dello stadio Filadelfia. Circa le risorse economiche necessarie il sindaco Fassino ha confermato che l’impegno della Città, di 3 milioni e mezzo di euro, è iscritto nel bilancio di Palazzo Civico, per il triennio 2012-2014. Il Presidente Cairo ha ipotizzato di contribuire a finanziare la costruzione con un milione di euro attraverso la costituenda Fondazione intitolata alla mamma, Maria Giulia Castelli Cairo , grande tifosa granata, che per anni ha fatto parte del consiglio di amministrazione del Torino. A tale cifra, a carico del Torino Calcio F.C., si aggiungerà quella destinata a coprire i costi di gestione e manutenzione dell’impianto sportivo, quota non ancora quantificabile in quanto sono in corso valutazioni e verifiche. L’incontro si è concluso con soddisfazione reciproca e con l’auspicio che anche da parte degli altri soggetti partecipanti alla Fondazione vi sia presto la conferma delle risorse che intendono conferire”.
LA CONCESSIONE Il milione in questione può apparire, o forse pure essere, pochino, tuttavia è fondamentale, basilare anzi risolutivo il contemporaneo impegno del Torino che, oltre ad adoperare l’impianto, lo manterrà in vita. I costi di gestione di un impianto simile, infatti, sono un problema ostativo assoluto per l’amministrazione comunale, senza la cui risoluzione certa la ricostruzione del Filadelfia resterebbe vana speranza. Adesso invece si può continuare a sperare e sperare di più. Il Torino, dunque, otterrà in ultradecennale concessione il Fila e ne sosterrà le quotidiane spese. Questo è il passo probabilmente più concreto, nella giornata della svolta cairota . Adesso tocca alla Fondazione, traino della rinascita, proseguire la corsa che è riuscita a imporre negli ultimi quattro anni. E tocca alla Regione Piemonte dare seguito agli impegni promessi (una cifra simile a quella disposta dal Comune). E non sarebbe male cercare altri sostegni, altri contributi. La raccomandazione, visto il momenti di vacche magre, è di non sbagliare progetto: per rispettare la storia e il luogo, certo, però anche l’utilità e la funzionalità del nuovo Filadelfia. Per non consegnare un palliativo, insomma.
Foto: 4 maggio 2005: 56° anniversario di Superga. La vedova Pianelli accanto a un grande toro (LaPresse)
 
 
 

 
VERSO LA RINASCITA«Mai così vicini Grazie a mamma»
CAIRO «Spero di poter vedere il Fila entro il 2014»
Pag. 15
 
MARCO BO
TORINO. Diciassette ottobre 1926: i torinesi torinisti assistono all’inaugurazione dello stadio Filadelfia promosso dal Conte Enrico Marone Cinzano . Diciotto luglio 1997: i tifosi torinisti assistono alla demolizione dello stadio Filadelfia promossa dall’onorevole Diego Novelli . Sei novembre 2012, cioè ieri, il tam tam mediatico porta alle orecchie dei tifosi la notizia che il Comune di Torino e il Torino Fc hanno condiviso un comunicato dove si annuncia l’intesa per la ricostruzione del Filadelfia con tanto di stretta di mano tra il sindaco Piero Fassino e il presidente granata Urbano Cairo . Soltanto il tempo permetterà di capire se anche questa data novembrina passerà alla storia. Al momento non resta che registrare l’importante novità che apre le porte a un sogno, anzi, il sogno più bello che si staglia nell’immaginario onirico dell’universo granata.
OMELIA PROFETICA In una delle sue recenti omelie, in occasione della celebrazione della messa nella Basilica di Superga, Don Aldo Rabino , cappellano granata da 42 anni, ricordò al presidente Urbano Cairo che il patron capace di restituire la “Casa” al Torino, cioè il Filadelfia, sarebbe entrato per sempre nella storia granata. Bene, l’eco di quelle parole e l’emozione per la recente scomparsa dell’amatissima mamma Maria Giulia Castelli , devono aver fatto vibrare i sentimenti del presidente, che ha così trovato la forza e la voglia per compiere l’atteso passo ufficiale verso le istituzioni territoriali, Comune in primis: «Sì, è stata una giornata importante, ho avuto un incontro alla presenza dello stesso sindaco Fassino per affrontare la questione Filadelfia - confermava Cairo quasi in contemporanea con la pubblicazione del comunicato congiunto nel tardo pomeriggio».
PAROLE E PAUSE Al telefono non arriva il solito timbro della voce del presidente. Anche le pause sono più lunghe, inusuali rispetto alla sua solita parlantina ritmata e incalzante. Del resto non sta commentando né l’ultimo pareggio, né l’ultimo acquisto di calciomercato. Sta parlando dello stadio Filadelfia, il teatro del Grande Torino, la culla in cui sono cresciuti nidiate di ragazzi del Fila. «Ho verificato la disponibilità del Comune e comunicato quella del Torino attraverso una Fondazione che sto definendo intitolata a mia mamma, grandissima tifosa granata, la “Fondazione Mamma Cairo”. Mi sento di poter dire che è stato fatto un passo in avanti decisivo per dare un impulso forte al fine di ricostruire lo stadio Filadelfia. C’è stata una valutazione dei costi che definirei compatibili. Ora tutti i soggetti coinvolti, quindi la stessa Fondazione Filadelfia, potranno procedere. Mi è stato fatto vedere un progetto ed è davvero bello, molto bello. Difficile fare date ma diciamo che visto che per la realizzazione occorre un anno, un anno e mezzo, diciamo che vorrei vedere la rinascita entro il 2014. Voglio ringraziare tutti coloro che si sono adoperati perché il Filadelfia risorga». Nel tono c’è un pizzico di orgoglio ma anche prudenza, del resto quando ci si mette di mezzo la politica è sempre meglio essere cauti come insegnano le ultime vicende italiane. La telefonata con il presidente Cairo si chiude con una richiesta del patron: «Ci terrei che venisse messa in evidenza un aspetto a me molto caro: il merito per questa mia mossa è di mia mamma. Che non c’è più».
Foto: Il Filadelfia virtuale in uno dei progetti vincenti del Concorso di idee indetto dalla Fondazione Urbano Cairo con il sindaco Piero Fassino. A destra l’assessore allo sport Stefano Gallo
 
TuttoSport - Pag. 1
 
 
LaStampa.it  -  Qui-TORO
 
07/11/2012 - Il futuro del campo del Grande Torino
“Mancava solo Cairo,  ora il Fila può rinascere
La Fondazione divisa a metà: «Pochi soldi», «Segnale decisivo»
Silvia Garbarino
torino
 Cairo dixit e  una parte della Torino granata per una volta ritrova un sorriso spontaneo per il suo presidente. Il patron del Toro ha ufficializzato l’impegno economico per la ricostruzione del Filadelfia davanti al sindaco della Città, Fassino: «Un milione di euro attraverso la costituenda Fondazione intitolata alla mamma, Maria Giulia Castelli Cairo». È la prima volta dal 2005 che “papa Urbano” si espone concretamente per il campo che vide estasiare anche i non tifosi di Valentino Mazzola e compagni.
 «Mi fa molto piacere - esordisce Domenico Beccaria, uno dei due rappresentanti dei tifosi nel cda della Fondazione Filadelfia - perchè entrano finalmente dei soldi veri nella Fondazione. Finora quelli promessi da Comune e Regione sembrano i soldini del Monopoli. Comunque, questa previsione economica fatta da Cairo aiuta tecnicamente la Fondazione a non essere sciolta proprio perchè in cassa entra denaro sonanti e dal punto di vista politico dà un ulteriore senso di credibilità al progetto di ricostruzione. Progetto di massima che sarà spero pronto a fine anno, anche se ci sono alcuni spigoli da limare nell’assegnazione degli spazi. Stavolta però sono fiducioso».
 Stessa sintonia umorale dal rappresentante della Regione nel cda, Gianluca Vignale. «La dichiarazione di Cairo va in continuità con il lavoro svolto da noi finora. Però è fondamentale più che il milione di euro per la ricostruzione, il fatto che Cairo dichiari di accollarsi i futuri costi di gestione e manutenzione dell’impianto. Io credo che il nuovo Fila possa essere realizzato con 8-10 milioni di euro. E con i 3,5 milioni di euro del Comune, i nostri 3,5 (per il mutuo, ndr) e il milione di Cairo si arriva a 8, due li potremo chiedere ai tifosi ma non subito, solo a cantiere aperto. Il mio sogno sarebbe inaugurare il nuovo Fila il 4 maggio 2015».
 Meno soddisfatti gli altri due rappresentanti del cda della Fondazione. Il presidente Luigi Chiabrera è parco di commenti. «Prendo atto della cifra dichiarata anche se a me risultava che l’impegno economico sarebbe stato diverso. Penso anche che la struttura che sarà la casa del Toro, il luogo d’allenamento, avrebbe potuto richiedere un investimento più sostanzioso». «Mi auguro per prima cosa che Cairo voglia ribadire l’impegno anche davanti al cda - chiosa l’avvocato Andrea Voltolini, neo entrato nel cda - e seppure un milione a fondo perso sia pur sempre onorevole vorrei sentire parlare anche di canone d’affitto per un progetto di ricostruzione che è innovativo e accattivante».
 La battaglia più intensa si sposterà ora su quei 4mila metri quadrati di area commerciale che rendono il campo del Grande Torino affascinante anche ai cuori (portafogli) non granata.
 Foto: Un milione di euro è la cifra che il patron del Toro calcio, Urbano Cairo, ha dichiarato ieri, in un incontro con il sindaco Fassino, di voler mettere per la ricostruzione del Filadelfia. Oltre ad accollarsi la gestione e manutenzione dell’impianto
 
 
07-11-2012 LA STAMPA  Pag. 35
CAIRO: "METTO SUBITO UN MILIONE"  IL PROGETTO FILADELFIA PUO' PARTIRE
Il sindaco Fassino: "Momento importante per la città"Sede e campi di allenamento: il Toro si accollerà i costi di gestione
Il Comune garantisce 3,5  mln, altrettanti la Regione.
Urbano: "Lavori al via nel 2014 "
(S. Garbarino/G. Oddenino)