giovedì 26 luglio 2012

26/07/12 - Fila, Regione e Comune aspettano solo il Torino

IERI IL CDA DELLA FONDAZIONE

TORINO. L’estate avanza, ma chi si occupa di Filadelfia continua a muovere i piccoli passi che dovranno portare al grande passo. Ieri si è svolta una seduta importante del CdA della Fondazione Filadelfia, che ha affrontato i due nodi basilari della vicenda: quello economico e quello tecnico. La Fondazione ha ratificato l’atto del Comune di Torino, che ha inserito lo stanziamento per la ricostruzione del Fila nel bilancio pluriennale (1.174.000 euro per il 2012; 1.000.000 per il 2013; 1.500.000 per il 2014 per un totale di 3.674.000: soldi che, comunque, al momento sono fittizi). In conseguenza di ciò, Gianluca Vignale, rappresentante della Regione e Vicepresidente della Fondazione, ha fatto verbalizzare l’impegno della Regione per una cifra analoga a quella del Comune, preannunciando a breve un atto formale della Regione stessa che certifichi tale disponibilità finanziaria. Ovviamente, Comune e Regione si aspettano che anche il Torino prenda analoghi impegni economici, cosa che il Toro ha confermato, impegnandosi a formalizzare la cifra stanziata una volta che siano noti i costi effettivi del progetto. Resta la possibilità per chiunque di contribuire alla ricostruzione: questo sarà possibile da fine ottobre sottoscrivendo una quota di importo libero quale “socio sostenitore”, il cui effettivo versamento avverrà solo a costruzione realizzata.
LE IDEE Altro passo importante, da parte del CdA, è stato incaricare la Commissione del concorso d’idee da elaborare entro ottobre uno studio di fattibilità: in pratica, un piano con computo metrico e piano finanziario che, partendo dai progetti presentati e ritenuti migliori, arrivi a un progetto con costi decisamente ridotti che serva da base per il bando esecutivo vero e proprio.

sabato 14 luglio 2012

1° Classificato - Ricostruzione impianto "Ex Filadelfia". Torino


Pubblicato da Nicola Rossi
 
Pubblicato il 07 Luglio 2012
      
 
Capogruppo Nicola Rossi
 
 
Consulenti Impianti  Efrem Trevisan, protecno engineering
 
Programmazione e costi  Gabriele Maragotto
 
Paesaggio  Roberto de Marchi, agronomo


Slideshow:  
http://europaconcorsi.com/projects/204972-Ricostruzione-impianto-ex-Filadelfia-Torino/slideshow



Ricostruzione impianto ex-Filadelfia, Torino

Il vecchio stadio come traccia opportuna
 
 
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la nuova Testa Est su via Giordano Bruno
Il progetto del nuovo Stadio Filadelfia muove, oltre che dai requisiti funzionali richiesti dal Bando, da alcune considerazioni riguardanti le caratteristiche e la qualità architettonica del vecchio impianto, tenendo in considerazione le diverse configurazioni intermedie assunte nel tempo. La nostalgia rappresenta spesso un pericolo per l’architettura ma, nel caso del vecchio Stadio Filadelfia, alle motivazioni di carattere “affettivo” che suggeriscono un legame stretto ed attento con le preesistenze si aggiunge la convinzione che il vecchio impianto, pur economico ed austero, possa suggerire regole e dispositivi utili al disegno di un impianto moderno. Le pendenze dei vecchi spalti e la distanza dal campo di gioco garantiscono una visibilità ottimale, così come la disposizione degli spalti spezzata in senso longitudinale; la posizione baricentrica della corte bordata dalla Tribuna Storica consente di presidiare l’area e di costituire un luogo di relazione con l’intorno prossimo; la conformazione dell’area come “recinto” corrisponde in modo convincente alla definizione di un luogo, nel senso originario di “spazio tecnico” per lo svolgimento di precise attività ma anche nel senso presente e futuro di “spazio temporale”, “luogo della memoria”.Il progetto prevede la riproposizione, lungo le gradinate nord e sud e nel settore distinti, della medesima sezione prevista nel progetto del ‘32; i gradoni a disposizione degli spettatori, ottenuti riproporzionando il dimensionamento di quelli preesistenti, si attestano sulla porzione superiore della sezione (in corrispondenza della massima pendenza, 38°). La parte inferiore, trattata a verde, corrisponde al tratto di spalti con pendenza di 23°. Si ottiene in questo modo, nonostante la riduzione dell’impianto a 3500 posti, la perfetta continuità tra spicchi rimasti e nuove gradonate, nonché la riproposizione fedele della mole dell’impianto storico. Un’immagine storica mostra la conformazione precedente della Tribuna Centrale, il cui sedime corrispondeva alla “tribuna coperta”; il successivo raccordo con gli spalti previsti dal progetto del ‘32 sembra essere dettato più da esigenze di capienza che da una scelta architettonica, come evidenziato dalla difficoltà di allineamento delle gradonate, dalle asimmetrie in prospetto e dalla compromissione del carattere spaziale delle risalite agli spalti. Si ritiene utile ripristinare la condizione precedente, che libera nelle loro configurazioni originarie le risalite laterali tuttora esistenti e da preservare, ed inoltre consente permeabilità visiva tra stadio e corte. La conformazione futura dell’area, considerata la ridotta capienza dello stadio e, per contro, la notevole fruibilità pubblica, ci sembra infatti dover tornare conforme alla vecchia dicitura di “Campo Torino”: uno spazio in cui l’attività sportiva trova la sua ragione nella presenza di persone che in quel luogo, domestico e quotidiano, si riconoscono. Il muro di cinta lungo via Giordano Bruno viene mantenuto come basamento della nuova Testa, e viene ricostituita la parete in mattoni facciavista che cinge l’impianto fino all’ingresso. Nel complesso, la nuova costruzione evita di aggiungere forme, preferendo attestarsi sull’utilizzo di una sorta di metrica ricorrente: la nuova Testa Est (commercio e foresteria), così come i nuovi spalti e la Tribuna ricostruita, seguono il tracciato geometrico del vecchio impianto in una logica di iterazione degli elementi strutturali e dei sistemi di distribuzione. Si ritiene importante la definizione di un tono complessivo che recuperi misure, proporzioni, materiali e colori del vecchio impianto, anche in antitesi al tono avveniristico dell’impianto dell’altra compagine cittadina.

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schizzi di studio
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planivolumetrico
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pianta piano interrato
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pianta piano terra
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pianta piano primo
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prospetti est e ovest
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prospetti est e ovest
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prospetti nord e sud
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assonometria complessiva
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profili
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cortile d'ingresso
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vista dalla tribuna storica
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vista dalla sala stampa

2° Classificato - Ricostruzione impianto "Ex Filadelfia". Torino


Pubblicato da  Silvia Manolino
Pubblicato il  11 Luglio 2012
             
Capogruppo  Fabio Mellina Gottardo
Progettisti Silvia Manolino, Stefano Migliore, Davide Pavan
Collaboratore Gruppo di progettazione  Stefano Migliore Davide Pavan


Slideshow :  http://europaconcorsi.com/projects/205328-Ricostruzione-impianto-Ex-Filadelfia-Torino-/slideshow


Ricostruzione impianto "Ex Filadelfia". Torino

2° classificato
Silvia Manolino, Fabio Mellina Gottardo, Stefano Migliore, Davide Pavan
       
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L’idea che ha guidato la progettazione dell’impianto Filadelfia è stata quella di restituire alla città un luogo di straordinaria importanza storica e di grande attrattiva, non un semplice stadio per l’allenamento di una grande squadra calcistica. Infatti l’oggetto del presente progetto, in linea con quanto indicato dalla Fondazione Stadio Filadelfia nel bando, vuole essere contemporaneamente:- uno stadio per l’allenamento della prima squadra e per le partite della squadra ‘primavera’ del Torino;- un luogo della memoria in cui far vivere il ricordo di una “mitica” squadra, il Grande Torino;- un luogo di aggregazione per tifosi, sportivi e visitatori interessati a un modo diverso di passare il proprio tempo libero;- un modo di concentrare in un unico complesso spazi ad oggi frammentati e ripartiti in vari luoghi (campo di allenamento della prima squadra a Torino, Museo del Grande Torino a Grugliasco, campo di gioco della Primavera a Venaria, ecc.);- un investimento che sia in equilibrio finanziario per la Fondazione, che non ha scopo di lucro e non può distribuire utili, e che al contempo sia in grado di generare ricavi per il Torino FC, futuro soggetto gestore delle strutture sportive dell’impianto. L’impianto sarà ben inserito nel contesto con spazi verdi e aggregativi, quali la piazza che si viene a creare tra i due campi e che dovrà funzionare da polo attrattivo anche quando lo stadio è chiuso e una terrazza sulla copertura utilizzabile come terrazza panoramica su Torino, in particolare verso il complesso del Lingotto e l’Arco Olimpico. Il campo principale del complesso, di capienza pari a 3.500 spettatori, avrà la totalità dei posti coperti, mantenendo i fili di fabbricazione sulle vie del vecchio impianto e sfruttando gli spazi residui senza togliere superficie agli edifici limitrofi e senza ridurre la funzionalità e fruibilità dei passaggi. In particolare, ad eccezione della tribuna, si è scelto di limitare le gradinate a tre gradoni in modo da creare spazi indispensabili anche e soprattutto per garantire l’equilibrio economico-finanziario dell’investimento. Tali spazi saranno destinati ad attività collegate e funzionali all’attività sportiva senza snaturare in alcun modo la natura di “memoria storica” dell’impianto. A questo proposito particolare attenzione è stata dedicata alla conservazione dei resti esistenti dello stadio, in linea con i vincoli posti dalla Soprintendenza, per mantenere e valorizzare la memoria di quegli spazi che hanno caratterizzato lo stadio Filadelfia nel cuore dei tifosi granata. L’impianto “Filadelfia” sarà costituito da diverse parti funzionali che si possono così riassumere: - Ricostruzione della tribuna storica che presenterà, oltre ai posti a sedere per gli spettatori (2080 posti a sedere e 16 posti per disabili), n. 100 posti VIP, n. 38 posti per i giornalisti, 6 postazioni per riprese televisive e n. 3 box per tele/radiocronache per complessive 8 postazioni. Nella parte sottostante e retrostante della tribuna troveranno posto gli spogliatoi e tutti gli spazi necessari per gli atleti, una sala conferenze stampa, la sede del Museo Storico Granata, dislocato su due piani, con una superficie totale di circa 480 mq e la sede della Fondazione con una superficie di circa 300 mq; - Conservazione delle curve esistenti, considerati resti da conservare e tutelare da parte della Soprintendenza;- Campi da calcio regolamentari secondo la vigente normativa UEFA;- Manica adibita a foresteria, costeggiante via Spano, dislocata su due piani, con una superficie totale di 1100 mq;- Centro commerciale costeggiante via Giordano Bruno, con una superficie di 4.000 mq, compreso parcheggio interrato per gli utenti; - Manica adibita a sede del Torino Fc, con ampi spazi per gli uffici e appositi spazi per il ritrovo dei soci, per circa 750 mq; al piano terreno sono previsti n. 3 locali da dare in uso ai club granata esistenti sul territorio, rispettivamente di 60, 100 e 120 mq;- Creazione di una piazza quale punto di commemorazione e aggregazione, denominata “Piazza della Memoria Granata”;- Un piano interrato con: parcheggio per n. 40 posti auto e n. 2 bus con accesso diretto e protetto agli spogliatoi, sala stampa di 120 mq, una palestra ad uso esclusivo degli atleti di circa 200 mq con servizi e spogliatoi, locali tecnici per deposito attrezzi ed altre attività necessarie per il funzionamento dell’impianto Filadelfia.

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Vista della manica commerciale dal campo di gioco
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Vista del complesso da via Filadelfia angolo via G. Bruno
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3° Classificato - Ricostruzione impianto "Ex Filadelfia". Torino


Pubblicato da nicoletta carbotti | FattoreQ
Pubblicato il 06 Luglio 2012
             
Dati tecnici
Cliente  fondazione filadelfia
Programma  concorso a partecipazione aperta
Date Concorso  Febbraio 2012




Ricostruzione dell'impianto "Ex Filadelfia" di Torino


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Filadelfia! Ma chi sarà ‘l vilan/a ciamelu ‘n camp? Jera ne cuna/‘d speranse, ‘d vita, ‘d rinasensa,/jera sugnè, criè, jera la luna,/jera la strà dla nostra chersensa. – Filadelfia! Ma chi sarà il villano/a chiamarla un campo? Era una culla/di speranze, di vita, di rinascita,/era sognare, gridare, era la luna,/era la strada della nostra crescita(da Me Grand Turin, Giovanni Arpino)

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tavola di concorso
C’è una storia a Torino che ogni bambino si è sentito raccontare almeno una volta dal proprio papà o dal proprio nonno, a seconda della generazione a cui si appartiene. È una storia che parla di ragazzi, anzi “dei ragazzi”, di grandi vittorie, di invincibilità e di un campo di battaglia. Il Grande Torino è uno di quei nomi che risuona nelle stanze della nostra infanzia come una favola bellissima, magica ma vera, di quelle che fanno sgranare gli occhi un po’ di più ogni volta che ne viene rivelato un nuovo dettaglio. Una storia universale, ben nota, ma carica di infinite ramificazioni private e per questo ancora più speciale, epica e consolatrice. Tutti conoscono il mito di quella squadra irripetibile, ma ognuno di noi conserva il segreto di un incontro speciale con quella leggenda: dall’entusiasmo del proprio pacatissimo nonno, che diventava di colpo capace di lanciare per aria il cappello al primo goal, all’azzurro intenso del cielo dopo questa o quella indimenticabile vittoria.

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tavola di concorso
Il Grande Torino è parte di un certo olimpo laico contemporaneo e il poster che ritrae la squadra ancora oggi campeggia sui muri di tante case, bar, ristoranti, e attività commerciali; se si chiede al proprietario il perché di quella immagine, le spiegazioni sono sempre commosse: c’è chi risponde con un fatato “Io l’ho visto giocare” e chi sospira malinconico “Era la grande passione di mio padre”. Ogni racconto però, tornando al presente, finisce inevitabilmente su una parola, Filadelfia. Il Grande Torino e il suo stadio sono miti inscindibili e questo accade perché “il Fila” era lo specchio architettonico del carattere e della forza di quella squadra.

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spaccati prospettici
I versi di Giovanni Arpino che introducono queste righe, racchiudono perfettamente, con tutta la sintesi emozionante della poesia, che cosa fosse per tutti lo stadio del Grande Torino: una culla di speranze, di vita, di rinascita, dove tutti potevano sognare, gridare. Era come la luna, un luogo lontano e quotidiano al tempo stesso, un posto nel quale era possibile dimenticare ogni amarezza e guardare tutti dall’alto. Un tempio nel quale era possibile far crescere le proprie ambizioni, in cui poter maturare e crescere, di nuovo. Confrontarsi con tutto questo non è semplice: fin dal primo schizzo, chiunque passasse intorno ai disegni e alle tavole in preparazione ha finito per avvicinarsi, aggiungendo un racconto, una canzone o un dettaglio “fondamentale”, cercando di dare un consiglio o stabilire dei punti fermi da dover tenere ben presenti.

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spaccati prospettici
Linea dopo linea, incontro dopo incontro, il Filadelfia si è rivelato presto molto di più di un lotto da edificare e si è finiti per fronteggiare una proprietà emotiva collettiva, invisibile e impalpabile, scavata in profondità, come una radice o una parte della propria identità.OVERVIEWIl Campo Torino, noto a tutti, torinesi e non, come il Filadelfia non era uno stadio lussuoso. Era semplice, essenziale e racchiudeva in sé tutti gli elementi architettonici che in quegli anni caratterizzavano le nuove costruzioni cittadine. La facciata era composta da mattoni rossi, con colonne e grandi finestre dotate di infissi bianchi, collegate l’una all’altra da un ballatoio con ringhiera in ferro; aveva gradinate in cemento e l’unica nota aristocratica che lo caratterizzava era un tribuna in ghisa e in legno, compresi i seggiolini numerati, costruita in stile Liberty. Nel corso degli anni subì numerose opere di ampliamento, ma di fatto, nulla ne modificò mai l’impatto generale, semplice, essenziale e, per certi aspetti, severo. Il Filadelfia era uno stadio popolare, proletario, “di ringhiera”, come molte delle case in cui abitavano i tifosi che lo popolavano. Visitato ancora dopo il suo abbandono, il Fila sembrava più una di quelle rovine da archeologia industriale che un tempio dello sport caduto in disuso.

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Del resto, la facia d’uveriè (faccia da operaio) di Valentino Mazzola, ricordata da uno dei versi della poesia di Arpino, sembra evocare quasi l’idea di un ibrido originale: uno stadio-fabbrica. L’atmosfera popolare che si ricava da queste prime ricognizioni intorno all’idea del Filadelfia è stata il punto di partenza per tracciare le linee della sua ricostruzione, tenendo presente la fortissima aspettativa emotiva che questa deve fronteggiare. Lavorare sul nuovo stadio del Torino significa inevitabilmente operare su un’architettura che da molti verrà letta, almeno in prima battuta, come un monumento. Lo sforzo è stato quello di anticipare questa prevedibile reazione, muovendosi verso il futuro: se il Filadelfia non può non essere un monumento, allora è fondamentale che esso diventi un simbolo di valori, di vittorie e di identità. Per queste ragioni, il progetto integra il passato con il presente, recuperando alcuni elementi importanti della memoria storica, così come richiesto dal bando, ma armonizzandoli e muovendoli verso il futuro. La sagoma dell’edificio, intesa come organismo architettonico all’interno dello spazio urbano, rimane pressoché identica a quella del passato – il nuovo costruito si colloca sulla perimetrazione preesistente, e se ne distacca leggermente solo per soddisfare alcune nuove esigenze funzionali legate al commercio e all’attività sportiva – ed è previsto il ripristino delle porzioni di curve risparmiate dalle demolizioni nel settore ovest, così da mantenere in vita un’importante testimonianza architettonica. Il nuovo organismo edilizio, invece, andrà a disegnare il nuovo prospetto della tribuna ovest sulla piazza pubblica, pur riproponendo, in continuità con il passato, l’impatto visivo dell’architettura costruita in corrispondenza dell’ingresso storico.

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prospetti | sezioni
Il ritmo degli elementi strutturali di facciata sarà utilizzato per scandire il prospetto rivolto verso la nuova piazza e sarà caratterizzato dalla smaterializzazione dei tamponamenti per lasciare il posto a grandi vetrate, ben suddivise geometricamente da intelaiature bianche. L’intento è quello di portare l’attenzione sullo scheletro strutturale, enfatizzando il disegno del volume del costruito. Una scelta stilistica che richiama volutamente certa architettura industriale e che potrà offrire alla piazza uno sfondo “familiare”, affatto algido o rarefatto. Ad ammorbidire la facciata sono previsti 28 interventi di verde verticale, ai quali corrispondono altrettanti “tappeti” d’erba che, legandosi tra loro, diffondono anche alla piazza l’idea di “campo” e restituiscono all’intera struttura un’ideale radicamento nel terreno della città.La costruzione della piazza, ricavata tra il prospetto ovest e il campo di allenamento riservato alla squadra della Primavera, restituirà alla città uno spazio pubblico di oltre 3000 mq e l’elemento forse più caratterizzante del suo disegno sarà dato dalla pavimentazione, progettata ricalcando le geometrie delle cuciture dei palloni da calcio usati dal Grande Torino: un richiamo ad un’idea forse meno hi-tech e più popolare del calcio, ma certamente più concreta, materica e, soprattutto, pervasa da un alto senso sociale.
Così come richiesto e secondo ciò che già si è evidenziato nelle prima righe di descrizione del progetto, verranno mantenuti la colonna storica ed il portone, che tuttavia permarrà con un’esclusiva funzione scultorea: un “invito ad entrare”. All’interno dello stadio, il settore ovest accoglierà nuovamente una tribuna coperta e numerata, che ospiterà 2000 seggiolini realizzati in legno su disegno e camminamenti rivestiti in deck. All’interno della tribuna, invece, verranno collocate, al piano terra, la sede del Torino Calcio, la sala stampa Uefa, il Museo del Toro, il Toro store – accessibile dal museo e dall’esterno – e, al primo piano, la sede della Fondazione Filadelfia, le postazioni media ed un punto di ristoro/bar accessibile dalla gradinata. Il piano interrato, infine, ospiterà gli spogliatoi, con i relativi ambienti di servizio, la mixed zone, le infermerie ed avrà un accesso privilegiato ai parcheggi interrati ricavati sotto piazza (40 posti auto, 2 posti bus – così come richiesto dal bando). I prospetti su via Filadelfia e via Spano racchiuderanno le nuove gradinate da 600 posti costruite in adiacenza alle curve ripristinate. Anche su questi prospetti verrà mantenuta la scansione che esalta lo scheletro strutturale e l’uso mattone a vista si affermerà come l’elemento materico che da carattere alla facciata. Il corpo sud ospiterà le Foresterie, due accessi alle gradinate e le biglietterie, che troveranno anche posto nel corpo nord, insieme ad altri due accessi e alle sedi delle associazioni. Il corpo est, infine, farà da cornice a dieci nuove unità commerciali, scandite dalla presenza di tre accessi verso la le aree spettatori. La gradinata est sarà caratterizzata dalla presenza di un declivio in erba, che raccorderà lo spazio riservato ai posti a sedere con il piano del campo di gioco e troverà ideale specchio nei due grandi raccordi, anch’essi erbosi, che uniranno la gradinata alle due curve; la scelta di dare vita ad un soluzione inusuale come questa è stata dettata ancora una volta dalla necessità di muoversi dal passato verso il futuro. Il Filadelfia è da molti ricordato come un campo “all’inglese” nel quale la distanza tra il pubblico ed i giocatori era ridotta al minimo e si è quindi ritenuto importante coltivare quella suggestione, pur dovendo fare i conti con le moderne regolamentazioni sulla sicurezza. Non potendo avanzare il pubblico, si è deciso quindi deciso di ampliare il campo, facendolo avanzare e salire verso il pubblico, portando figurativamente il dodicesimo giocatore direttamente sul manto erboso.


mercoledì 11 luglio 2012

10/07/12 - Stadio Filadelfia, domani a Palazzo Civico premiazione progetti vincitori

Torino - Domani mattina, mercoledì 11 luglio alle 10.30, saranno premiati a Torino, a Palazzo civico (sala Carpanini) i tre vincitori dei progetti relativi alla ricostruzione dello stadio Filadelfia. Si tratta di Nicola Rossi (1° classificato), Fabio Mellina Gottardo (2°) e Nicoletta Carbotti (3°). All'evento saranno presenti i membri della Fondazione Stadio Filadelfia e autorità istituzionali.
 Nel frattempo, considerato il successo di affluenza di pubblico per i 41 progetti sul Filadelfia in mostra a Palazzo Civico (solo ieri, prima giornata di apertura, si sono registrate 250 presenze) la Fondazione ha deciso il prolungamento della stessa fino a sabato 14 luglio.
Gli orari per ammirare le tante idee sul "Fila" sono dalle 9.30 alle 17 fino a venerdì 13 e dalle 9 alle 13 per la giornata di sabato, con ingresso da via Corte d’ Appello 1.

http://torino.ogginotizie.it/152343-stadio-filadelfia-domani-a-palazzo-civico-premiazione-progetti-vincitori/

Sognando il “Fila” - In mostra i progetti dello stadio che fu del Grande Torino

10-07-2012

"Questa è la gradinata dove andavo da ragazzino con gli amici", racconta un signore un po’ avanti negli anni, al vigile che lo accompagna. "Mi piacerebbe poterci tornare…..".
 Palazzo civico, Sala Carpanini. Qui fino a venerdì prossimo sono esposti i 41 progetti dello stadio Filadelfia, nati da un concorso di idee promosso dall’associazione Filadelfia.
 Fra questi i primi tre classificati che saranno premiati mercoledì 11 luglio. I cittadini, fino a venerdì 13 luglio, potranno liberamente accedere, dalle 9.30 alle 17, con ingresso da via Corte d’Appello 1.
Il “Fila” non può che scatenare ricordi, gloriosi ed esaltanti, legati alla leggenda del Grande Torino. Ma da oggi c’è qualcosa in più. Una speranza e un sogno che, a dispetto della crisi, non vengono meno.
 Certo, ora si tratta di reperire le risorse per ricostruire la “casa Granata”, ma l’idea incomincia a prendere forma.
 Per ora su carta, con linee che disegnano tribune, delimitano accessi, spazi per i parcheggi e spogliatoi, intorno a quello che resta del vecchio “tempio”: i due piccoli segmenti di tribuna, vincolati dalla Soprintendenza per i Beni Paesaggistici e Architettonici, risparmiati dalla demolizione, esattamente quindici anni fa.
Il progetto vincitore (la Fondazione lo ha premiato con un assegno da 5000 euro), è stato realizzato da un pool di sei architetti umbri (Nicola Rossi, Augusto Andriolo e Silvia Sgarbossa. Costo dei lavori 15 – 20 milioni di euro. Un po’ troppo, vista la crisi, ma la Città aveva già previsto un contributo di 3,5 milioni ed anche altre istituzioni avevano manifestato la volontà di impegnarsi per ricostruire un monumento alla storia del calcio italiano. E anche la società granata si era detta disponibile a fare la sua parte. L’anziano signore dà spazio ai sogni, ma incomincia a credere che possano tradursi in realtà.

Nella foto: Due immagini del progetto vincitore del concorso di idee per lo stadio Filadelfia.

Federico D'Agostino

http://www.comune.torino.it/cittagora/article_11017.shtml


Fondazione Stadio Fildelfia - Giuseppe Ferrari


 
Progetti Stadio Filadelfia - 7GoldToBest
 

lunedì 9 luglio 2012

08/07/12 - RICOSTRUIRE IL FILADELFIA UNA MOSTRA CATTURA IL SOGNO

LA STAMPA Cronaca di Torino
8/7/2012 - pag.61

Quarantuno progetti iscritti al concorso per ridare vita allo stadio granata. Da domani vincitori e vinti espongono i loro bozzetti a Palazzo Civico

GIANLUCA ODDENINO
TORINO
Sognare il Fila questa volta è possibile e soprattutto tangibile. Merito del concorso di idee per ricostruire lo stadio del Grande Torino, promosso dalla Fondazione Filadelfia, che da domani sarà visibile a tutti (tifosi granata e non) per una mostra speciale e un po’ particolare. Nella sala Carpanini di Palazzo Civico verranno infatti svelati, fino a venerdì 13, tutti i quarantuno progetti (34 ammessi e 7 respinti) che hanno partecipato alla selezione. Chiunque potrà farsi un’idea di come gli addetti ai lavori vedono la rinascita del Fila (ingresso libero dalle 9,30 alle 17 con ingresso da via Corte d’Appello 1) e così tenere viva la speranza di poter ridare vita a quell’autentico monumento abbattuto sciaguratamente 5.500 giorni fa. Il 18 luglio 1997 le ruspe iniziarono l’opera di demolizione delle gradinate che videro le imprese di capitan Valentino Mazzola e compagni: la promessa era quella di ricostruire il Filadelfia per il 50° anniversario di Superga nel 1999 ed invece i monconi sono ancora lì dopo 15 anni.
Un futuro possibile Questa volta, però, il «compleanno» del Fila sembra essere meno amaro e opaco. Perché la mostra organizzata dal Comune è una proiezione in un futuro possibile e perché le istituzioni hanno ribadito la volontà di investire per rifare il Filadelfia. Il Comune ha già promesso 3,5 milioni in due anni (e nel bilancio ci sono già 1,5 milioni per avviare la “macchina”), la Regione presto darà l’ufficialità della stessa cifra e il Torino ha garantito che farà la sua parte (si attende la cifra da parte del presidente Cairo). Le buone intenzioni, ora, però devono essere tradotte in fatti ed allo stesso tempo si dovrà trovare una sintesi per avere un impianto funzionale rientrando nel tetto dei 12 milioni di spese. Questo perché i tre migliori progetti del concorso di idee sono bellissimi, ma costano tra i 15 e 20 milioni.
Il budget sforato Troppo, considerando il momento di crisi generale. E così se da una parte si cercheranno i fondi necessari, dall’altra si varerà un piano che possa soddisfare tutti i requisiti richiesti dal Toro per fare allenare la prima squadra senza però sforare il budget previsto.
Il discorso è avviato da tempo, anche se non sono mancate tensioni tra tifosi granata e istituzioni, e una parte fondamentale la reciterà il Credito Sportivo. «Abbiamo già incassato la garanzia – commentano i tifosi torinisti presenti nella Fondazione - che la ricostruzione del Filadelfia sia un’opera che rientra tra quelle che l’istituto può finanziare. Le precondizioni necessarie per poter addivenire alla ricostruzione del Fila sono ampiamente soddisfatte: questo però non è un punto di arrivo, ma di partenza. Per intraprendere un cammino ben più complesso del concorso di idee, un cammino che alla sua conclusione potrà avere non solo degli ottimi disegni, ma una struttura vera e reale».
I progetti L’antipasto del nuovo Filadelfia, però, è già in tavola. Il miglior progetto è stato considerato quello di un pool di sei architetti umbri guidato da Nicola Rossi, Augusto Andriolo e Silvia Sgarbossa, con i collaboratori Gabriele Maragotto, Efrem Trevisan e Roberto De Marchi. A loro la commissione giudicante (tecnici e professionisti scelti dalla Fondazione, tutti di fede granata) ha consegnato i 5 mila euro del primo premio. Al secondo posto, con un assegno da 3.500 euro, si è classificato il piano di recupero proposto da Fabio Mellina Gottardo e Silvia Manolino con Stefano Migliore e Davide Pavan. Terza piazza (1.500 euro di premio) per l’architetto Nicoletta Carbotti. Con i loro lavori, tutti i progettisti hanno lasciato alla Fondazione un enorme patrimonio perché, almeno in una di queste opere, ciascun tifoso del Toro troverà il «suo» Filadelfia.
Foto: Il progetto migliore è stato realizzato da sei architetti umbri
http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quitoro/articolo/lstp/461620/



TORINO CRONACAQUI
7/7/2012 - pag.11
I RENDERING PER LA RINASCITA DEL FILADELFIA IN UNA MOSTRA APERTA A TUTTI I TIFOSI



http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?numart=1HCF5Q&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0




Filadelfia, la rinascita
In mostra 41 progetti


 08 luglio 2012 —   pagina 21   sezione: TORINO

DA DOMANI il Filadelfia risorgerà; almeno a livello di disegni e di idee. La Sala Carpanini di Palazzo Civico ospiterà infatti i 41 progetti preliminari relativi alla ricostruzione dello stadio del Grande Torino, che venne abbattuto proprio quindici anni fa, il 18 luglio 1997. Nelle scorse settimane il cda della Fondazione Stadio Filadelfia aveva concluso la procedura del concorso di idee e aveva reso noto i nomi dei vincitori. Al primo posto l' idea di un gruppo di giovani architetti umbri, capitanati da Nicola Rossi; al secondo posto Fabio Mellina Gottardo, terza Nicoletta Carbotti. I tre progetti, con gli altri 38 pervenuti (di cui 34 ammessi e 7 non ammessi), saranno esposti da domani fino a venerdì 13 luglio dalle 9,30 alle 17; l' ingresso è da via Corte d' Appello 1. Al di là di alcune lacune oggettive, il problema dei progetti esposti a Palazzo Civico è rappresentato dei costi esorbitanti. Il cda della Fondazione, dunque, ha già tracciato i prossimi passi da seguire: la prima mossa consisterà nell' affidare a una c o m m i s s i o n e d i t e c n i c i , espressione della Fondazione stessa, il compito di preparare un nuovo progetto che seguirà le indicazioni fornite dal Toro ma che potrà anche avere come fonte di ispirazione le migliori proposte emerse nel concorso di idee. A quel punto si procederà con un bando internazionale che verrà lanciato dalla Città di Torino, per rendere i progetti definitivie cantierabili. Insomma, si farà sul serio, compresa la conta dei fondi a disposizione: ecco perché a stretto giro di posta tutti i componenti la Fondazione dovranno scoprire le proprie carte e precisare quale sarà il proprio contributo economico per la costruzione. Il Comune ha recentemente ribadito di mettere a bilancio nei prossimi due anni 3,5 milioni, mentre la Regione ha confermato che presto stanzierà ufficialmente una cifra simile su rate pluriennali. E Cairo? Aveva promesso di investire nel Fila la stessa cifra del Comune. Il momento di passare ai fatti, forse, è davvero vicino. - FABRIZIO TURCO

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/08/filadeldia-la-rinascita-in-mostra-41-progetti.html

venerdì 6 luglio 2012

06/07/12 - STADIO FILADELFIA IN MOSTRA A PALAZZO CIVICO DAL 9 AL 13 LUGLIO DALLE 9.30 ALLE 17

Comunicato stampa

Dopo aver concluso la procedura del Concorso di Idee e resi noti i vincitori dei progetti relativi alla ricostruzione del Filadelfia, stadio del “Grande Torino”, la Fondazione Stadio Filadelfia mette in mostra i 41 progetti (34 ammessi e i 7 non ammessi) al pubblico e ai media.

Sarà la sala Carpanini, a Palazzo civico, a ospitare le tante idee sul Filadelfia e i tre progetti vincenti: Nicola Rossi (1° classificato), Fabio Mellina Gottardo (2°), Nicoletta Carbotti (3°).

I tifosi granata e tutti i cittadini potranno ammirare le proposte sul Filadelfia da lunedì 9 a venerdì 13 luglio dalle 9.30 alle 17 a Palazzo Civico con ingresso da via Corte d’Appello 1.
Con i loro lavori i progettisti lasciano alla Fondazione un enorme patrimonio perché, almeno in una di queste opere, ciascun tifoso del Toro troverà il “suo” Filadelfia.(G.Str.)

http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_675.shtml